Tasso vive alla fine del Rinascimento, in piena stagione della Controriforma

LE GEOMETRIE DEL TASSO

  “Scusi prof…” la bruna maliziosa. I suoi occhi scintillanti di ironia. E la mascherina sfrontatamente abbassata. In spregio alle ossessive circolari. E alle paranoie delle colleghe che mi hanno preceduto.
   “Ma questo poema, quello del Tasso intendo, non è un poco… palloso? scusi l’espressione, ma non me ne viene un’altra.”
Sospiro. Non per la maschera, che a scuola porto solo nei corridoi. In classe la tolgo, altrimenti, dopo dieci minuti, comincio a tossire. Non riesco a spiegare, e rischio, per di più, di scatenare il panico. Come facciano a fare lezione i colleghi che ne portano addirittura due… beh, diciamo che mi sorge un vago dubbio

Comunque, non è una novità. Tasso, per i ragazzi di oggi, è ostico da digerire. Ai romantici piaceva da matti. Ci si specchiavano… basta pensare a Goethe… Ma questa è una generazione troppo fragile. Emotivamente. Non riesce a comprendere le grandi passioni. Troppo coinvolgenti. Fanno… paura alla fin fine. Fargli digerire la Gerusalemme liberata diventa, di anno in anno, più dura. Ma tocca, quindi…

Sì, è una grande palla (momento di stupore, poi risata generale. E liberatoria.) però – aggiungo sogghignando – è una gran bella palla. Anzi, ad esser giusti, qui le palle sono tre…

   “A’ proffe, come er Bartolomeo Colleoni che c’aveva tre c…” gelo il Boro con un’occhiataccia. Però mi ha stupito. Dimostra delle nozioni di storia insospettabili… Continuo.

Vedete, Tasso vive alla fine del Rinascimento, in piena stagione della Controriforma. E, per di più, è stato allievo del Collegio Romano. Dei Gesuiti. E il suo poema riflette questa formazione. Se vogliamo questo imprinting. Quindi l’asse portante delle narrazioni si incentra su Goffredo di Buglione. Il Capitano. Il comandante delle “armi cristiane”. Che il gran sepolcro liberò di Cristo. La lode del mondo Cattolico, che si sentiva assediato. A sud dall’avanzata turca. Che la Battaglia di Lepanto non riuscì davvero a fermare, se non sul mare. E a nord, più minacciosa ancora, la Riforma protestante. Iniziavano le Guerre di Religione che devasteranno per un secolo l’Europa centrale. E Tasso, programmaticamente, vuole cantare proprio questo …

François Dubois (1529–1584)- il massacro di San Bartolomeo.

   “E quindi è na palla, proffe…”
Sotto questo profilo certo. Come sempre quando l’ideologia prevale sull’arte. Ne abbiamo molti esempi. Milton, grande poeta… ma il suo “ Paradiso perduto ” troppo condizionato dalla sua adesione alla Riforma. O, per venire più vicino a noi, il cileno Pablo Neruda. Che è stato grande poeta d’amore. Ma il suo poema, “El canto general” è pesante come il piombo. O meglio, come l’acciaio, visto che riflette l’ideologia stalinista. E Stalin, appunto, acciaio significa.
Però i grandi poeti, o per lo meno i poeti autentici, restano poeti sempre, anche quando si prestano, volenti o nolenti, a fare propaganda ad una ideologia.
E così Tasso, in realtà, nella Gerusalemme Liberata, racconta non una, ma ben tre storie. Due delle quali con la Crociata c’entrano poco o niente…

