Labatut ci invita a riflettere su come il desiderio di conoscenza possa spingere l’umanità verso i confini dell’ignoto
“LA PIETRA DELLA FOLLIA” DI BENJAMÍN LABATUT
di Riccardo Alberto Quattrini
Il titolo stesso, “La pietra della follia“,(1) richiama un dipinto di Hieronymus Bosch, “Cura della follia” o “Estrazione della pietra della follia”, che raffigura una superstizione medievale secondo cui la pazzia era causata da una pietra nel cervello, rimossa chirurgicamente. Questo riferimento sottolinea l’idea di una ricerca ossessiva della verità che può condurre alla follia. Inoltre, l’opera si collega al precedente libro di Labatut, “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”(2), che esplora le vite di scienziati le cui scoperte hanno avuto conseguenze profonde e spesso inquietanti.
È un’opera che intreccia narrativa e saggio, esplorando i confini tra razionalità e follia attraverso figure emblematiche della scienza e della letteratura. Pubblicato in Italia da Adelphi nel 2021, il libro si inserisce nella collana “Microgrammi” e offre una riflessione profonda sulla conoscenza e i suoi limiti.
Bibliografia
Opere di Benjamín Labatut
- “La pietra della follia” (2021)
- Pubblicato da Adelphi nella collana “Microgrammi”.
- Riflessione su scienza, follia e limiti della conoscenza.
- ISBN: 9788845936347.
- “Quando abbiamo smesso di capire il mondo” (2020)
- Pubblicato in Italia da Adelphi.
- Esplora il confine tra progresso scientifico e le sue conseguenze imprevedibili.
- ISBN: 9788845935074.
Fonti e approfondimenti
- Hieronymus Bosch: “Cura della follia”
- Studio del dipinto che ispira il titolo e parte del tema del libro.
- Disponibile su cataloghi d’arte o siti di analisi storica dell’arte.
- Saggi su Lovecraft e il suo impatto:
- Joshi, S. T. (1996). H.P. Lovecraft: A Life. Hippocampus Press.
Un riferimento critico completo su Lovecraft, con particolare attenzione al contesto culturale delle sue opere.
- Joshi, S. T. (1996). H.P. Lovecraft: A Life. Hippocampus Press.
- David Hilbert e i limiti della matematica:
- Hilbert, D. (1900). “Mathematical Problems.”
Il discorso originale sui 23 problemi matematici presentato al Congresso Internazionale dei Matematici a Parigi.
- Hilbert, D. (1900). “Mathematical Problems.”
- Philip K. Dick e la percezione della realtà:
- Dick, P. K. (1981). How to Build a Universe That Doesn’t Fall Apart Two Days Later.
Un saggio che offre spunti sulla filosofia dell’autore e sul tema della realtà alternativa.
- Dick, P. K. (1981). How to Build a Universe That Doesn’t Fall Apart Two Days Later.
- Sul rapporto tra scienza e follia:
- Foucault, M. (1961). Storia della follia nell’età classica.
Un classico per comprendere il legame tra follia, conoscenza e potere.
- Foucault, M. (1961). Storia della follia nell’età classica.
Recensioni e articoli
- DeBaser:
- Recensione di La pietra della follia: DeBaser.it
Analisi dei temi e delle implicazioni dell’opera.
- Recensione di La pietra della follia: DeBaser.it
- State of Mind:
- Articolo su Benjamín Labatut e le sue opere: StateOfMind.it
Riviste accademiche e siti utili
- Project MUSE (per articoli accademici su scienza e letteratura).
- JSTOR (per approfondimenti su Hilbert, Lovecraft e Dick).
- Treccani Online (per contesto filosofico e storico).
Approfondimenti del Blog
Libro vincitore del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica 2022
La nascita della scienza moderna in un lussureggiante intrico di storie
«Nel suo appassionante viaggio tra le scoperte che hanno rivoluzionato il nostro modo di vedere il mondo, Benjamin Labatut ribalta ogni luogo comune su chi le ha compiute. E soprattutto sul loro metodo: più visionario che positivista» – Marino Niola, Robinson
«Si accendono come visioni, come improvvise epifanie, i capitoli di Quando abbiamo smesso di capire il mondo» – Left
«La matematica e la scienza raccontate come un’inquietante, grandissima storia di fantasmi» – Philip Pullman
C’è chi si indispettisce, come l’alchimista che all’inizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama «blu di Prussia» e si lascia subito alle spalle quell’incidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dell’elisir. C’è chi si esalta, come un brillante chimico al servizio del Kaiser, Fritz Haber, quando a Ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole; o quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di Prussia si può ottenere un pesticida portentoso, lo Zyklon. E c’è invece chi si rende conto, come il giovane Heisenberg durante la sua tormentosa convalescenza a Helgoland, che probabilmente il traguardo è proprio questo: smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare. È la via che ha preferito Benjamín Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.