Pinocchio non è solo una favola per bambini, ma un racconto ricco di simboli e significati universali

 

Tratta da Sociologicamente

LA STRADA E IL MARE DI PINOCCHIO

la soglia metamorfica e il simbolismo collodiano

di Riccardo Alberto Quattrini

Nel cuore del racconto di Pinocchio di Carlo Collodi si nasconde un mondo di simboli e metafore che trascende il semplice intreccio narrativo. La soglia metamorfica, ovvero il punto di passaggio tra uno stato dell’essere e un altro, è un tema centrale nell’opera, dove ogni trasformazione racchiude un profondo significato esistenziale e morale


La frase “La strada e il mare di Pinocchio” che da il titolo all’articolo racchiude in poche parole due simboli fondamentali nell’opera di Carlo Collodi: la strada, emblema del viaggio terrestre e concreto, e il mare, che rappresenta la profondità, l’infinito e il subconscio. Il viaggio iniziatico, il cammino verso la maturità e la scoperta di sé. Per Pinocchio, la strada è ricca di deviazioni, ostacoli e incontri che rappresentano le prove della vita. Questo tema si lega al concetto della libertà di scelta: ogni bivio richiede una decisione, e ogni errore comporta una lezione.

La strada è il mondo reale, con le sue regole e difficoltà. Per Pinocchio, percorrerla significa affrontare le responsabilità e scoprire il valore della fatica.

“La strada era lunga e il sole scottava, ma Pinocchio continuava a camminare…” (Le avventure di Pinocchio, cap. 7)

Il mare, invece, è il regno dell’inconscio e del mistero. Nelle profondità marine, Pinocchio vive l’esperienza più intensa della sua metamorfosi, entrando nella pancia del Pescecane. Qui il mare diventa simbolo di una rinascita: il passaggio da una condizione di errore e inconsapevolezza a una nuova consapevolezza di sé.  Il mare è imprevedibile e senza confini, rappresentando il destino e l’ignoto. Per Pinocchio, attraversarlo significa affrontare le paure più profonde.

“Il mare era nero, nero come l’inchiostro, e il povero burattino si sentì perduto.” (Le avventure di Pinocchio, cap. 34)

La “strada” e il “mare” costituiscono un dualismo universale, due poli della condizione umana:

La strada richiama il movimento lineare, l’impegno quotidiano e il rapporto con il mondo esterno.

Il mare evoca la ciclicità, il profondo e l’interiorità.

In Pinocchio, il dualismo tra questi elementi sottolinea la necessità di bilanciare il reale e l’immaginario, la ragione e l’emozione, per raggiungere una crescita armoniosa.

Questa frase, se letta in chiave simbolica, suggerisce che l’essenza del viaggio di Pinocchio (e dell’essere umano) è un equilibrio tra il concreto e il misterioso, il visibile e l’invisibile, la terra e il mare.

♣♣♣

Il “Pinocchio” di Carlo Collodi è un’opera emblematica per comprendere questo concetto. Il burattino che si trasforma in bambino rappresenta una metafora della crescita e della maturazione. Tuttavia, il simbolismo di Collodi va oltre una semplice lettura educativa. Ogni metamorfosi nel testo – dal burattino che prende vita all’asino che si libera per tornare umano – incarna il passaggio attraverso una soglia simbolica.  Al centro della storia troviamo il tema della soglia metamorfica, quel momento di passaggio tra uno stato dell’essere e un altro, che segna una trasformazione profonda.

La soglia come momento di cambiamento

In Pinocchio, ogni esperienza chiave del protagonista lo porta a una soglia: una linea immaginaria che divide il vecchio dal nuovo. Questi passaggi non sono mai facili; comportano lotte, errori e, a volte, sofferenza. Ma è proprio attraverso questi momenti che Pinocchio cresce.

Dal legno alla vita
Il burattino prende vita, ma la sua essenza è ancora incompleta: Pinocchio è vivo, ma non umano. Questo passaggio simboleggia la nascita dell’individualità, un primo passo verso il riconoscimento di sé.

“Come! disse Geppetto con una voce che pareva uno starnuto e si fregò gli occhi. Ma di dove gli saranno usciti questi capelli così lunghi?” (Le avventure di Pinocchio, cap 3)

Dal burattino al bambino: Il percorso di Pinocchio è un viaggio verso la scoperta di sé. Nasce come burattino, una creatura incompleta, e desidera diventare un bambino vero. Questo desiderio non è solo fisico, ma anche morale: per essere umano, deve imparare cosa significhi essere responsabile.

“Perché io sono un burattino e tu una bambina, e tutti lo sanno che i ragazzi, quando stanno male, hanno sempre vicino qualcuno che si cura di loro…” (Le avventure di Pinocchio, cap. 16)

Il Paese dei Balocchi: Qui Pinocchio sperimenta cosa succede quando si abbandonano i propri doveri. La trasformazione in asino rappresenta un monito: senza impegno e disciplina, si rischia di regredire.

