Propaganda dei Media che nutre la loro Nemesi 

LA LUNGA OMBRA DELLO ZAR


L’incessante propaganda dei Media occidentali, l’enfatizzazione del mito della resistenza ucraina, la, stupida, demonizzazione di tutto ciò che è russo e viene dalla Russia, e ancora la vicenda di Naval’nyj ingigantita a massimo crimine del secolo (parola di Mattarella) [non il genocidio di Gaza f.d.b.] sta sortendo un, indiscutibile, risultato.

Non, però, quello, sperato, di indebolire la Russia. Che, anzi, vede la sua economia rinvigorita dalle, improvvide, sanzioni, e la sua posizione nella scena internazionale, paradossalmente, rafforzata.

Piuttosto il risultato è stato quello di ingigantire a dismisura la figura politica di Vladimir Putin.

Già, proprio quella dello Zar Vlad, il mostro, il tiranno, l’uomo nero. Il Babau evocato su tutti i nostri Media.

Che credono, così facendo, di distruggerlo. Mentre, moderna eterogenesi dei fini, stanno ottenendo l’effetto contrario.

Fino a pochi anni fa, Putin era un capo di stato estero. Un politico abile e scafato. Con, certo, alcune ombre nel suo passato. La provenienza dai ranghi superiori (e intellettuali) del KGB. Il pugno di ferro usato in Cecenia. Il modo in cui aveva spazzato via gli oligarchi che facevano il bello e il cattivo tempo sotto Yeltsin… l’intolleranza, tutta russa, per il dissenso.

Ma era, tutto sommato, una figura “normale”. Destinata a segnare un periodo della, lunghissima e complessa, storia delle Russie. Che di personaggi chiaroscurali, per usare un eufemismo, ne ha visti ben altri. Da Ivan il Terribile a Stalin.

Ma oggi lo Zar è diventato ben altra cosa. Un vero demone per i media occidentali. Che riesce a mettere il suo zampino in tutto. Dalle rivoluzioni anti-francesi in Africa, alle proteste dei trattori in tutta l’Europa Occidentale.

Una demonizzazione stupida, inutile. E, soprattutto, controproducente. Perché più la propaganda del, cosiddetto, Occidente Collettivo dipinge li Zar a tinte fosche, più la sua figura ingigantisce agli occhi del resto del mondo.

Che lo vede come l’alfiere, il paladino della lotta contro l’arroganza americana ed europea. Contro quella piccola porzione di mondo “ricco e corrotto”, il nostro, che vive a spese di tutti gli altri popoli del globo.

Un ruolo, ne sono convinto, cui Putin non aspirava. Anzi, che neppure si sognava di poter rivestire.

Da politico realista cercava, destreggiandosi fra mille difficoltà, di riportare Mosca al tavolo delle decisioni che contano. Pronto a compromessi con Washington e le Cancellerie Europee. Disponibile, sembra, persino ad entrare nella NATO…

PUTIN: L’accordo con l’Ucraina era firmato già a marzo 2022. Dopo il ritiro delle truppe russe da Kiev, lo hanno stracciato

Gli hanno regalato, invece, il ruolo di Grande Nemico. E lui vi si sta trovando sempre più a suo agio.

L’Occidente Collettivo lo ha creato, con una ossessività che sta, di giorno in giorno, diventando sempre più smisurata. Paranoica.

Strano modo di credere alla propria propaganda. Facendo crescere, e nutrendo, la propria Nemesi.

Andrea Marcigliano
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

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