Le origini, la portata e il “valore” da attribuire alla sculacciata come consensuale pratica erotica rimangono in gran parte occultati ai più, e la sua storia, esistente fin dalle epoche più remote, quasi del tutto sconosciuta

Particolare di una litografia francese – La scolara punita

 

Dopo aver passato un’altra interminabile giornata fingendo di essere buoni, ecco che arriva il momento per sfogare le nostre tensioni, frustrazioni o semplicemente per il piacere di lasciare una cinquina sulla chiappa della nostra lei o del nostro lui. C’è chi gradisce, chi fa finta di lamentarsi oppure chi soffre in silenzio per paura di disturbare.

Sta di fatto che la sculacciata ha origini antichissime, sia come punizione sia come pratica erotica che prende il nome di spanking.

Le origini, la portata e il “valore” da attribuire alla sculacciata come consensuale pratica erotica rimangono in gran parte occultati ai più, e la sua storia, esistente fin dalle epoche più remote, quasi del tutto sconosciuta. Raffigurazioni di flagellazioni a scopo sessuale si trovano all’interno di tombe etrusche databili al sesto secolo avanti Cristo, denominate per l’occasione Tombe della fustigazione.

Famose sono poi Le confessioni di Jean-Jacques Rousseau della seconda metà del Settecento, in cui il filosofo illuminista, nel primo capitolo dell’opera, parlando della sua infanzia racconta di quando fu sculacciato per la prima volta dalla cameriera di casa la signorina Lambercier che cominciò a punirlo con delle sculacciate. L’eccitazione provocatagli da questa punizione era tale che egli raddoppiò il numero delle sue piccole malefatte per goderne il più spesso possibile. 

“La Signorina Lambercier, nostra tutrice, esercitava in tutto su di noi l’autorità di una madre, anche per infliggerci la punizione classica data ai bambini… Chi avrebbe mai detto che questa disciplina infantile, ricevuta all’età di otto anni dalle mani di una donna di trenta, dovesse influenzar così tanto le mie propensioni, i miei desideri, tutte le mie passioni per il resto dell’esistenza… Cadere ai piedi d’una padrona imperiosa ed esser messo sulle sue ginocchia, del tutto inerme e scoperto a lei, obbedendo ai suoi ordini e implorando perdono, sono stati per me i godimenti più squisiti; e più il mio sangue s’è infiammato sforzandosi in fervide fantasie e più ho acquisito l’aspetto d’un amante piagnucolante”.

Quell’esperienza di sensualità precoce – confessa Rousseau – determinò per sempre la struttura del desiderio erotico dell’autore, che per tutta la vita continuò a ricercare il piacere nel dolore e nella vergogna, sognando segretamente di sottomettersi all’imperio di un’amante spietata.

De Sade descrive questa pratica nei suoi romanzi, così come l’austriaco Leopold von Sacher-Masoch: autori dal nome dei quali derivano le parole “sadismo” e “masochismo”. Per avvicinarsi a tempi

Un uomo frusta una donna con delle fascine (birching); incisione per il romanzo erotico La nuova Justine del marchese de Sade (1797)

più recenti, la stragrande maggioranza della pornografia inglese dell’epoca vittoriana è costituita da centinaia di migliaia d’incisioni e fotografie di donne e uomini frustati o sculacciati. Non mancano neppure, per tutto l’Ottocento, quando i giochi di sottomissione sessuale d’un uomo verso la donna erano chiamati “vizio inglese”, molteplici e variegate rappresentazioni letterarie di flagellazione (birching) e spanking: i romanzi erotici dell’epoca come The whippingam papers, The birchen bouquet ed Exibition of female flagellants, assieme all’opera buffa pornografica Lady Bumtickler’s revels hanno alimentato le fantasie di intere generazioni. L’arte della sculacciata è un romanzo uscito in Francia nel 1988 col titolo “L’art de la fessée” e poi tradotto in molti paesi (in Italia nel 1989 per l’editore Glénat Italia). L’autore è lo scrittore Jean-Pierre Enard, ma la notorietà del libro si deve alle illustrazioni di Milo Manara.

