”L’innamoramento è un problema onnipresente e universale, profondamente radicato nella nostra evoluzione
L’AMORE È UNA DROGA?
«“Quando è iniziato, mi sentivo euforico ad ogni incontro. Tutto era un piacere nuovo, eccitante e diverso. Ogni dettaglio era intrecciato con questo piacere: tatto, tempi, luoghi, odori. Tutto era un promemoria. Ho passato il mio tempo a perseguire il prossimo appuntamento; tutto il resto è diventato stantio, poco eccitante e noioso in confronto. Voglia. Era indispensabile. Tuttavia, gradualmente la mia frenetica euforia si affievolì e diminuì, come la luce del sole che si restringe al crepuscolo. Avevo bisogno di più per sentirmi completo. Ad ogni momento tra un incontro e l’altro, l’ansioso languire fioriva e diventava sempre più disperato. Ogni momento di divisione sembrava artigli che si immergevano sempre più in profondità nella pelle tenera. Arduo, angosciante, straziante. Con ogni secondo di separazione la vita diventava più futile e senza scopo. Quando tutto si è fermato in un finale crudo e impetuoso, mi sono sentito vuoto. Seguì una disperazione totale, che portò in un abisso profondo dal quale era quasi impossibile uscire indenni.”
(Citazione liberamente tradotta e contestualizzata a partire da “Oxford University’s Student Newspaper [eng]“)
Secondo voi la citazione descrive l’euforia e il dolore di una persona follemente innamorata o di un tossicodipendente?
Introduzione
Quando siamo innamorati, siamo inghiottiti da ogni sensazione che l’amore porta: la visione del suo viso, degli occhi, del collo, il suo profumo, la sensazione della sua pelle, il suono della sua voce. I nostri sensi sono assorbiti in ogni dettaglio di questa persona.
Queste sensazioni sono aggrovigliate con la ricompensa sociale e il piacere sessuale, che portano a un intenso rinforzo. I ricordi diventano preziosi e ci spingono a cercare esperienze simili. Questo impulso può diventare così potente che diventiamo pericolosamente dotati, eseguiamo atti elaborati e persino facciamo notevoli sacrifici a spese del nostro benessere.
Addirittura, si dice che:
«“La droga più forte per un essere umano è un altro essere umano”
Allo stesso modo, coloro che sono in preda alla tossicodipendenza sperimentano un’euforia intensa e rinforzante che porta alla ricerca persistente di sostanze. Queste persone sono anche disposte a sacrificarsi per alimentare i loro comportamenti distruttivi.
I comportamenti che le persone soggette a tossicodipendenza adottano nella loro esplorazione della droga sono simili ai comportamenti che sono visti come lodevoli o sentimentali nel contesto dell’amore romantico: ricerca, brama e desiderio. Tuttavia, nel contesto della dipendenza, sono percepiti come pericolosi e tossici. Per di più, i cicli di euforia alternata, disperazione e desiderio intenso e perpetuo che si verificano in entrambi i casi possono avere conseguenze dannose e talvolta fatali.
Una differenza tra i due contesti mi colpisce: la maggior parte delle persone desidera innamorarsi nel corso della propria vita, mentre pochi vorrebbero entrare nel tumulto della tossicodipendenza. Con tale disparità, c’è una connessione intrinseca e genuina tra amanti e tossicodipendenti, o è solo amplificazione letteraria e distorsione poetica?
L’amore, la droga, la dopamina
La percezione è realtà, e tutta questa percezione proviene dal cervello, come spiegano le neuroscienze: il cervello umano non può distinguere tra “sballarsi” con l’amore o con qualsiasi altra droga.
Per confermare questa teoria, un team di ricercatori ha condotto uno studio su 17 studenti universitari [1] che si sono descritti come “follemente innamorati”. Secondo lo studio, questi studenti erano così innamorati “che riuscivano a malapena a mangiare o dormire”.
