Quando il passato svanisce e il presente ci sfugge di mano

“Sono morto molte volte, ma così mai” – attore etrusco

LA STAGIONE DEGLI EPITAFFI… E I MORTI SIAMO NOI

Il Simplicissimus

Accade tutto in un lampo: eventi inattesi, trasformazioni rapide e il senso di smarrimento di fronte a un mondo che cambia senza darci il tempo di capirlo


A volte accadono cose inattese ma in così poco tempo che è difficile comprendere cosa sia effettivamente cambiato. E di certo tra queste cose c’è lo straordinario mutamento di rotta prodotto da Trump che ha sorpreso tutti non solo per la sua rapidità, ma anche per la sua radicalità e trasformato in petulanti prefiche quelli che fingevano pace e volevano invece la guerra. Si è passati all’approccio a una nuova Yalta, dopo l’azione guerrafondaia delle amministrazioni Bush – Obama – Biden che seguivano la dottrina Brzezinski e il cui scopo principale era di frammentare la Federazione russa per poter affermare il potere planetario degli Usa. E soprattutto per affermare il credo ideologico ufficiale, ossia il neoliberismo, che in questa fase di tentata espansione si è proposto come globalismo, aggiungendo all’ideologia che contemplava la fine della storia, una serie di protocolli destinati a impaurire e confondere per meglio vincere le resistenze che popolazioni e Stati avrebbero opposto alla creazione di una “nuova normalità. A queste logiche, sia pure con qualche differenza, si era piegata anche la prima presidenza Trump, ma ora tutto è cambiato e per la prima volta in trent’anni Washington è stata costretta ad avviare un contatto diretto con Mosca e ad affrontare dentro questa nuova realtà, un complessivo cambiamento di rapporti. Il merito di questo va alla resistenza opposta dalla Russia ai tentativi degli Usa e della Nato di usare l’Ucraina come ariete, cosa che sta profondamente cambiando le logiche dell’Occidente.

Tutto ciò va visto alla luce di una dichiarazione di Trump, passata quasi inosservata, nella quale ha proposto che Stati Uniti, Russia e Cina dimezzino insieme le spese militari. Il fatto è che gli Usa stanno traversando una drammatica crisi del debito e devono disperatamente risparmiare sulle spese federali che sotto Biden sono andate completamente fuori controllo. Poiché molte di queste spese non possono essere tagliate senza turbare l’elettorato, quello che rimane sono sostanzialmente i costi del gigantesco apparato militare che, uniti al sistema dei servizi di intelligence e di influenza sui Paesi stranieri, ammontano complessivamente a una cifra non inferiore al triliardo e mezzo di dollari, ma probabilmente più vicina ai due. Per questo Trump sta mettendo in crisi la Nato pretendendo che i suoi membri aumentino le spese militari e non ha altra strada che cominciare a colloquiare con la Russia, la quale peraltro non ha alcun interesse a forzare la mano, visto che un governo Usa in bancarotta finirebbe per diventare un pericolo ancora più grande. In questo quadro, in un’America che non riesce nemmeno a contemplare la parola sconfitta, Trump ha cominciato a riversare tutta la colpa sugli ucraini e sul loro presidente scaduto: essi hanno sperperato il denaro americano e la cricca Zelensky lo ha anche rubato, hanno combattuto male, sono un regime dittatoriale che annulla le elezioni e usa la repressione politica contro le forze di opposizione, ma in più sono terroristi che distruggono gli oleodotti di proprietà americana sul territorio russo, come è appena accaduto. Infatti, droni di fabbricazione francese o almeno così pare dalle prime analisi, hanno attaccato l’oleodotto che dal Kazakistan porta il petrolio al Mar Nero di proprietà principalmente della Chevron oltre che di altre aziende europee.

Insomma, il destino dell’Ucraina è segnato e con esso anche quello dell’Europa divenuta totalmente irrilevante. A causa dell’intrecciarsi degli eventi e delle situazioni, si sta creando un nuovo ordine mondiale che le precedenti amministrazioni Usa hanno combattuto con tutte le loro forze, ma che ora è di fatto ineludibile pena la bancarotta, tanto più che gli Usa hanno perso terreno nella tecnologia delle armi. I burattini europei saranno spazzati via e sostituiti con altri, meno stupidi e più in linea con questa nuova stagione, ma senza che il continente conservi il peso vitale che aveva prima nell’ambito dell’impero americano, tanto che già si accenna alla possibilità che la Nato si ritiri dai Paesi baltici e da qualche Paese dell’Est. Tutto questo dovrebbe essere rincuorante, anche se è demoniaco per i fan di Kiev, ma purtroppo sono decenni che l’Europa è stata soffocata nella sua vitalità, nelle sue aspirazioni e nella stessa democrazia così faticosamente raggiunta, dall’Ue, dai suoi oligarchi, dai suoi lobbisti e dalla burocrazia, tanto che lo stesso Draghi ha pateticamente lanciato l’allarme con quel “fate qualcosa” dell’ultimo momento. Proprio lui che ha fatto sin troppo per arrivare a questa situazione: ormai il continente ha poco da offrire e anche se lo avesse non riuscirebbe a svilupparlo dentro questo sistema assurdo e necrotico. L’unica cosa che si può scrivere è l’epitaffio su questa stagione dell’Europa e sulla Ue che potrebbe essere quello inciso sulla tomba di un attore etrusco: “Sono morto molte volte, ma così mai”.

Redazione

 

 

 

 

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