Non so se la giornata di ieri possa definirsi storica

LA REINVENZIONE DEL MONDO


Non so se la giornata di ieri possa definirsi storica: ma se in futuro si dovesse definire una data per un cambiamento d’epoca il 22 ottobre del 2024 potrebbe essere uno dei giorni più significativi dal punto di vista simbolico, perché l’apertura del 16° vertice dei Brics nella città russa di Kazan sta effettivamente delineando concretamente un mondo nuovo. E questo viene avvertito ovunque per numerose ragioni: perché ai nove Paesi che fanno parte di questa organizzazione se ne vogliono aggiungere altri 40; perché il Pil combinato degli attuali membri è di oltre 60 trilioni di dollari, molto più alto del G7; perché il loro tasso di crescita medio entro la fine di quest’anno è previsto del 4%, molto superiore a quello dell’Occidente complessivo; perché la maggior parte della crescita economica per il prossimo futuro verrà dalle nazioni Brics.

Putin è stato molto prudente durante il discorso di apertura del vertice e ha detto che i Brics “Non sono un gruppo anti-occidentale, solo un gruppo non-occidentale”; è stato abbastanza vago anche sulla creazione di una valuta universale, in contrapposizione al dollaro, ma la  dichiarazione congiunta dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei Paesi che fanno parte dell’organizzazione, fa intendere che si sta lavorando alacremente a questo considerata: “la necessità di una riforma completa dell’architettura finanziaria globale per rafforzare la voce dei Paesi in via di sviluppo e la loro rappresentanza”. Del resto, il blocco formato da 9 nazioni sta sviluppando BRICS Pay, un sistema decentralizzato e indipendente che differisce significativamente dal sistema di pagamento Swift. Si tratta di un passo importante nella trasformazione del panorama finanziario globale perché mette le basi dell’ecosistema monetario Unit (vedi nota) che può essere liberamente utilizzato come riserva di valore o valuta per i pagamenti attraverso qualsiasi sistema di pagamento e compensazione aperto, fornendo al contempo stabilità del potere d’acquisto a lungo termine. Ed è al di fuori della politicizzazione del dollaro.

Ma l’importanza storica di questo vertice sta anche in ciò che succede dall’altra parte: le elezioni presidenziali americane che si svolgono tra un guscio vuoto pronto ad essere riempito con qualunque cosa vogliano le oligarchie finanziarie nord americane e un personaggio del tutto inaffidabile come Trump che non sembra in grado di cogliere il punto: ovvero la crisi in cui è entrata la “filosofia” americana dell’unipolarismo per la quale la diplomazia è una debolezza, i trattati vanno bene solo finché ne trarranno beneficio gli Usa, la guerra è necessaria per impedire permanentemente l’emergere di un rivale per gli Stati Uniti. Ci sono riusciti per mezzo secolo e attraverso un’infinita serie di colpi di stato, ricatti, rivoluzioni colorate e conflitti armati culminati con l’Ucraina e con la necessità di uno stretto controllo autoritario dei propri stessi cittadini.  Tutti sanno – e Putin per primo – che qualsiasi Paese o organizzazione internazionale che costituisca una sfida anche assolutamente pacifica al dominio planetario degli Usa è di per sé un nemico per Washington dove si è convinti di essere “il faro sulla collina” o la Nuova Gerusalemme.  Figurarsi poi se questa sfida è diretta al cuore del potere americano, ovvero il dollaro.

A Kazan il guanto di velluto è necessario, ma è scontato, almeno per Russia e Cina, che dentro ci deve essere il pugno di ferro, l’unica cosa che, nel loro degrado intellettuale, le élite americane capiscono. Tutto questo fornisce una speranza di reinvenzione dell’Europa che è stata politicamente e geopoliticamente un’appendice di Washington dal dopoguerra e la cui cultura è stata frantumata affinché non esistesse più l’idea di progresso e di giustizia sociale del tutto inconcepibile per il neoliberismo e pericolosa per i miliardari al comando dalle loro torri di guardia. Il tutto è stato sostituito dalla tecnocrazia e da idee in provetta, culti spuri come quello climatico e uso delle emozioni elementari come criterio di valutazione politica. La vacuità di questo mondo ora lo condanna a un visibile declino e imbarbarimento che appare sempre più chiaro man mano che il resto del pianeta sfugge alle grinfie del grigio e violento potere americano. Basterebbe cogliere finalmente l’occasione che man mano si va concretizzando con l’emergere di un nuovo soggetto profondamente diverso.

Nota Il BRICS Pay è l’anticipazione di un sistema monetario chiamato Unit che non si fonda su una divisa fiat, ma su un approccio pratico per creare essenzialmente “denaro apolitico” che può essere liberamente utilizzato come riserva di valore o valuta per i pagamenti attraverso qualsiasi sistema di pagamento e compensazione aperto, fornendo al contempo stabilità del potere d’acquisto a lungo termine. Esso avrà due componenti di valore: per il 40% cento oro in peso e per il 60% un paniere di valute Brics.

Redazione

 

 

 

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