”Eccolo qui. Di nuovo. Accidenti…
LA TRAGEDIA E LA FARSA
Eccolo qui. Di nuovo. Accidenti… ho cambiato città, casa, abitudini. La stanza è diversa. Diverso il divano. Ma lui è tornato. Nella profondità della notte. Col suo passo pesante. È entrato, o meglio è apparso dalla porta finestra del terrazzo. E si è seduto davanti a me. Lisciandosi la lunga barba…
Che ci fai qui?
“Niente di particolare. Ho solo pensato che sarebbe stato simpatico fare ancora due chiacchiere…”
Con me? Hai tanti amici, seguaci, apologeti… Perché proprio con me. Mica sono uno dei tuoi…
Mi sorride. O almeno credo che quella smorfia vorrebbe essere un sorriso.
“Beh, con te mi diverto di più. Proprio perché non sei… marxista. E, quindi, forse ascolti davvero quello che dico. Quello che intendevo dire. E poi…Tu mi vedi. Sei uno che vede i fantasmi. E che parla con loro. E poi… sei un insonne… Come me”.
Bella forza, Karl. Tu sei un fantasma. E i fantasmi mica hanno bisogno di dormire. O meglio, dormono… il lungo sonno… come dice Chandler.
Ma che vuoi stasera?
“Che vuoi che possa mai volere? Il solito… farti notare che, nonostante tutte le tue critiche, su molte cose io… avevo ragione, dopo tutto…”
E su cosa vorresti dire di aver avuto ragione, questa notte?
Di nuovo quel sorriso. Strano. Ma come ho già detto, non doveva essere un uomo antipatico, dopo tutto…
“Beh, forse saprai che tra il 1851 e il 1852 io ho scritto un libriccino. A botta calda, su avvenimenti che si erano appena conclusi…”
Annuisco.
Certo. Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte. E prima che attacchi, ti dico subito che è, probabilmente, la tua cosa migliore. Per come è scritto. Per nulla noioso, questo…
“Beh, se mi fossi meno concentrato sulle questioni economiche… che sono noiose di per se stesse… sai credo che sarei stato davvero un buon filosofo. E, forse, uno scrittore notevole… Avevo molta immaginazione…”
Peccato davvero. Avresti di sicuro fatto meno danni…
Ridacchia…
“Non perdi mai occasione… Ma dimmi, ricordi, vero, come inizia quello scritto? ”
Certo. È una domanda quasi banale. Lo sanno quasi tutti… almeno quelli che hanno studiato in un liceo appena decente. È il discorso sulla storia che si ripete sempre due volte. La prima volta come tragedia. La seconda come farsa. Bella battuta. Mi è sempre piaciuta. Anche se io non ho la tua fede nell’esistenza di una storia…
Sbuffa.
“Non è questo il tema. Piuttosto, volevo farti notare che avevo centrato bene il problema. Osservando la vicenda dei due Napoleoni. L’impero del secondo, che poi prese il titolo di Terzo, non fu che la parodia di quello del predecessore. Una farsa. Per altro tutta francese. Con quel loro, insopportabile, senso di superiorità. La grandeur. Mentre era solo una pochade. Anche abbastanza mediocre. Con storia di corna, bluff economici e ridicole pretese militari. A Sedan i Prussiani gli hanno dato una bella sveglia…”
Rido io questa volta.
Sei proprio un tedesco, in fin dei conti. Ma mi sfugge perché tu voglia parlare di questo proprio stasera…
“Ti sfugge? Eppure, una volta saresti stato molto attento a ciò che sta succedendo… Non è che mi perdi colpi, per caso?”
Beh, può essere. Gli anni passano. Ma se vuoi alludere alle elezioni, ti sbagli. Il mio, scarso, interesse è… voluto. Certi ludi cartacei, non mi appassionano più.
Ride di gusto, questa volta.
“Ludi cartacei…. Certo che aveva una gran bella fantasia nel linguaggio… Sai… in fondo da me aveva imparato parecchio. Anzi da giovane era un mio… fan, come si direbbe oggi. Poi è cambiato. Perché era un politico. Ma in fondo in fondo…qualcosa gli era rimasto. Ad esempio, il concetto di cretinismo parlamentare… L’aula sorda e grigia viene da lì…”
Ammettiamolo pure… Però che c’entrano le elezioni? Quelle di domani, intendo…
“Non ti sembra ovvio? Le elezioni sono, o meglio dovrebbero essere il fondamento della, cosiddetta, democrazia. Ottenerle è costato sangue e tragedie. E ora, a cosa sono ridotte? A un esercizio di cattiva retorica. Solo in funzione di portare in parlamento dei… perfetti cretini in maggioranza. E alcuni mestatori al servizio di interessi finanziari. Altro che rappresentanti del popolo…”
Beh, d’accordo. Sai bene come la penso. Ma non mi sembra che questo… degrado basti per farmi dire che tu avevi ragione su tutto…
“Ma non vedi che questa è solo una parodia di una storia già vissuta? Fascismo, comunismo… saranno state anche dittature. Ma erano cose serie. Tragedie. Certo. Ma hanno fatto progredire i loro paesi. Hanno portato avanti la storia. Ma questi…”
Scuote la testa.
“Questi sono il nulla. I grandi dittatori, i tiranni andavano al potere per una serie di convergenze storiche e sociali. Tuttavia, devo ammettere che avevano capacità personali. Carisma. E le masse li seguivano…
Ora le masse chi seguono? Personaggi ridicoli. Da farsa. Che però stanno provocando tragedie enormi. Persino peggiori di quelle provocate dai tiranni del passato. Senza costruire nulla in cambio. Anzi distruggendo tutto quello che, di buono, era stato fatto.” altra scrollata di capo. Poi si alza pesantemente. Sta cominciando ad albeggiare…
“Dimmi… Ti pare possibile che possa essere un leader, carismatico, uno che ha la faccia da cassiere di banca o da esattore delle tasse? E gli altri e altre? Paragonali col passato… E vedrai che avevo ragione sul 18 Brumaio. Ci avevo visto giusto.”
Prima di svanire, si gira per un momento.
“Dimmi ancora una cosa. Voti? E per chi?”
Non posso votare. Ho appena cambiato residenza e non sono sulle liste elettorali…
Ride.
“Bella scusa… ti sei chiamato fuori dalla farsa almeno…”