In un’epoca non troppo lontana…

LE RANARE DI NAPOLI

un viaggio nel tempo tra i vicoli della città. un’arte di strada

di Cristiano Luchini

La tradizione culinaria: un patrimonio di sapori


Ranare di Napoli. Nei meandri della memoria storica napoletana, tra i tanti mestieri ambulanti che animavano le strade, emerge la figura quasi dimenticata della “ranara”. In un’epoca non troppo lontana, queste donne attraversavano i quartieri di Napoli con i loro sacchi di iuta colmi di rane fresche, pronte per essere cucinate e consumate, rappresentando uno spaccato di vita quotidiana che oggi sembra appartenere a un mondo lontano.

Il mestiere della ranara: un’arte di strada

Come tanti mestieri ambulanti di Napoli, anche quello della ranara rappresentava un tassello fondamentale nell’economia popolare della città. Queste venditrici specializzate si muovevano tra i vicoli con una conoscenza profonda del loro prodotto. Le rane venivano selezionate con cura, spesso catturate nelle zone paludose che un tempo circondavano la città o nelle campagne limitrofe. La ranara sapeva esattamente dove e quando trovarle, conosceva i cicli naturali e le stagioni migliori per la cattura.

Il loro grido caratteristico echeggiava tra i bassi napoletani, diventando parte della sinfonia quotidiana della città, insieme alle voci degli altri venditori ambulanti. Le ranare erano riconoscibili non solo per il loro carico particolare, ma anche per la loro capacità di contrattare e per la conoscenza approfondita dei modi migliori per preparare e cucinare le rane.

L’importanza nutrizionale: un tesoro nascosto

Non era una scelta casuale che le rane fossero così popolari nell’alimentazione napoletana, specialmente per i bambini. I valori nutrizionali di questi anfibi sono impressionanti, specialmente se consideriamo il contesto storico in cui questo commercio fioriva:

– 64 kcal per 100 grammi, che le rendeva un alimento leggero ma nutriente
– 14 grammi di proteine pure, una quantità notevole per un alimento così economico
– Solo 1.8 grammi di grassi, ideale per un’alimentazione sana
– 430 mg di fosforo, essenziale per lo sviluppo osseo
– 6 mg di ferro, fondamentale per prevenire l’anemia, un problema comune all’epoca

Questi valori nutrizionali facevano delle rane un vero e proprio “superfood” ante litteram, accessibile anche alle famiglie meno abbienti.

La tradizione culinaria: un patrimonio di sapori

La cucina napoletana, sempre creativa e attenta a valorizzare ogni ingrediente, aveva sviluppato numerose ricette per preparare questi anfibi. Le preparazioni più comuni includevano:

– La classica frittura di cosce di rana, croccante e saporita
– Le nutrienti minestre, particolarmente apprezzate per bambini e anziani
– Piatti unici che combinavano rane e riso
– Zuppe fortificanti, spesso arricchite con verdure di stagione
– Preparazioni in umido con pomodoro e aromi mediterranei

Ranare di Napoli. Ogni famiglia aveva la sua ricetta preferita, tramandata di generazione in generazione, e le ranare stesse erano spesso fonte di consigli culinari e suggerimenti per la preparazione.

Immagine di proprietà di Crono.news

L’impatto sociale e culturale

Il commercio delle rane rappresentava molto più di una semplice transazione economica. Era un momento di socializzazione, uno scambio di informazioni e consigli che andava oltre il semplice acquisto. Le ranare conoscevano le loro clienti, le loro preferenze, le loro necessità. Erano parte integrante del tessuto sociale dei quartieri, figure di riferimento per l’alimentazione popolare.

La trasformazione e il declino

Con il passare del tempo e l’evoluzione della società, il mestiere della ranara ha iniziato a scomparire. L’urbanizzazione ha ridotto gli habitat naturali delle rane, mentre i cambiamenti nelle abitudini alimentari e l’arrivo di nuove fonti proteiche hanno gradualmente ridotto la domanda di questo alimento tradizionale.

Il presente e la memoria

Oggi, questa tradizione sopravvive principalmente nella memoria degli anziani e in alcune sagre locali, come quella rinomata di Marcianise.
La regolamentazione moderna sulla raccolta delle rane, necessaria per proteggere le popolazioni selvatiche, e le restrizioni sull’allevamento in molte aree hanno definitivamente trasformato quello che un tempo era un commercio quotidiano in un ricordo del passato.

Ranare di Napoli. La storia delle ranare napoletane ci ricorda come le tradizioni alimentari siano profondamente intrecciate con il tessuto sociale e culturale di una città. In un’epoca dominata dal fast food e dai cibi processati, queste memorie ci riportano a un tempo in cui il cibo di strada aveva un volto, una voce e una storia da raccontare, rappresentando non solo nutrimento per il corpo, ma anche per l’anima della comunità.

Cristiano Luchini

 

 

 

 

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