”Ma quale emergenza povertà!
LE PRIORITÀ PER L’ITALIA? IL DRESS CODE DEI PARLAMENTARI SEMPRE
PIÙ LONTANI DALLA PLEBE CHE LI MANTIENE
Ma quale emergenza povertà! Ma quale emergenza climatica! Ma quale emergenza giustizia! I poveri parlamentari alla fame – così affamati da dimenticare, oltre allo stipendio di quasi 5mila euro, i vari benefit a partire dalla diaria pari a 3.503,11 euro , il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato pari a 3.690 euro, 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e fino a 3.995,10 euro per i trasporti ogni tre mesi – hanno deciso che la priorità per il Paese è il dress code per presentarsi in aula.
D’altronde, incassando sino a quasi 14mila euro netti al mese, acquistare l’abito giusto non è proprio un grande problema. Mentre il problema vero è che lorsignori sono strapagati per occuparsi di qualcosa di più urgente del loro abbigliamento. Perché il rispetto per le istituzioni – sempre che queste istituzioni meritino rispetto e non è per nulla scontato – dovrebbe essere un sentimento dato per assodato. Non imposto da una decisione del parlamento.
Perché le istituzioni si rispettano maggiormente evitando proposte indecenti come l’istituzione del reato di negazionismo climatico. Che resta una colossale puttanata ed un’offesa all’intelligenza, prima ancora che alle istituzioni, anche se la proposta viene presentata indossando giacca e cravatta.
Però l’ipocrisia impone un buon gusto che manca a livello individuale. Il percorso lo ha indicato su Repubblica, Alain Elkann(1). Lui, esemplare della classe padrona, in completo di lino mentre i giovani lanzichenecchi ostentavano magliette e bermuda. Ed i parlamentari devono adeguarsi alla linea del genero di Gioanin Lamiera. Per ostentare la lontananza dal volgo che li mantiene.
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