Crisi del sistema, fine del gioco: tra consumo, finanza e potere, l’Occidente cerca un nuovo copione.

L’AMLETO DI TRUMP

Il Simplicissimus

In L’Amleto di Trump, l’autore esplora le contraddizioni profonde del capitalismo occidentale, giunto a un punto di rottura strutturale. L’economia di consumo americana, sorretta da una finanza scollegata dal valore reale e garantita dalla forza militare, mostra oggi tutti i suoi limiti. L’esternalizzazione produttiva ha eroso non solo la base manifatturiera, ma anche il sapere tecnologico e progettuale, lasciando l’Occidente privo di strumenti reali di potere. In questo scenario, Donald Trump emerge come una figura ambivalente, quasi amletica: incerta, contraddittoria, ma potenzialmente dirompente rispetto al dogma globalista. Tuttavia, mentre il suo attacco all’establishment incrina l’ideologia finanziaria dominante, l’opposizione sistemica che lo combatte non offre alcuna alternativa praticabile, se non la reiterazione di un modello ormai insostenibile. Il banco va fatto saltare, ma chi ha il coraggio — e la lucidità — per farlo davvero? (f.d.b.)


Se c’è qualcosa di certo è che il capitalismo ha bisogno di distruzione e ricostruzione perché arriva sempre il momento in cui le prospettive di accumulazione del capitale vengono meno, mettendo in crisi il sistema e la stessa antropologia su cui si regge. Nel pensiero marxiano questo viene teorizzato come caduta tendenziale del saggio di profitto, perché strutturalmente arriva il momento in cui si riducono le opzioni di investimento. A quel punto solitamente si rimedia con la distruzione, ovvero con la guerra oppure con l’apertura di nuovi territori di caccia che talvolta sono effettivamente disponibili e coerenti come lo è stata la crescita dell’informatica per almeno quattro decenni, oppure creati ex nihilo: non c’è alcun dubbio che in questi anni siamo esattamente a questo punto, prima con la pandemia, poi con il conflitto ucraino, con lo choc delle orribili vicende medio orientali e con le fantasticherie di Net Zero che tendono tutte a sostituzioni produttive per azzerare capitale ormai inerte e ricominciare l’accumulazione.

Tuttavia, in questo caso tale logica interna del capitalismo si interseca con altre difficoltà e in pratica con il fatto che l’economia occidentale, ma quella americana in particolare, si è strutturata come economia di consumo, sorretta da un dollaro a sua volta garantito dalla potenza militare. Si tratta di un sistema finanziarizzato che non poteva certo durare in eterno e oggi, anche se ha garantito per molto tempo una stabilità sociale, non è più sostenibile a causa dei debiliti accumulati. Ha tuttavia anche disgregato quel vantaggio tecnologico accumulato dalla rivoluzione industriale in poi, grazie all’esternalizzazione della manifattura e a tutte le conseguenze a cui ciò porta sul piano progettuale e persino cognitivo. Per cui la pressione e la minaccia della forza è diventata sempre più debole e meno credibile, sfiorando il ridicolo nel caso dell’Europa che vuole azzannare la Federazione russa, non avendo i denti. A questo punto è chiaro che bisogna far saltare il banco e cercare altre strade per evitare che la crisi dell’economia di consumo e della finanza che sorregge le proprie spire su un nucleo sempre più piccolo di valore reale, si trasformi in una grave crisi geostrategica. Trump è in un certo senso la risposta a questa situazione, anche se ovviamente non si sa se le sue formule, peraltro variabili e ondivaghe, saranno efficaci, ma di certo costituiscono un colpo a quel corpo ideologico che si è costruito negli anni attorno al capitalismo della finanza che va sotto il nome complessivo di globalismo. La cosa più interessante e più preoccupante è che tuttavia la guerriglia contro di lui non ha soluzioni da offrire se non la continuazione di un gioco che non può più essere portato avanti, E si capisce bene perché: le élite di comando hanno una forte resistenza a decostruire un’ideologia elitaria.

Del resto anche le persone hanno enormi difficoltà ad uscire dalla chiacchiera pubblica che le trascina avanti e indietro come le anime degli ignavi nell’antinferno della Divina Commedia costrette a correre dietro a una banderuola che gira rapidamente, in un movimento continuo e senza meta. Certo alcuni capiscono che il paradigma economico occidentale del consumismo iper finanziarizzato e indebitato ha fatto il suo corso e che un cambiamento è inevitabile, ma si sentono continuamente dire che non c’è alternativa. Scrive l’economista Philip Pilkington: “puoi certamente essere di sinistra o di destra, ma sarai sempre, in una forma o nell’altra, neoliberista; altrimenti, semplicemente, non ti sarà concesso l’accesso al dibattito”, cosa che sta accadendo in Europa sempre più spesso con la censura o, peggio, con la persecuzione giudiziaria verso chiunque osi criticare il potere o le forme temporanee in cui s’incarna il globalismo, come clima, medicina, immigrazione incontrollata, russofobia e via dicendo, genocidio di Gaza compreso. Tuttavia, pochi comprendono la stretta correlazione strumentale che esiste tra queste narrazioni. Soprattutto molti temono che crolli il mito del mercato quale unico regolatore e quello creato a suo tempo da Adam Smith secondo cui l’arricchimento di pochi porta beneficio all’intera comunità. Il che in un mondo finito, è una palese sciocchezza, forse realizzabile solo in particolari condizioni di sfruttamento molto parziale delle risorse.

Super Ricchi e poveri

Non si tratta solo di salvare l’Occidente da un contesto economico complessivamente non più sostenibile, ma anche di rinunciare alle favole del capitalismo. Trump stesso si trova dentro questa macchina delle contraddizioni come una specie di Amleto: di certo non può rinunciare alla figura del magnate come centrale al sistema, essendo magnate egli stesso, come del resto parecchi personaggi della sua amministrazione, ma allo stesso tempo deve pilotare la barca perché non arrivi alle cascate il cui rumore già si sente con chiarezza. Nei film riesce sempre, nella realtà è molto più difficile: ci saranno parecchi naufraghi.

Redazione

 

 

 

 

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