In altre culture sculacciare le donne fino e oltre l’età adulta da parte del maschio capo famiglia (padre, marito, fratello maggiore) continua a esser ancor oggi uso comune e approvato di disciplina domestica. È difatti convinzione che l’uomo in quanto guida dell’istituzione famiglia abbia il diritto, oltre che il dovere, di punire adeguatamente moglie e figli quando se ne presenti il giusto motivo.
Nella maggior parte dei paesi occidentali moderni, questa pratica di coercizione fisica ha finito col tempo per esser considerata illegittima, oltreché socialmente inaccettabile, in quanto si tratta di violenza domestica e abuso. Punizioni corporali di routine da parte di mariti nei confronti delle mogli tuttavia esiste ancora in alcune parti del mondo in via di sviluppo (e, in casi isolati, anche nei paesi occidentali).
È rimasta al giorno d’oggi come modo consensuale di erotizzazione del rapporto di coppia in ambito privato che prelude al sesso più completo. Il suo uso è specifico all’interno della galassia SM (sadomaso) più soft.

Il tipo più comune di spanking viene somministrato sulle natiche scoperte: è eseguito principalmente usando le mani nude, ma ci si può avvalere anche di una varietà di strumenti specifici quali palettecanne di legno o cuoiocinturerighelli scolasticifrustini (PaddleCaneHairbrushRulerStrap). Sono molto popolari anche altri strumenti, come rami flessibili di betulla, fruste e frustini, scarpe da ginnastica o zoccoli, spazzole per capelli, padelle da cucina, giornali arrotolati e infine anche il martinet (un flagello a più strisce di pelle dura).

Cospicui sono gli studi sulla correlazione tra le pratiche di masochismo o sadismo, come lo spanking, e traumi, autolesionismo, attaccamento e abusi. Dalla letteratura psicologica e psichiatrica si evince come, al di là dei complessi profili psicologici degli interessati e delle motivazioni profonde che li possono condurre alla perversione, queste pratiche sono più spesso frequenti in soggetti di tipo borderline. In particolare, l’individuo che sceglie di assoggettarsi a pratiche di spanking, risulta mosso da un comportamento psicologico la cui causa emotiva è, a sua volta, il senso di colpa.

Un film che tratta l’argomento sculacciata in maniera soft è Secretary (2002), diretto da , con Maggie Gyllenhaal e James Spader. È una commedia con elementi di humour nero, basata su un racconto breve tratto dalla raccolta di racconti Bad Behavior di Mary Gaitskill.
La storia. Lee Holloway è appena ritornata a casa da una clinica psichiatrica dopo essere stata ricoverata per autolesionismo. Determinata a volersi guadagnare un posto nella società, impara a battere a macchina e viene assunta come segretaria nello studio dell’avvocato E. Edward Grey. Una particolare sensibilità lega i due, prima professionalmente, poi personalmente.
Nel film vengono affrontati temi come la dominazione, la sottomissione e il Bdsm. A questa aspirazione naturale di Lee ad (auto)infliggersi dolore si sostituirà la scoperta di un nuovo mondo. Lee diventerà il ritratto della consapevolezza sessuale, formando, infine, una felice relazione con Mr. Grey (secondo me, l’autrice di Cinquanta sfumature di grigio si è ispirata a questo film, dove fatalità compare anche lì un Mr. Grey)

Maggie Gyllenhaal e James Spader in ‘Secretary’

La sculacciata erotica, nella pittura dell’Ottocento

 

Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento assistiamo al moltiplicarsi, all’interno delle tavole dei dipinti di arte erotica, della sculacciata. Sopraffazione e sottomissione, ricordi di antiche punizioni corporali (legate a un’educazione punitiva), ammissione di essere in una condizione pre-erotica che va al tempo stesso punita e portata a termine nel disdicevole e nel peccato, coscienza dell’imminente liberazione di pulsioni proibite costituiscono i complessi rinvii di una pratica che oggi non alligna più come un tempo, in modo ossessivo, nel rapporto tra educazione repressiva e spudoratezza nell’esercizio della sessualità, ma che trova uno spazio diverso, come esplorazione delle diverse integrazioni tra corpi. Anche Balthus ha prodotto un dipinto, La lezione di chitarra, in cui la lotta tra la ragazza e l’insegnante contiene tutti gli elementi di contrasto, ma al tempo stesso di violenta sensualità, che si instauravano tra adulti e ragazzi nel momento della ribellione e delle punizioni corporali ad essa collegati.

Balthus La lezione di chitarra

Le punizioni corporali, per evitare che esse potessero infliggere danni seri ai bambini, tra Ottocento maturo e Novecento si praticavano soprattutto a livello delle natiche. La punizione materna e paterna si svolgeva a mani nude, mentre nei casi in cui si volesse aumentare la pena e, al tempo stesso, eliminare un contatto equivocabile con il corpo del bambino o della bambina, si usavano ramoscelli o cinghie dei pantaloni.

Nell’ambito iconografico assistiamo spesso all’intensificarsi dell’apparire di scene a mani nude o con minuscoli frustini vegetali, che sembrano precedere il rapporto sessuale vero e proprio, in cui è il maschio (che rappresenta la figura autoritaria, fortemente attiva sessualmente) a picchiare la propria donna.

Il fascino delle natiche femminili appare, in anni antichi, anche nel quadro di un pittore macchiaiolo, che coglie così la propria moglie, mentre osserva il giardino dalla finestra, nella postura all’apparenza meno studiata, ma non per questo meno foriera di incendi. L’opera è di Vito D’Ancona. S’intitola “Vista sul pomaio”. E’ del 1873. Lei ha i fianchi contro il muro sottostate la finestra, i gomiti appoggiati, la parte anteriore del corpo protesa verso il vuoto. E leggiadro, in semitrasparenza, appare il lato B, intuibile sotto l’abito.

Vito D’Ancona. “Vista sul pomaio” (1873)

Più esplicita, in quella posa, è la giovane donna di Salvador Dalì “Ragazza alla finestra” – la sorella di Dalì – appare alla finestra in un tuttoblu di matrice spiritualista che non può nascondere la bellezza delle natiche. Qui è la compattezza soda ad innalzarle di molto sul filo della schiena, come dimostra l’ombra spessa, in direzione dei ginocchi. E in quella posizione, rotti i rapporti con la sorella, continuerà a rappresentarla, ma con frame psicanalitico ne la Giovane vergine autosodomizzata dalle corna della sua stessa castità, 1954. La posizione alla finestra rievoca una sodomizzazione o un rapporto more ferarum, la parte più arcaica del nostro ricordo sessuale.

Salvador Dalì “Ragazza alla Finestra” 
Salvator Dal’ Giovane vergine iniziata

Le natiche femminili appaiono in modo meno raffinato nello spanking d’annata. Sculacciate, diremmo noi. Cinque eliografie tratte da acquerelli anni Trenta di un misterioso P. Beloti, mostrano varie scene di spanking e altre pene corporali, con elegante biancheria femminile, frilly, calze e pizzo.

 

Spanking: la sculacciata erotica

 

La sculacciata può coinvolgere la sfera sessuale, dato che le mani e lo sguardo dello sculacciatore si trovano necessariamente molto vicini ai glutei e all’organo sessuale della vittima. Quando è un uomo a sculacciare una ragazza (oppure una donna con un ragazzo) e magari viene richiesta la nudità della vittima, è inevitabile che si crei una situazione di eccitazione sessuale di uno dei due o di entrambi.