Gli scienziati hanno esaminato le loro scansioni cerebrali mentre facevano vedere agli studenti innamorati una foto della persona amata.
Il risultato delle scansioni ha mostrato una forte attivazione in aree del cervello deputate alla produzione della dopamina. Queste stesse aree si attivano nei soggetti che fanno uso della cocaina e fanno parte del sistema di ricompensa del nostro cervello.
Cos’è il sistema di ricompensa?
Questo sistema è alla base dell’apprendimento, della motivazione, delle emozioni positive e di tutta la nostra esistenza.
In termini elementari possiamo dire che funziona in questo modo:
- Svolgiamo una qualsiasi azione e scopriamo che essa è gratificante.
- Otteniamo quindi un premio, pertanto il nostro cervello sa che compiendo una tale azione si riceve uno stimolo positivo.
- Tenderemo quindi a ricercare continuamente il piacere dato dal premio ricompiendo l’azione.
- Viceversa, se da un’azione riceviamo stimoli negativi tenderemo a evitarla.
Ed è proprio quello che succede con l’amore e con le droghe. Provando una sensazione piacevole, tendiamo a ricercarla continuamente.
Su questo meccanismo si basano le funzioni vitali (mangiare, bere, attività fisica), ma anche tutte le dipendenze (come la tossicodipendenza e la ludopatia).
Le strutture cerebrali che guidano il sistema di ricompensa sono i gangli della base, un gruppo di neuroni che si trovano nella parte profonda del nostro cervello.
Senza perderci in complessi tecnicismi (non me ne vogliano gli esperti del settore), possiamo semplicemente dire che: quando un’azione ci dà piacere questi nuclei producono dopamina.
In realtà, esistono gratificatori naturali (come mangiare, bere, fare sport, l’amore) e gratificatori artificiali (come le droghe e il gioco d’azzardo). Tutti però portano allo stesso effetto, ovvero all’aumento della dopamina.
Gli effetti della dopamina
La dopamina è un neurotrasmettitore facente parte della famiglia delle catecolamine. Tra le tante funzioni presiede anche la sensazione del piacere e rientra nel sistema della ricompensa. Essa è prodotta soprattutto dalla substantia nigra e dall’area tegmentale ventrale, due parti fondamentali del mesencefalo.
Queste due aree sotto il controllo di diversi stimoli (soprattutto in arrivo dai nuclei della base prima citati) producono dopamina.
La dopamina si andrà a legare ai recettori di diverse aree del nostro sistema nervoso e in base al recettore che lega avrà una determinata funzione. Ma è proprio quando si lega ai recettori della corteccia prefrontale e del nucleo accumbens che parte la sensazione di piacere legata al sistema della ricompensa.
Il cibo, l’attività fisica, l’acqua quando abbiamo sete, attivano queste aree e ci fanno provare piacere. Anche l’innamoramento e la cocaina agiscono allo stesso modo, solo che inducono una fortissima produzione di dopamina, dando quindi enorme piacere. È questo il motivo per cui possiamo diventare facilmente dipendenti dall’amore e dalla cocaina. Ricevuto un piacere così grande andremo a ricercarlo di nuovo e di nuovo ancora. Quando smettiamo, i sintomi dell’astinenza saranno atroci e vorremo subito riavere quel piacere.
Nell’innamoramento giocano un ruolo importante anche altri ormoni.
Differenze e somiglianze tra l’amore e la cocaina
Per capire meglio quanto l’amore e la cocaina siano simili/dissimili possiamo analizzarle su tre livelli:
Amore-cocaina: fattori comportamentali
Possiamo distinguere due momenti diversi nell’innamoramento. La fase iniziale è quella dell’amore romantico: fase in cui iniziamo a provare qualcosa di indescrivibile per la persona e non vogliamo fare altro che vederla, amarla e stare sempre con lei. La fase successiva invece è quella di stabilità, dove ormai la coppia si è formata e sparisce la sensazione immensa di euforia per fare spazio a un amore più stabile.
