”Lilith è considerata oggi da molte donne un’icona femminista, una delle prime ad aver rifiutato di sottomettersi a un uomo, a non ritenersi inferiore al genere maschile
LA PRIMA FEMMINISTA
LILITH, DANNATA PERCHÉ LIBERA
Tutti conosciamo Eva. Compagna di Adamo nata dalla sua costola, seconda donna dell’Eden. Sì, seconda. Non tutti conoscono infatti la storia della prima donna che mise piede nel Giardino: Lilith. Vista per secoli come un demone notturno assassina di bambini, Lilith divenne col tempo un simbolo dell’emancipazione femminile, di quella scintilla di vita e passione che Adamo tentò di spegnere, ma non ci riuscì. Piuttosto che sottomettersi, Lilith scelse l’esilio
Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella religione ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi, assieme ad altri culti e miti, durante la prigionia di Babilonia. Noi analizzeremo la versione ebraica che la vede come la prima moglie di Adamo e anche come il primo demone.
Per la sua storia, per le scelte che l’hanno portata, nella Genesi e nella Bibbia, a diventare un personaggio emblematico, Lilith è considerata oggi da molte donne un’icona femminista, una delle prime ad aver rifiutato di sottomettersi a un uomo, a non ritenersi inferiore al genere maschile.
Tuttavia, di lei non si parla molto: chi conosce la sua storia è perché è interessato all’argomento. Al catechismo, in chiesa, non si parla mai di questa donna che si è opposta ed è scappata da casa pur di non essere solo un accessorio, divenendo un vero e proprio demone. Il motivo è probabilmente perché si potrebbe provare simpatia per lei che non è esattamente ciò che la religione cristiana chiamerebbe una brava cristiana.
Lilith: le origini nei testi sacri
Apparentemente la figura di Lilith sembra essere esistita da sempre. La sua prima apparizione è in una lista di demoni sumerici del 2400 a.C., dove viene descritta una schiera terrificante di Lilu, che sono dei demoni che, come fa sapere la studiosa Diana Carvalho, «fanno visita agli uomini mentre dormono per sedurli e dare alla luce bambini mostruosi».
La figura del demone dell’oscurità è presente anche in altre tradizioni antiche, come in quella degli egizi, dei greci, degli israeliti e degli ittiti. Per quanto riguarda invece la Bibbia, viene citata solamente una volta in Isaia: [Le bestie feroci del deserto si incontreranno anche con le bestie feroci dell’isola, e il satiro griderà al suo compagno; anche la civetta si riposerà lì, e si troverà un luogo di riposo. Isaia 34, 14], sebbene il suo nome venga tradotto con i termini “gufo” o “strega notturna”, associandola sempre all’oscurità.
A dare più informazioni sul personaggio sono, invece, gli ebrei, in particolare nel testo del L’ Alfabeto di ben Siracide, che risale all’Alto Medioevo, si descrive Lilith come la prima moglie di Adamo, precedente ad Eva, creata da Dio come aveva creato anche l’uomo, quindi dalla Terra.
Di lei si dice che litigasse spesso con Adamo e il motivo era che la donna non aveva intenzione di sottomettersi:
«Ella disse ‘Non starò sotto di te,’ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra. Lilith rispose ‘Siamo pari l’una dell’altro poiché entrambi siamo stati creati dalla terra.’»
E, a questo punto, non possiamo non chiederci come mai oggi la prima donna sia considerata la prima icona femminista e perché questa storia, che vede l’uomo e la donna creati entrambi dalla Terra, sia più apprezzata dalle donne rispetto a quella che vede Adamo creato dalla Terra (Genesi, 1,27), mentre Eva da una costola di Adamo (Genesi, 2,7).
Dopo quel dialogo, Lilith sarebbe scappata dall’Eden, si sarebbe rifugiata tra i demoni del deserto e avrebbe rifiutato di tornare nel Paradiso Terrestre anche dopo che gli angeli mandati da Dio volevano riportarla indietro.
Della donna le leggende dicono anche che fosse un demone infanticida, poiché Dio le aveva tolto i suoi figli e quindi lei scagliava la sua sofferenza e la sua rabbia contro le donne incinte e i neonati. Per contrastarla ai tempi si utilizzavano degli amuleti con i nomi dei tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof) a cui aveva promesso lei stessa di lasciar stare i bambini ogni volta che avesse letto il loro nome o visto una loro immagine.
Si pensa, in più, che la madre di Caino, il primo assassino della storia, non fu Eva ma Lilith. A differenza di Eva e Adamo, poi, non fu condannata alla mortalità, poiché non aveva toccato l’Albero della Conoscenza ma era solo scappata dal Paradiso.(1)
L’aspetto di Lilith
Dalle scritture si può notare come Lilith fosse una donna forte capace di far valere la sua opinione, o almeno di non accettare la propria condizione. Ma per quanto riguarda il suo aspetto?
