Essendo mediamente ignoranti, i chierici sono impressionati dall’apertura della nuova catena russa che ha preso il posto di McDonald’s

LE SANZIONI FANNO BENE ALLA RUSSIA


Mentre le Borse crollano e le famiglie italiane si impoveriscono, grazie alle geniali sanzioni contro la Russia decise da Biden ed applicate dai maggiordomi europei, i chierici del regime di Sua Mediocrità si interrogano sulle conseguenze per il popolo russo delle sanzioni che avrebbero dovuto annichilire l’economia di Mosca. E si sorprendono, i disinformatori di regime, nel vedere che i russi non sono alla fame. Che non ci sono file infinite di fronte ai negozi per recuperare una magra razione di viveri.

Essendo mediamente ignoranti, i chierici sono impressionati dall’apertura della nuova catena russa che ha preso il posto di McDonald’s. Quando, in realtà, proprio la riapertura rappresenta un successo del soft power americano, anche se ora nome e proprietà sono russi. E poi sono spiazzati dalle cifre incassate da Mosca con le vendite di gas e petrolio dopo l’inizio della guerra. Sarebbe bastato spedire in Russia un ragazzino delle scuole medie, non particolarmente intelligente, per avere un reportage migliore.

Perché il problema di Mosca non è sostituire una catena di fast food. E neppure quello di garantirsi flussi di cassa consistenti. Di difendere il valore del rublo o di distribuire mance alla popolazione russa come se fosse un Draghi qualunque. I problemi, quelli veri, arrivano dopo. Innanzitutto con la necessità di destinare una cospicua fetta degli incassi alle spese militari. La guerra ha dimostrato le gravi carenze di Marina, Esercito ed Aviazione. Dunque occorre rimediare con estrema rapidità.

In secondo luogo l’economia interna sta reagendo bene poiché, in parte, era un’economia chiusa, checché ne dica Putin che assicura la continuità dell’apertura ai commerci internazionali. Un’economia troppo dipendente dalla vendita di idrocarburi e dagli acquisti di tecnologie dall’estero. Già le sanzioni dopo il ritorno della Crimea sotto il controllo russo avevano obbligato Mosca a favorire investimenti in industrie d’avanguardia russe. Ma si trattava di iniziative di portata limitata. E non aveva nulla di strategico il potenziamento della produzione di mozzarelle per compensare la riduzione delle importazioni dall’Italia. O il rafforzamento dei commerci con tutti quei Paesi che non si erano piegati ai diktat di Washington.

Questa volta le sanzioni sono molto più pesanti. Anche se i costi maggiori li paga l’Europa ed in particolar modo l’Italia. Dunque Mosca è obbligata a dotarsi di aziende tecnologicamente avanzate. Magari acquistando competenze e tecnologie dai Paesi amici. Con una spesa consistente ora ma con effetti positivi nel medio termine.

Positivi perché rende la Russia autonoma in vari settori, positivi anche perché obbliga i parassiti a rinunciare a caviale e puttane per dedicarsi ad investimenti più utili per il Paese. E con il ritorno alla normalità, Mosca sarà un partner più interessante per gli amici ed un rivale molto più pericoloso per i Paesi ostili che si ritroveranno ad essere più poveri, con un concorrente in più e con un grande mercato di sbocco in meno.

Enrico Toselli

 

 

Fonte: ElectoMagazine del 18 giugno 2022

 

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