(In realtà, talvolta, ci potrebbe essere anche una terza fase iniziale: il desiderio sessuale. Ma in questo caso c’è un enorme differenza che vedremo in seguito.)
Dai confronti comportamentali troviamo che ci sono molte somiglianze tra la fase iniziale dell’amore romantico e la tossicodipendenza. Infatti, questa fase dell’amore romantico è considerata una dipendenza comportamentale.
Invece, esistono differenze significative tra la fase di amore stabile e della tossicodipendenza. Ed è proprio grazie a questa fase che l’amore diventa un comportamento prosociale. Quindi, è come se lo stato euforico iniziale serva proprio ad arrivare a un amore più stabile e che, evoluzionisticamente parlando, ci porti a procreare e a fare sopravvivere la nostra specie.
So che vi sto martellando con questa brutale quanto triste definizione, ma siamo comunque esseri viventi e, nonostante anch’io sono convinto che ci sia dell’altro di inspiegabile a parole, siamo guidati dai nostri ormoni e dal nostro cervello. Per tanto, non me ne vogliate se quando parlo di amore finisco a parafrasare in termini evoluzionistici.
Comunque, dicevo, che le sensazioni che si provano nella prima fase dell’amore romantico e nell’uso della cocaina sono praticamente le stesse. Solo che nel primo caso diventano funzionali a creare una relazione stabile, nel secondo sono solo distruttive.
Quindi, al contrario dell’amore, l’abuso di droghe non ha alcuna funzione evolutiva. In realtà, è attivamente contrario all’idoneità genetica e alla diversità perché il nostro circuito naturale di ricompensa è preso in ostaggio dall’uso di droghe, diminuendo la motivazione a cercare esperienze evolutivamente vantaggiose.
Se siete curiosi di conoscere le somiglianze e le differenze tra l’amore e la cocaina dal punto di vista comportamentale vi invito a leggere questa tabella con i criteri del DSM-5.
Amore e cocaina: fattori neurologici
Ora potrei scegliere di annoiarvi parlandovi di aree del cervello che si attivano e di martellarvi con pesanti tecnicismi. Ma visto che Missione Scienza è buona ve lo risparmio.
Vi dirò semplicemente che la maggior parte delle aree che si attivano quando si fa uso di cocaina sono le stesse che si attivano quando si sperimenta la fase più forte dell’amore romantico. Queste aree sono appunto quelle citate prima e rientrano nel sistema della ricompensa.
La differenza sostanziale tra la cocaina e l’amore è che la prima dà un effetto molto più duraturo. Ciò può essere dovuto al fatto che le ricompense naturali (come l’amore) hanno rigorosi meccanismi di feedback che riportano i livelli di dopamina ai valori normali per evitare di ripetere immediatamente simili attività piacevoli. Infatti, subito dopo l’atto sessuale è necessario un periodo di tempo prima che il desiderio di impegnarsi in quel particolare atto si intensifichi ancora una volta.
Con sostanze che creano dipendenza, tuttavia, l’intensità del desiderio di cercare e assumere la droga di solito non diminuisce dopo il consumo iniziale. Quindi è stato suggerito che la motivazione per la ricerca di droga prevarrà sempre sulla ricerca di ricompense naturali come il cibo o il sesso. Per tale motivo la droga è da definire un’abitudine a sfavore della evoluzione.
Amore e cocaina: fattori ormonali
Abbiamo già parlato del ruolo della dopamina e di come questa sia implicata sia nell’amore che nella cocaina. Esiste però un altro ormone coinvolto nell’innamoramento: l’ossitocina.