In realtà con il tempo l’aspetto Lilith è sempre più cambiato, coinvolgendo persino Sirene, Arpie, Lamie e tanto anche figure. Ma, secondo l’iconografia cristiana, Lilith era alle origini una bellissima donna, con una bellezza sovraumana. Ma, piano piano, le sue rappresentazioni sono cambiate.
La vediamo come una donna con degli artigli da rapace al posto dei piedi, con la coda da sirena, gli occhi di fuoco, le ali da pipistrello (spuntatale dopo aver pronunciato il nome segreto di Dio), con una leggera peluria in alcuni punti, ma sempre con dei lunghi e ricci capelli rossi.
Nell’Ottocento i pittori la disegnavano come una donna bellissima, con i peli, gli zoccoli, gli occhi di fuoco, la pelle blu o argentea e i capelli ricci e lunghi, rossi oppure dorati.
Il mito di Lilith oggi
Oggi Lilith è la prima donna femminista, la prima che si è opposta alla supremazia maschile e che, per questo, è stata costretta a scappare dal Paradiso, per essere libera e avere la propria indipendenza, per considerarsi e per venir considerata come una persona e non come un oggetto creato per non far sentire solo l’uomo.
Il suo personaggio è abbracciato sia dal movimento femminista che da quello Wicca, fino a farlo diventare il simbolo dell’emancipazione e della forza femminile. Anche il fatto che spesso venisse rappresentata con i peli è un dato che è andato a suo favore, poiché oggi si cerca di far accettare alla società il fatto che anche le donne, come gli uomini, hanno i peli per natura.
Ma soprattutto Lilith è ricordata e venerata per il suo aver detto “no”. Oggi è celebre la frase «no means no», che vuole dire “no significa no”, ed è proprio quello che ha fatto la prima donna: si è rifiutata di venire considerata un essere inferiore, ha detto no al proprio presente per costruire da sé un futuro in cui ha potuto scegliere lei stessa chi essere.
Tuttavia, questa considerazione della donna di Lilith nel femminismo è contrapposta a quella cattolica che vede la donna come sottomessa (sebbene bisogna ricordarsi che Gesù Cristo credeva nell’uguaglianza e nel perdono, tanto da perdonare e considerare come persone anche le prostitute) all’uomo, come donna che deve occuparsi della famiglia e della casa, un’immagine che oggi non è e non deve essere vista di buon occhio.
Ovviamente quella di Lilith è solo una leggenda e ognuno è libero di crederci oppure no, ma quanto è affascinante pensare a una prima donna che riesce a dire no e a scappare dall’Eden solo per essere libera?
Riccardo Alberto Quattrini
Note:
(1) Dio mandò tre angeli per riportarla indietro. Poi disse a Adamo: “Se accetta di tornare, ciò che è fatto è buono. In caso contrario, farò che cento dei suoi figli muoiano ogni giorno.” Gli angeli lasciarono Dio e inseguirono Lilith, che raggiunsero in mezzo al mare, nelle acque potenti dove gli egiziani erano destinati ad affogare. Le riferirono la parola di Dio, ma ella non volle tornare. Gli angeli dissero: “Noi ti annegheremo nel mare.”
“Lasciami!” disse. “Sono stata creata solo per causare malattie ai bambini. Se il bambino è maschio, ho dominio su di lui per otto giorni dopo la sua nascita, e se femmina, per venti giorni”.
Quando gli angeli ascoltarono le parole di Lilith, insistettero perché tornasse indietro. Ma lei giurò loro nel nome del Dio vivente ed eterno: “Ogni volta che vedrò te o i tuoi nomi o le tue forme in un amuleto, non avrò alcun potere su quel bambino.” Ha anche accettato di far morire cento dei suoi figli ogni giorno. Di conseguenza, ogni giorno muoiono cento demoni, e per lo stesso motivo scriviamo i nomi degli angeli sugli amuleti dei bambini piccoli. Quando Lilith vede i loro nomi, si ricorda il suo giuramento, e il bambino guarisce.
Lilith è un capro espiatorio pronto: una donna demoniaca, potente e sessuale su cui può essere facilmente attribuita la colpa per la scorrettezza sessuale. In questo modo, le concezioni di Lilith creano effettivamente lo spazio per la devianza dalla norma sessuale, fornendo agli uomini ebrei non solo una spiegazione per i loro pensieri o azioni “impuri”, ma anche una giustificazione. (Alfabeto di ben Siracide. Wikipedia)
Incipit: Frammenti Rivista (Azzurra Bergamo)
Fonti: Cup of Green Tea. https://cupofgreentea.it/lilith-prima-donna-femminista/