Viviamo in una specie di realtà virtuale
LA SCOPERTA DELL’AMERICA E ALTRE BAGATELLE
di Andrea Marcigliano
Talvolta ho la sensazione – ed anche ben più di una semplice sensazione – che viviamo, inconsapevoli, in una specie di realtà virtuale. Costruita, ad arte, per noi. Insomma, per essere più espliciti, in una menzogna. Colossale.
Prendiamo un esempio, facile facile…
La Scoperta dell’America. Colombo con la Nina, la Pinta, la Santa Maria che crede di arrivare in India. E invece “scopre” il nuovo continente, cui, poi, darà nome Amerigo Vespucci…
Oddio, scopre… Si scopre qualcosa che, prima, nessuno conosceva… nel caso di una terra, la si scopre solo se, sino a quel momento, era stata sempre disabitata.
Ma l’America? Era, da tempo immemore – ancora difficile da stabilire da storici e paleontologi – popolata di uomini. Di culture e civiltà diverse. Ricche o meno. Raffinate o meno. Dalle genti delle grandi pianure, ai pueblo. Dai Maya agli Azteki, agli Incas … E potrei continuare a lungo.
E non si trattava neppure di un mondo completamente sconosciuto. Lontano, certo, ma sconosciuto assolutamente no.
I Vikinghi vi erano già stati. A nord, in quello che chiamiamo Canada. E vi avevano addirittura costruito delle residenze fortificate.
Ed è provato che naviganti, probabilmente mercanti, cinesi si erano spinti nell’odierno Messico. Commerciando ceramiche, e probabilmente altro, con le popolazioni e le civiltà locali.
Per non parlare, poi, dei fenici. Che, forse, sarebbero arrivati a sud. E degli irlandesi, visto cosa racconta la Navigatio Sancti Brandani…
Insomma, quella di Colombo non era certo una scoperta. Semmai un viaggio, non facile, ma come quello di tanti altri prima di lui.
Però con lui cominciò la colonizzazione del Nuovo Mondo. Ovvero la sua conquista. In armi e con la violenza. Che ha portato alla distruzione di culture e civiltà. E causato, per quanto ne sappiamo, milioni di morti tra le popolazioni locali. Portandole sull’orlo, e spesso oltre l’orlo, dell’estinzione. E distruggendone con la violenza tradizioni e civiltà.
Questo per essere, semplicemente, onesti. Senza sposare – per carità! – certe mode politically correct, che servono solo ad una cosa. A dare un più forte senso di sé a chi le fa proprie…che così si può sentire buono e giusto. Mentre, sinceramente, è solo uno stupido, funzionale ad un disegno che vuole, alla fin fine, solo annichilire ogni differenza. Non riscoprire le civiltà annullate. Ma fare di tutto il mondo un unico ketchup insapore e incolore.
La storia, anzi le storie al plurale, sono quelle che sono, e, in fondo, non ha senso stare ad elucubrare sul passato… O meglio non avrebbe senso, se non per una sola, ma ben precisa, ragione.
Prendere coscienza che molte delle cose date oggi per sicure e scontate, come appunto la Scoperta dell’America, altro non sono che… menzogne.
O più esattamente falsificazioni della realtà storica con un preciso obiettivo.
E questo, se fossimo onesti fino in fondo, ci dovrebbe portare a guardare diversamente la realtà contemporanea. Ciò che sta avvenendo qui ed ora. Non in un passato più o meno lontano.
Detto in soldoni, e senza alcuna pretesa di fare la morale (per carità!), ci permetterebbe di capire un po’ meglio il conflitto in Ucraina, quelli nel Medio Oriente, ed anche la crescente tensione con la Cina.
Insomma, ci metterebbe, per una volta, di fronte alle ragioni degli altri. E non è detto che queste ci apparirebbero poi così…inconsistenti. O meno valide di quelle cui siamo adusi. E che crediamo essere nostre.
Capiremmo di più Toro Seduto, ad esempio. O Nuvola Rossa.
Capiremmo di più le nostre storie. E, soprattutto, le nubi che si addensano intorno a questo presente.