Un’eredità pesante per i trasporti di oggi
LE FERROVIE NON FUNZIONANO? COLPA DI QUELLI DI PRIMA
MA SENZA INDICARE I RESPONSABILI
Enrico Toselli
Dalla gestione delle risorse alle infrastrutture obsolete: un’analisi delle sfide che il sistema ferroviario italiano si porta dietro da decenni.
È comprensibile che la maggioranza di governo faccia quadrato intorno al ministro dei trasporti, Salvini, a fronte dei continui e intollerabili disastri nei collegamenti ferroviari. La colpa, immancabilmente, è di chi l’ha preceduto. D’altronde nel gioco dello scaricabarile i politici italiani sono campioni del mondo.
Così un ex sottosegretario – eh sì, il centrodestra aveva governato anche in precedenza – può tranquillamente accusare i governi di sinistra di non aver investito adeguatamente per il trasporto su ferro, sulla logistica in generale, sui trafori. Dunque, è colpa dei No Tav anche se i guasti sono sulla linea tradizionale tra Torino e Milano, tra Bologna e Roma. O se i collegamenti tra Torino e Trieste fanno schifo anche quando sono regolari. Colpa di Elly, di Toninelli, di qualsiasi governo prima di Berlusconi.
Può anche essere. Però l’ex sottosegretario dovrebbe avere il coraggio di indicare i veri responsabili del disastro ferroviario italiano. I responsabili dello smantellamento della rete ferroviaria capillare realizzata nel periodo tra le due guerre. Eh sì, in quel periodo in cui non è stato fatto nulla di buono, secondo il politicamente corretto attuale.
Ma l’ex sottosegretario potrebbe spiegare che non è stata una follia antifascista a distruggere tutto e ad impedire un ulteriore sviluppo del trasporto su rotaia. Bensì il più ignobile servilismo nei confronti della più perniciosa famiglia italiana. Quella che voleva eliminare le ferrovie per sostituirle con strade dove far circolare le proprie auto.
Però, stranamente, questa parte della storia il centrodestra la dimentica sempre.
