I cinesi non soffrono di Alzheimer

L’ALZHEIMER? SI COMBATTE CON I GIOCHINI SU INTERNET

CE LO DICE LA SCIENZA


I cinesi non soffrono di Alzheimer. E neppure di demenza senile. Perché? Perché giocano a Mahjong. Lo certifica la scienza, ovviamente. Perché, dopo gli show per rinchiudere tutti agli arresti domiciliari di massa in base agli ordini di grandi scienziati (ignoti sino al giorno prima) all’epoca del covid, la categoria è talmente sputtanata da ritrovarsi citata per promuovere i giochini sulla rete.(1)

Mica solo Mahjong, ovviamente. Anche quiz di altissimo livello intellettivo – hai a disposizione la A, la N, la C e la E e devi comporre una parola di 4 lettere per indicare un animale che fa bau bau – sono consigliati dagli immancabili scienziati per combattere l’invecchiamento cerebrale. E se azzecchi 4 o 5 risposte, il giochino ti rende noto che la tua età cerebrale è di 30/40 anni anche se hai superato le 80 primavere.

Ovviamente i nomi dei celebri scienziati non vengono resi noti. Questione di privacy, sicuramente. Ma gente che, su basi scientifiche, assicurava che passeggiare da soli in un bosco o pagaiare da soli in mare aperto determinava un elevato rischio di contagio, potrebbe tranquillamente trovare delle basi scientifiche anche alla lotta contro l’Alzheimer attraverso il solitario cinese.

L’importante è che non venga meno la fede assoluta negli scienziati bollinati dal governo di turno. “E l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar”, cantava Gaber mettendo in guardia contro la tecnocrazia. Ora dovrebbe sostituire le carte con il Mahjong.

Enrico Toselli

 

 

 

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