La lingua inglese differenzia la sculacciata (punizione) dallo spanking (gioco sadomaso), quest’ultimo può essere preceduto dalla pratica del figging, che consiste nell’inserire nell’ano della persona sottomessa un pezzo di zenzero fresco e sbucciato per provocare un’immediata e forte sensazione di bruciore. Così la sculacciata perde l’aspetto di punizione e assume una valenza erotica, quando sia lo “sculacciatore” che lo “sculacciando” sono persone adulte consenzienti. Può trattarsi di un gioco erotico della coppia che precede il rapporto sessuale vero e proprio.

Questo tipo di pratica (detta appunto spanking in inglese e fessée in francese) è stata celebrata dal film francese La fessée del 1976 del regista Burd Tranbaree, dal film italiano La sculacciata del 1974 del regista Pasquale Festa Campanile con Sydne Rome; dalla canzone Hanky Panky del 1990 della cantante Madonna con il relativo videoclip.

Oggi, evidentemente, il cosiddetto spanking, rientra più nelle varietà offerte nell’ambito di un rapporto sado-maso, nella connotazione del dolore e della sottomissione, ma forse non conosce le sfumature di tipo culturale – intense nell’ambito della cultura materiale dell’atto educativo – che avevano caratterizzato la pratica erotica della sculacciata nelle generazioni precedenti. prima che anche questa punizione fosse ufficialmente bandita e considerata deleteria sotto il profilo pedagogico.

 

L’iconografia tedesca, nonostante, abbia esplorato anche lati meno cruenti, si rivela notevolmente diversa da quella francese, legato maggiormente alla giocosità e alla rielaborazione sessuale di rapporti infantili, quanto al senso di colpa della donna che doveva passare dal momento dei baci a quello del sesso.

In diversi casi, si registra, sotto il profilo iconografico, anche tra donne, in rapporti omo-erotici, nel corso dei quali si evidenzia una netta differenziazione dei ruoli o in giochi tra due donne per un uomo che guarda.

Nell’ambito iconografico assistiamo molto spesso all’intensificarsi dell’apparire di scene a mani nude o con minuscoli frustini vegetali, che sembrano precedere il rapporto sessuale vero e proprio, in cui è il maschio (che rappresenta la figura autoritaria, fortemente attiva sessualmente) a picchiare la propria donna. Da sottolineare la presenza di un filone tedesco degli anni Venti, interpretato da un disegnatore/ice che si firma Helga Bode, fortemente punitiva e sadomaso, legata alla gerarchia e ai rapporti di potere, nelle cui tavole appaiono, molto spesso. sculacciate da parte di militari nei confronti di ragazze, di professori nei confronti di bambine o la somministrazione di clisteri a bambine (le illustrazioni qui sotto).

Helga Bode

 

Helga Bode
Helga Bode
Helga Bode

La donna, nelle illustrazioni di matrice francese, sembra accettare con piacere, poiché sente di essere punita per i pensieri “impudichi” alimentati fino a quel momento; e al tempo stesso risulta eccitata dall’evoluzione di elementi arcaici di imprinting della propria sessualità e avverte la necessità di alternare sottomissione e ribellione, attraverso il libero esercizio delle azioni che ella compirà successivamente. Sotto il profilo puramente meccanico questa azione non doveva essere mai particolarmente pesante, ma intendeva far emergere i “pensieri impuri” dell’infanzia e a far affluire maggiore quantità di sangue nelle zone erogene. 

Recentemente, una scena di sculacciata (qui sotto) appare nel film 50 sfumature di grigio, come uno dei numerosi giochi erotici, all’interno di quello che appare, enciclopedicamente, come una rilettura moderna dei grandi classici erotici libertini.

Dal film 50 sfumature di grigio

Insomma, la sculacciata è presente spesso e volentieri nella letteratura erotica, passata e contemporanea.

Riccardo Alberto Quattrini

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