Zelensky è sempre più solo

LA SOLITUDINE DEL CLOWN


Zelensky è sempre più solo. Sono ormai lontani i tempi in cui il nostro comico passato alla politica, furoreggiava su tutti i palcoscenici dell’Europa Occidentale e degli States. Da Sanremo al Super Bowl. Un vero prezzemolino.

Solo gli Emiri gli dissero di no. Voleva parlare alla inaugurazione dei mondiali di calcio. Ma gli Emiri no. Non erano d’accordo. E che diamine! Loro mica sborsavano miliardi per fare pubblicità a lui…

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma fu caso più unico che raro. Per il resto il nostro appariva in pubblico accanto ai potenti dell’occidente. Che lo vezzeggiavano e, in Italia, lo abbracciavano e baciavano. Giurandogli eterno amore.

Così si era illuso. Di contare davvero qualcosa. Anzi, molto. E di non essere solo un burattino. Una comparsa nel Grande Gioco. E, come tale, sacrificabile.

Si era illuso e, soprattutto, montato la testa. Succede facilmente ai non molto intelligenti. Ed è per questo – sia detto per inciso – che esistono burattini e marionette.

Così è andato sparandole sempre più grosse.

Promettendo non solo di resistere, ma anzi, di sconfiggere l’Orso russo. E di ricacciarlo fino a Mosca. Sino oltre gli Urali.

“La vera Rus’ sono io” affermava con sicumera. Putin verrà arrestato e processato. La Russia ridotta alla sola Moscova.

Intanto mandava il suo popolo – ammesso e non concesso che lo si possa davvero considerare ucraino – al macello.

zelensky mostro

E si arricchiva. Smisuratamente. Lui e la sua famiglia. La cricca, ristretta, dei suoi amici.

Arrivavano soldi da tutti il mondo. Per combattere i russi cattivi. E una parte, non piccola, spariva nelle capienti tasche del nostro. Ville all’estero, auto di lusso… manco avesse sfondato ad Hollywood. Un sogno impossibile e irrealizzabile, sino a pochi anni prima.

Però si è montato la testa. Girando vestito come la caricatura di Rambo, con una maglietta verde militare unta e bisunta, ha finito col convincersi di essere davvero un guerriero. E un eroe. Anche se alla linea del fronte si è avvicinato ben di rado. Mai ha rischiato. Preferendo restare nascosto in un bunker. O, come dicono, in qualche tana all’estero.

Poi, però, la ruota ha cominciato a girare. Il suo atteggiamento supponente, arrogante, ha cominciato ad irritare molti. In patria e all’estero. Gli ucraini mal tollerano la violenza della SBU, gli arruolamenti indiscriminati e forzati. Il venire mandati al massacro senza speranza.

E gli europei sono stanchi. Stanchi di pagare un ingrato, capace solo di minacciare, pretendere, insultare. Persino i polacchi, sino a ieri i suoi più stretti alleati, non lo sopportano più. La questione del grano è solo la cartina di tornasole di una stanchezza, e di un fastidio sempre più evidente.

Zelensky scopino

In Indonesia credeva di essere la star. E, invece, le foto lo ritraggono solo, malvestito, in un angolo. Pressocché ignorato da tutti.

In India, Modi non lo ha voluto neppure vedere…

E a New York, l’Assemblea dell’ONU, durante il suo discorso, è andata deserta. Una vera aula sorda e grigia. Perfetta per un oratore di infimo livello.

Persino Giorgia Meloni ha evitato di incontrarlo. Preferendo una pizzeria italiana al discorso di Zelensky. Evidentemente ha capito anche lei. La stagione dei bacetti, sorrisini e abbracci è lontana. E se hanno capito in Italia… allora siamo proprio alla frutta.

Zelensky & Meloni I NO PAX

E poi i giornali americani. Il NYT non fa che parlare del fallimento della, fino a ieri enfatizzata, controffensiva. Le agenzie di intelligence cantano il de profundis all’Ucraina.

Certo, si è un po’ consolato ad Ottawa per la calorosa accoglienza di Trudeau. Ma in Canada vivono un milione e mezzo di ucraini. Vivono e votano.

Comunque, ormai il clown è sempre più solo in pista. Non fa ridere, e neppure sorridere. Fa un po’ di tristezza… anche perché non se ne rende di sicuro conto. Troppo preso da se stesso. Ma è personaggio facilmente sostituibile. E sacrificabile.

Qualcuno dovrà pur pagare per tanti disastri. E Zelensky si presta perfettamente a tale ruolo.

Probabilmente l’ultimo della sua mediocre carriera.

Andrea Marcigliano
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

 

 

 

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