Sembrerebbe che la differenza sostanziale tra l’amore e l’uso di cocaina sia data proprio dall’ossitocina che permetterebbe di ridurre i sintomi della dipendenza. Probabilmente è proprio grazie a essa che l’amore sfrenato può poi trasformarsi in un amore più cauto ma comunque intenso. Inoltre, in diversi studi, la somministrazione di ossitocina in tossicodipendenti ne ha migliorato di gran lunga il trattamento.
Amore o desiderio sessuale?
Talvolta, è possibile che prima dell’amore ci sia un semplice desiderio sessuale, che successivamente può trasformarsi in amore romantico. La differenza tra i due si esplica non soltanto in termini comportamentali, ma anche neurologici.
Come detto prima, l’area cerebrale principalmente coinvolta nell’amore è quella dei gangli della base. Essi sono formati da più componenti: lo striato ventrale, lo striato dorsale, il nucleo subtalamico, il globo pallido, il pallido ventrale, la substantia nigra.
In uno studio condotto nel 12.012 EU (2012 d.C.), i ricercatori hanno scoperto che l’amore e il desiderio sessuale influenzano parti diverse ma strettamente correlate del cervello.
Infatti, il desiderio sessuale attiva soprattutto lo striato ventrale, un’area coinvolta nei piaceri semplici. L’amore, invece, attiva soprattutto lo striato dorsale, ovvero l’area più importante del sistema di ricompensa, la stessa che viene attivata nella tossicodipendenza.
L’amore è monogamo o poligamo?
Prima abbiamo parlato del fondamentale ruolo dell’ossitocina nel mitigare la dipendenza dall’amore. Ma quest’ormone ha anche un altro ruolo fondamentale: ci fa essere monogami. Abigail Marsh, professoressa di psicologia dell’università di Georgetown (Washington), ha effettuato con il suo gruppo di ricerca una ricerca sulle arvicole.
Il gruppo di ricerca ha studiato due tipi di arvicole, quelli della prateria e quelli montani. Questi due buffi animali hanno una grande differenza. Le arvicole della prateria sono una specie monogama, si accoppiano e restano insieme per tutta la vita. Alle arvicole montane invece piace divertirsi e si accoppiano in giro qua e là.
Quest’enorme differenza sembrerebbe essere data dalla quantità di recettori dell’ossitocina. Infatti, le arvicole della prateria hanno elevate quantità di questo recettore. Quindi, quando si accoppiano viene innescata la produzione dell’ossitocina che si lega ai recettori e innesca un segnale che fa pensare alle arvicole: “mo, quasi quasi stiamo insieme per tutta la vita”.
Invece le arvicole montane hanno bassissime quantità di questo recettore; quindi, il rilascio di ossitocina in loro ha poco effetto e preferiscono accoppiarsi in giro senza creare rapporti stabili.
Inoltre, se si bloccano i recettori dell’ossitocina nelle arvicole della prateria, queste smettono di creare legami di coppia e iniziano a comportarsi più come i loro cugini “promiscui”. Viceversa, se iniettiamo alle arvicole montane molta ossitocina, iniziano a creare rapporti più stabili.
Quindi, se lǝ vostro ex vi ha tradito sarà perché ha pochi recettori dell’ossitocina. Scherzi a parte, Marsh dice: “Penso che la nostra migliore ipotesi sia che gli esseri umani sono probabilmente costruiti in modo simile. Probabilmente le persone che eccitano sentimenti romantici in noi innescano l’aumento di ossitocina, che si traduce in un aumento della dopamina quando trovi qualcuno con cui vuoi stare e creare un legame stabile”.
Ecco il video dove la ricercatrice racconta la loro scoperta:
L’effetto di un amore mancato
Ma cosa succede al nostro cervello quando il nostro cuore viene spezzato da un rifiuto?
È proprio la domanda che si è posta la neuroscienziata Helen Fisher, dandone una brillante risposta nel suo TedX.
Fisher e il suo team hanno studiato le scansioni cerebrali di 15 soggetti che avevano avuto delle relazioni dalla durata media di due anni ed erano state lasciati da meno di due mesi.