   “E ste altre storie sarebbero più divertenti?”
Beh, diciamo che sono molto più varie. Fantasiose e fantastiche. E quindi appassionano, emozionano… In sostanza, a lato di Goffredo, ci sono due altri deuteragonisti. Che però risaltano molto più di lui, del protagonista. Rinaldo, che viene ripreso dai poemi cavallereschi rinascimentali, e di cui narra le vicende mirabolanti, i viaggi in terre fantastiche, gli amori con la Maga Armida. Che, poi, è la Circe dell’ Odissea Omerica. E soprattutto Tancredi d’Altavilla. Che è figura storica, un principe normanno di Sicilia che fu davvero alla Prima Crociata. Ma intorno al quale Tasso intesse la tematica amorosa. Erotica. Che era, per altro, quella che maggiormente risuonava in lui. Un grande poeta d’amore, prima di ogni altra cosa…

Clorinda salva Olindo e Sofronia
in un dipinto di Eugène Delacroix. Wikipedia p.d.

   “Una storia d’amore alla Crociata prof.?” gli occhi neri scintillano di malizia e stupore. Ma non erano tutti uomini i crociati?”
   “Aho mo’ anche sti crociati erano f…?” il Boro esprime stupore. In modo, ovviamente, politicamente scorrettissimo… preferisco fingere di non avere sentito. Anzi, fatico a trattenere una risata.

Trancredi e Clorinda, di Louis-Jean-François Lagrenée. Wikipedia p.d.

I crociati sì. Ma dall’altra parte, quella degli arabi, c’è una donna guerriero. La bellissima Clorinda, circassa, dai capelli rosso oro. La guerriera terribile. Ma Tancredi la vede al fiume, che si rinfresca dopo la battaglia…
   “Un guardone da poco sto Tancredi…” risate generali. Aspetto che si plachino. Poi…

Beh, è un tòpos, ripreso dal Petrarca di “Chiare, fresche, dolci acque…”. Però, in questo caso, anche Clorinda si innamora di Tancredi. Solo che è un amore impossibile. Sono nemici. E devono combattersi…

   “Poveretti… che storia triste…” la glaucipide appare commossa. Da sopra la mascherina gli occhi si sono inumiditi…

Tristissima. Anche perché un giorno Tancredi, in battaglia, non la riconosce. Lei porta armi con insegne diverse. Si battono, e lui la ferisce a morte. Quando sente il suo gemito, capisce. E cade in ginocchio accanto alla donna amata. Morente. Che gli chiede, però, il battesimo. E qui viene fuori l’allievo dei gesuiti…

Si è fatto silenzio. Mi sembra che, molti, stiano rimuginando. Solo un coatto nell’ultimo banco dorme e quasi russa senza ritegno. Che sia uno solo, lo posso considerare un successo.

   “E Tancredi?” chiede la mora maliziosa. “Che fa dopo la morte di Clorinda? Muore anche lui?”
No. Non muore, anche se resta gravemente ferito. E allora… Arriva Erminia.
   “E chi sarebbe questa?”
Un’altra principessa araba. Che è segretamente innamorata di Tancredi. E che esce dalle mura di Gerusalemme, affronta il pericolo, e corre ad assisterlo. E poi, ovviamente, Tancredi ricambia il suo amore….

   “Ovviamente?” la glaocopide scuote la testa. Indignata. “Tutti uguali gli uomini…” mormora in modo da farsi udire chiaramente.
   “Anvedi er Tancredi! Tutte se le faceva ste turche…” beh pretendere che il Boro sappia fare distinzioni fra turchi, circassi, arabi… sarebbe davvero eccessivo

   “Insomma prof.” la solita mora. Sempre pronta a provocare” Tasso ci sta raccontando un… Triangolo, no?”
Suona la campanella. Ed esco, senza rispondere. Alle mie spalle, il Boro e il coro dei coatti intonano stentorei

   “Il Triangolo no, non l’avevo considerato / d’accordo ci proverò / la geometria non è un reato…”,
Sulla porta incrocio la collega d’inglese. Mi guarda indignata.

Andrea Marcigliano

[btn btnlink=”https://electomagazine.it/le-geometrie-del-tasso/” btnsize=”small” bgcolor=”#eded00″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]Fonte: Electomagazine del 10 ottobre 2021[/btn]

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