”Il culto vegano diventato mainstream si sta sfaldando
LA PANCETTA DIVENTA “VEGANA”
Le tante agende messe in piedi nell’ultimo decennio dal globalismo neocon danno segni di sfaldamento e tra queste anche il culto vegano diventato mainstream quando è entrato nel perverso giro di narrazioni catastrofiste sul clima… si sapete le mucche, i peti e tutte questa assurde stronzate. Parlo di culto non di una dieta che ognuno è libero di seguire senza però l’ambizione di rappresentare verità rivelate, ricette come fossero racconti evangelici e imperativi categorici appresi dalle pagine patinate su cui scrivono gli imbonitori di mestiere che da 50 anni ripetono le solite trite ricette del cibo cosiddetto sano: la migliore ricerca, non legata ad interessi diretti della fabbrica della salute o meglio della malattia, ha già falsificato questi miti che si continuano ipnoticamente a propalare anche perché sono la base per lo smercio di miliardi di farmaci, la più parte del tutto inutili. E ora si presentano anche come la salvezza del pianeta.
Dicevo che anche questa agenda si comincia a sfaldare perché il giro di affari dei ristoranti vegani e anche dei prodotti collegati a questa dieta si sta contraendo a dare retta ai dati che arrivano da oltre atlantico, ma ancora più significativo di questo passaggio inatteso e poco gradito ai dispensatori di grilli e vermi, dieta che consigliano mentre loro mangiano enormi bistecche come è a capitato con Zuckerberg, è il fatto che l’aggiunta di carne, uova, pancetta, salsicce fish and chips al menu di un ristorante vegano del Cheshire è stato accolto come se si trattasse della profanazione di un tempio e questo nonostante il fatto che in tutto il Regno Unito stiano diminuendo i locali solo vegani o anche solo vegetariani. Il proprietario del pub in questione ha fatto sapere che è stato costretto a reintrodurre cibi animali, per rimpolpare la clientela che andava via via scemando. Norouznia, la titolare, stima che, rimanendo un ristorante vegano, avrebbe attirato solo il 5% dei suoi potenziali clienti e vede quotidianamente molti avventori uscire dopo aver capito che si serve solo cibo a base vegetale.
Essendo culinariamente agnostico e sincretista posso apprezzare la fiorentina come un patto tanto per dire di cicoria e purè di fave e perciò sospetto che questa fuga dal vegano abbia anche un significato che va molto oltre quello della cucina in sé, ma cominci a rappresentare una presa di distanza dagli ideologismi che si sono voluti sovrapporre a preferenze di gusto o di dieta e dal proselitismo più sgradevole che circonda la semplice cucina. Almeno in questo senso vanno alcune delle lettere scritte al The Times online che ha riportato la notizia.
Ma per ultimo mi sono lasciato una chicca, il dolcetto per finire il pasto: nessuno dice mai che il consumo eccessivo di vegetali aumenta la produzione di metano dell’intestino e dunque finisce in realtà per aggiungere un potente gas serra. Ecco come ci siamo ridotti a dover discutere di cretinate assurde che non sono cibo per la mente, ma veleno allo stato puro.