Motto arguto e pungente: lanciare frizzi all’indirizzo di qualcuno; frizzi e lazzi; anche, freddura. In senso proprio, raro e antico, sensazione di dolore o di vellicazione pungente. (Treccani)
LAZZI, FRIZZI, SCHIZZI, GIRIGOGOLI E GHIRIBIZZI
Mi viene in mente il titolo che Palazzeschi ideò per la sua rubrica su Lacerba, una rivista letteraria dei primi anni del secolo scorso: Lazzi, frizzi, schizzi, girigogoli e ghiribizzi che mi sembra ideale per questo fine agosto in cui ci avviciniamo a grandi passi all’anno zero, sempre che non vogliamo attribuire questo terribile numero al 2020, così che saremmo oggi nell’anno 4 dopo Pandemia. Non ci dobbiamo stupire che le cose acquistino un tono farsesco man mano che ci si avvicina alla catastrofe perché dopotutto la farsa non era altro che l’intervallo comico nelle rappresentazioni drammatiche e sacre.
Dunque, per prima cosa potremmo cominciare dai media occidentali i quali oggi accusano Hamas di avere rifiutato un accordo sul cessate il fuoco che tuttavia non c’è mai stato. Gli stessi giornali e siti che riportano questa notizia – prendiamo ad esempio Axios – una delle più pestilenziali riviste on line americane, legata all’amministrazione Biden, la quale dopo aver scritto che Hamas ha respinto la proposta aggiornata degli Stati Uniti per un cessate il fuoco e un accordo sulla presa di ostaggi a Gaza, pochi paragrafi più avanti dice che Hamas contesta proprio il fatto che la proposta non contenga un cessate il fuoco permanente. È fin troppo ovvio che ci troviamo da una parte di fronte ai produttori seriali di menzogne e di realtà inconsistenti come bolle di sapone, ma dall’altro all’analfabetismo funzionale che impedisce ai lettori di cogliere l’assurdità di certe narrazioni totalmente auto contraddittorie che riescono a smentire se stesse nell’ambito di 300 parole.
E veniamo all’Economist, notissimo tabloid dell’establishment globalista, che finalmente sembra prendere atto della follia di Kursk e scrive che la Russia ha inferto “un doppio colpo contro il raid shock dell’Ucraina” bombardando gli ucraini che hanno invaso il territorio nazionale e avanzando a Pokrovsk. L’ammissione di come stanno effettivamente le cose serve però al grottesco scopo di riversare tutta la colpa sul generale Syrsky che avrebbe nascosto i suoi piani all’Occidente per attaccare l’Oblast di Kursk. Il che implicherebbe che se avesse detto che stava per attaccare, Washington e Londra lo avrebbero sicuramente impedito. Come si spiegherebbe allora il giubilo esploso nei circoli del globalismo per questa operazione palesemente suicida?
Si tratta davvero di letame, di un assurdo tentativo di scaricare la colpa di un’azione sconsiderata dopo che le truppe meglio equipaggiate e motivate del regime di Kiev e un gran numero di mercenari della Nato sono stati arrestati con enormi perdite di soldati e di mezzi dalla prima linea di difesa dell’esercito russo, che, come non è stato detto in mezzo alla fiera delle ipotesi e allo sventolio di bandierine, si trova a circa 11-12 chilometri dal confine. Perché poi i responsabili dell’oblast di Kursk non avessero pensato di istituire difese proprio al ridosso del confine è qualcosa che si sta discutendo a Mosca. Ma questa azione voluta dai generali della Nato che stanno all’intelligenza come i passeri stanno ai falchi, ha sguarnito altre parti del fronte favorendo l’avanzata delle truppe russe, mentre gli invasori sono ora braccati nelle foreste di confine dove si nascondono dopo aver fatto vittime civili nei villaggi della zona.
È accaduto l’esatto contrario di quanto speravano i vertici Nato, i quali ipotizzavano che con questo diversivo avrebbero attirato forze russe dal fronte e dato così sollievo alle forze ucraine sotto pressione. Ma questo come sarebbe possibile se i russi sono ormai in numero decisamente superiore all’esercito fantoccio della Nato? Una semplice idiozia, una farsa in mezzo al dramma: svanito l’effetto alcolico dell’euforia adesso che l’operazione è stata dichiarata terroristica da Mosca, visti i morti civili che ha fatto, ci si trova davanti al problema che i prigionieri possono essere fucilati sul posto o rinchiusi per molti anni in galera. Specie se sono terroristi che parlano inglese, o francese o tedesco. Siamo al trionfo dell’idiocrazia e dunque dei lazzi e dei frizzi che tuttavia regolarmente si trasformano in cazzi e mazzi.