Ai soggetti sono state mostrate le foto dellз loro ex mentre la risonanza magnetica scattava istantanee del loro cervello. I risultati sono stati davvero devastanti.
Indovinate quale area del cervello era attiva?
La stessa che si attiva quando si prova il sentimento di amore romantico. Questo dimostra come l’amore è una vera e propria droga. Anzi, probabilmente anche peggio perché, anche quando finisce, il suo effetto persiste.
Quello che succede, infatti, è che il sistema di ricompensa rimane attivo anche quando quell’amore non lo puoi più avere.
Ma questo studio ha offerto una speranza anche ai cuori spezzati. Il vecchio detto sul tempo che guarisce tutte le ferite è scientificamente vero, anche per i cuori. In esperimenti successivi con gli stessi soggetti, Fisher e il suo team hanno scoperto che le aree cerebrali dell’amore pian piano diminuiscono la loro attività.
Quindi ricordate: se la vostra metà vi lascia, non c’è migliore medicina che il tempo. Prima o poi la sofferenza andrà via.
Cosa succede quando amiamo qualcuno da tempo?
Nel tempo il sentimento può evolvere, passando per esempio da un semplice desiderio sessuale a vero e proprio amore.
Nel tempo anche le aree cerebrali maggiormente attivate cambiano. Infatti, a inizio relazione l’area a essere maggiormente attivata è lo striato ventrale (l’area che prima abbiamo detto essere attiva durante il desiderio sessuale). Con il tempo lo striato ventrale diventa sempre meno attivo, mentre si attiva lo striato dorsale, implicato maggiormente nell’amore romantico (e nella tossicodipendenza).
Con il tempo, però, in molte coppie, queste aree diventano sempre meno attive. Ma non in tutti i casi: infatti, è possibile mantenere quest’aree attive riaccendendo quel “fuoco” nella relazione. Magari con giochi di ruolo, attività di coppia o qualsiasi altra cosa possa fare rivivere le intime emozioni.
Conclusione
Nel complesso, l’amore è una droga infernale. Lo desideriamo. Non ne abbiamo mai abbastanza. Troviamo impossibile non pensarci. Spesso pensiamo di averne bisogno per sopravvivere. L’amore è elettrizzante, ma anche pericoloso.
Tuttavia, non c’è nulla di intrinsecamente disadattato nella sete d’amore, nonostante la sua occasionale fine in disfunzione.
Forse l’amore consiste semplicemente nel trovare la “droga” giusta. L’unica persona che non si traduce in una spirale di caos e caos. L’unica persona in cui il desiderio non cessa mai, ma la tolleranza e il tormento non iniziano mai.
Fonti:
- [1] – Droga e amore attivano le stesse aree cerebrali:
Aron, A., Fisher, H., Mashek, D. J., Strong, G., Li, H., & Brown, L. L. (2005). Reward, motivation, and emotion systems associated with early-stage intense romantic love. Journal of neurophysiology, 94(1), 327-337. doi: 10.1152/jn.00838.2004 - [2] – Differenze amore-droga e nuovo trattamento della tossicodipendenza:
Zou, Z., Song, H., Zhang, Y., & Zhang, X. (2016). Romantic love vs. drug addiction may inspire a new treatment for addiction. Frontiers in psychology, 1436. doi: 10.3389/fpsyg.2016.01436 - [3] – Amore o desiderio sessuale? – EurekAlert! [eng]
- [4] – L’amore è monogamo o poligamo? – Reactions, YouTube [eng]
- [5] – Cosa succede quando amiamo qualcuno da tempo? – Business Insider [eng]
Sono Tommaso Magnifico, studente di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari e Socio Mensa (The high IQ society). Scrivo articoli specialmente riguardati la medicina in tutte le sue sfaccettature: dal pronto intervento alla psicologia.
9 Dicembre 2022