“Che vergogna, diventare un asino!” pensava tra sé il burattino, mentre continuava a saltare e a ballare.” (Le avventure di Pinocchio, cap. 32)

La pancia del Pescecane: Questo episodio simboleggia un momento di profonda riflessione. È come scendere nel buio per ritrovare la luce: un’esperienza necessaria per rinascere cambiati.

“Quando si nasce burattini, è molto difficile morire uomini.” (Le avventure di Pinocchio, cap. 36)

La metamorfosi di Pinocchio si collega a un tema universale che attraversa la letteratura e la mitologia. Pensiamo a Ulisse, che torna a Itaca trasformato dall’esperienza, o a Gregor Samsa, il protagonista de La metamorfosi di Kafka, dove il cambiamento assume toni tragici. Anche nelle fiabe, come La Bella e la Bestia, la trasformazione simboleggia la crescita interiore e la scoperta dell’autenticità. Come Pinocchio, questi personaggi attraversano una soglia che li separa dalla loro vecchia esistenza.

Simboli che raccontano la trasformazione

Collodi usa immagini semplici ma potenti per raccontare queste metamorfosi:

Il legno di Pinocchio: Il burattino è fatto di legno, un materiale vivo, grezzo, che può essere trasformato. È un simbolo della potenzialità: Pinocchio non è ancora “fatto e finito”, ma ha tutto ciò che serve per diventare umano.

I fili invisibili: Anche se Pinocchio cammina e parla, è ancora legato dai “fili” del desiderio, delle paure, delle tentazioni. Diventare un bambino significa spezzare questi legami e conquistare la libertà.

La Fata Turchina: Non è solo una figura magica, ma anche il simbolo della guida, della cura e della trasformazione. È lei che accompagna Pinocchio nelle sue metamorfosi, ma senza mai sostituirsi al suo percorso.

“Non ci sono né fate né magie che ti possano aiutare: sei tu che devi cambiare.”(Le avventure di Pinocchio, cap. 25)

Dal punto di vista psicoanalitico, Pinocchio incarna la lotta tra desiderio e dovere, rappresentata dal contrasto tra il Paese dei Balocchi e la guida del Grillo Parlante. Bruno Bettelheim vedeva in Pinocchio un percorso di crescita psicologica: la Fata Turchina, con il suo ruolo di guida e madre simbolica, richiama l’archetipo junghiano della Grande Madre, mentre le trasformazioni di Pinocchio rispecchiano il superamento di conflitti interiori legati all’identità e alla libertà.

Il tema della trasformazione di Pinocchio ha ispirato numerose rappresentazioni visive, dal classico film animato di Disney (1940), che enfatizza la lotta tra innocenza e tentazione, fino alla recente versione di Guillermo del Toro (2022), dove la metamorfosi assume toni più oscuri e filosofici. Anche nell’arte contemporanea, il passaggio da burattino a bambino è stato rappresentato come un simbolo di libertà e autenticità.

“Chi non si corregge a parole, si corregge con i guai.” (Le avventure di Pinocchio, cap. 8)

Il valore educativo della metamorfosi

Collodi scrisse Pinocchio in un periodo in cui l’educazione stava diventando centrale nella costruzione della società italiana post-unitaria. Potresti collegare la trasformazione del burattino a una riflessione sull’importanza dell’educazione e della disciplina per raggiungere la “verità” e l’autenticità.

Pinocchio e il nostro viaggio

Il racconto di Pinocchio parla a tutti noi. Chi non ha mai avuto paura di crescere, sbagliare o affrontare le proprie responsabilità? La soglia metamorfica è quella linea che tutti attraversiamo: lasciare il conosciuto per affrontare l’ignoto, accettare il cambiamento per diventare ciò che davvero siamo.

Non dobbiamo dimenticare che Collodi scrisse Pinocchio in un’Italia post-unitaria, dove l’educazione era vista come il fondamento della costruzione nazionale. La trasformazione di Pinocchio da burattino a bambino può essere letta come un’allegoria del passaggio dal caos all’ordine, dall’analfabetismo all’istruzione, un invito a coltivare la disciplina per raggiungere la vera libertà.

La soglia metamorfica di Pinocchio richiama il pensiero esistenzialista di filosofi come Søren Kierkegaard, per il quale il passaggio dall’estetico all’etico rappresenta una scelta radicale dell’individuo. Pinocchio attraversa questa soglia ogni volta che sceglie il dovere al posto del piacere immediato, trasformandosi in un simbolo universale del percorso verso l’autenticità.

Conclusione
La “soglia metamorfica” di Pinocchio non è solo un passaggio narrativo, ma un viaggio universale verso la consapevolezza e la libertà. Collodi ci ricorda che ogni trasformazione, anche la più dolorosa, è una tappa necessaria per diventare autenticamente umani.

Riccardo Alberto Quattrini

 

 

 

Bibliografia

  1. Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, 1883.
  2. Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, Torino: Einaudi, 1970.
  3. Bruno Bettelheim, Il mondo incantato: uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Milano: Feltrinelli, 1977.
  4. Umberto Eco, Sugli specchi e altri saggi, Milano: Bompiani, 1985.
  5. Victor Turner, The Ritual Process: Structure and Anti-Structure, Chicago: Aldine Publishing, 1969.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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