Se il Quirinale parla o tace a seconda del mal di gola andiamo male
LA RAUCEDINE DI MATTARELLA, L’IPOCRISIA DEI LEGALITARI
L’inquilino del Quirinale ha spiegato a Piantedosi ed al globo terracqueo che: “I manganelli contro bambocci di 15 anni esprimono un fallimento dell’autorevolezza delle forze dell’ordine e dello stato ” . Bravo, bene, bis. Già, manca il bis. Perché l’inquilino del Quirinale era rimasto rigorosamente muto quando lo stato e le forze dell’ordine avevano manganellato ed usato gli idranti contro padri e madri di famiglia al porto di Trieste. Sarà stato sicuramente un problema di raucedine, poiché nessuno può permettersi di pensare che, per Mattarella, esistano due pesi e due misure.
Come nel caso dell’assalto alla sede della Cgil, con successiva devastazione, e dell’assalto alla sede dell’associazione Pro Vita, sempre con devastazione annessa. Nel primo caso indignazione a reti unificate, nella seconda raucedine contagiosa che impediva di indignarsi.
Ma se il Quirinale parla o tace a seconda del mal di gola, i legalitari perdono ogni buona occasione per stare zitti. I bambocci, secondo loro, andavano riempiti di legnate perché non avevano rispettato le indicazioni dei rappresentanti dello stato. Che, con la consueta imparzialità, considerano ambasciata, consolati e associazioni culturali russe come luoghi normali davanti ai quali bivaccare, protestare, manifestare. Mentre ambasciate e consolati di Stati Uniti e Israele sono obiettivi sensibili che non devono essere avvicinati. Si può manifestare in chiesa ma bisogna restare a 10 km di distanza da una sinagoga.
Lo stabilisce lo stato, dunque si può solo ubbidire senza protestare. È la buona borghesia legalitaria, quella che poi frigna se il suo amato stato aumenta le tasse e taglia le pensioni. Quella che si indigna, chiusa in casa, se lo stato – rispettando le proprie leggi assurde – rimette in libertà spacciatori e borseggiatori. Se lo stato, applicando leggi che si è dato, condanna un gioielliere che si è difeso ed impone di risarcire i rapinatori.
D’altronde la piccola buona borghesia legalitaria mica può andare in piazza a protestare contro lo stato che vieta la protesta. È questa buona borghesia legalitaria e senza spina dorsale la responsabile principale del declino italiano. Sempre pronta a chinare il capo di fronte ai soprusi dello stato, sempre in prima fila a difendere chi non la difende. Non è la borghesia che aveva affrontato le trincee e, prima, le guerre di indipendenza. È la piccola ignobile borghesia del “non ci sono più le mezze stagioni”. E non si arriva neppure più al “piove, governo ladro” per non offendere i ministri che ci fanno soffrire ma per il nostro bene.