Alcune fazioni politiche in Israele e in Occidente hanno fatto gli straordinari per provocare una guerra più ampia
LA PAX IRANIANA
Capisco bene il rischio che si corre a contestare ciò che sembra ovvio ed è invece semplicemente banale. Così la salva di missili iraniani su Israele appare come un ulteriore passo verso una guerra generalizzata, ma al contrario è qualcosa che potenzialmente ci allontana dall’orlo di questa prospettiva. Se soltanto lasciamo perdere le fantasie di Tel Aviv e dei servizi occidentali sui missili abbattuti in grande quantità, fabbricate per le opinioni pubbliche sempre più comatose, se diamo retta alle decine se non centinaia di filmati disponibili o a ciò che è possibile dedurre dalle analisi satellitari, la maggior parte dei missili è giunta a segno senza essere stata intercettata né dai sistemi di difesa aerea israeliana, né a quanto pare dagli intercettori di missili balistici SM-3 , i più avanzati degli Usa, lanciati da due cacciatorpediniere statunitensi nel Mediterraneo orientale.
La cosa non stupisce visto che gli iraniani hanno usato, non sappiamo in che percentuale, ordigni ipersonici, vale a dire capaci di superare i mach 5, mentre le difese occidentali possono intercettare missili con velocità fino a Mach 3, anche se spesso falliscono contro oggetti ben più lenti e hanno una percentuale di abbattimenti molto bassa. Ucraina e Arabia Saudita docent. Tenendo conto che l’Iran dispone ormai di migliaia di missili, come mostra l’infografica pubblicata in apertura, accompagnata anche da una descrizione grafica del loro raggio di azione, è chiaro che ciò costituisce un forte deterrente sia per Israele che per gli stessi Usa nell’intraprendere un conflitto generalizzato. Se scoppiasse una grande guerra, tutte le strutture americane, britanniche e della Nato in Medio Oriente diventerebbero facili prede e verrebbero distrutte o costrette ad allontanarsi dalla regione. Inoltre, un’interruzione del flusso di petrolio greggio dal Golfo Persico che è sotto il tiro di Teheran, assesterebbe un colpo devastante alle economie dei paesi del G7 nel momento in cui sono, al di là dei tecnicismi, in recessione.

A questo si deve aggiungere che i contatti ad altro livello tra Mosca e Teheran, tenutisi poco prima dell’attacco con la presenza del l° Primo Ministro russo Mikhail Mishustin, fanno credere che la Russia possa avere fornito all’Iran una garanzia di assistenza nucleare nel caso Israele voglia usare il suo arsenale atomico nascosto e dunque internazionalmente illegale. Insomma, la riuscita operazione di ritorsione induce a sperare che l’insensata marcia verso la terza guerra mondiale si sia schiantata contro la realtà o comunque abbia subito una battuta di arresto. E poi c’è Hezbollah: secondo un rapporto di 130 pagine intitolato “La più mortale di tutte le guerre”, preparato da un gruppo di sei think tank israeliani e basato su tre anni di ricerca e sulle opinioni di oltre 100 esperti di difesa israeliani, il “Partito di Dio” sarebbe in grado di lanciare da 2.500 a 3.000 razzi al giorno contro obiettivi specifici in Israele. Essi hanno il potenziale per distruggere le difese aeree dell’Iron Dome e/o esaurirne in pochi giorni le scorte di missili intercettori “Fionda di Davide”.
Alcune fazioni politiche in Israele e in Occidente hanno fatto gli straordinari per provocare una guerra più ampia, coinvolgendovi sia l’Iran che gli Stati Uniti. Alcune voci filoisraeliane sono entusiaste di questa prospettiva assolutamente folle e surreale che nasce dalla convinzione che Israele sia in qualche modo dotato di superpoteri e possa trasformare istantaneamente chiunque voglia in un mucchio di cenere fumante. Sembrano anche credere, in maniera stupida, che uccidendo Hassan Nasrallah, Israele abbia eliminato Hezbollah. In effetti, il gruppo più fanatico di sostenitori di Israele ha un’illusione molto infantile e pericolosa che forse la raffica di missili iraniana ha messo in crisi.
Quindi può darsi che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane vedremo i leader occidentali tirare il freno a mano e compiere una svolta di 180 gradi. Forse alla fine arriveranno alla conclusione che è molto meglio sacrificare Benjamin Netanyahu piuttosto che seguire i pazzi fanatici e commettere un suicidio collettivo. La pace oggi non è affidata a una buona volontà che in Occidente non esiste più, ma alla potenza militare degli avversari che si sono scelti nella loro cieca tracotanza.
