Stavamo dicendo? Ah, già: la pipa!

LA SCELTA DELLA PIPA È UN ATTO SENSUALE

In un mondo in cui tutto è indifferenziato, omologato, omogeneizzato; in cui tutti fanno, o si sentono autorizzati a fare, qualunque cosa; nel quale, in nome della abolizione di ogni discriminazione di genere, si dicono un mare di sciocchezze e si propongono leggi altrettanto balorde; ecco, in questo mondo, fumare la pipa è rimasta una pratica tipicamente maschile.
Intendiamoci: non si vuole affermare che alle donne debba essere sconsigliato, o peggio, precluso fumare la pipa. Al contrario! Ogni volta che ho visto una donna stringere tra i denti una bella pipa fumante ho pensato che ciò accrescesse la sua femminilità.
Resta, tuttavia, il fatto che a fumare la pipa siano in prevalenza uomini.
Eppure, nel corso dell’ultimo secolo e più, le donne si sono appropriate di tutta una serie di attività che, fino all’inizio del Novecento, venivano considerate a completo appannaggio dei maschi, dallo svolgere i più vari lavori, all’abbigliamento, al fumare. Non sono lontani i tempi in cui una donna che stringeva tra le dita una sigaretta accesa veniva considerata una poco di buono. Poi tutto è cambiato.

Senza voler fare dello psicologismo di bassa lega, forse ciò è dovuto al fatto che la pipa è donna. O, per meglio dire, l’uomo vede nella pipa un oggetto che riassume le doti di femminilità, grazia e piacevolezza che, nel suo immaginario, considera tipiche dell’altro sesso.

Come si approccia, infatti, l’appassionato del lento fumo a una pipa?

Prima la sogna, la immagina. Si collega a un sito specializzato e consulta le immagini proposte. “Questa sì e quella no” mormora tra sé e sé. Poi quando ritiene di essere pronto al nuovo acquisto si dirige dal fornitore di fiducia e chiede al negoziante di mostrargli i pezzi adeguati ai suoi gusti e alla sua intenzione di spesa. Per restringere il campo espone le sue preferenze in fatto di forma, colore, marca, nazionalità. Il tabaccaio ammicca, sorride e tira fuori dai cassetti i suoi pezzi. L’acquirente osserva, soppesa, accarezza, annusa; sarebbe anche tentato di succhiare i bocchini, ma si astiene dal farlo per ovvie ragioni di igiene. Tutti i suoi sensi sono coinvolti nella scelta. Perché scegliere una pipa è atto eminentemente sensuale. Infine, ne prende una: non sarà mai del tutto sicuro di aver individuato il pezzo che gli piace di più. Ma per quell’altro che lo attraeva anche molto ci sarà tempo. Sarà per un’altra volta.

Poi, paga ed esce. L’acquisto lo riempie di eccitazione e, diciamolo pure, di gioia. Non vede l’ora di trovare un posto tranquillo per poter finalmente riempire il fornello di buon tabacco e di accendere. Sa già che la prima fumata, come quelle immediatamente successive, saranno tutt’altro che appaganti. Con la pipa nuova bisogna avere pazienza, coccolarla, trattarla con cura e gentilezza: insomma, tra fumatore e pipa nuova, si deve creare un rapporto di confidenza. Ma se i preliminari saranno adeguati, il fumatore sa che quella pipa potrà essere, salvo incresciosi imprevisti, una fedele compagna per tutta la vita.

Ora, non so voi: ma io in tutto ciò vedo lo stesso rapporto che un uomo (sì, un uomo!) ha quando corteggia una donna. Con la differenza che, con le pipe, l’uomo soddisfa anche la sua atavica “voglia di harem”, cosa che, con le donne in carne ed ossa, rimarrà soltanto un desiderio insoddisfatto.

Bartolo Collo

 

 

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