”Ma perché insultare le persone senza consapevolezza?
L’ETIMOLOGIA DELE PAROLACCE – (PARTE PRIMA)
che articolo di m…
Le vacanze estive sono oramai un ricordo lontano. Una volta ritornati alla quotidianità pre-vacanziera, ritorna la necessità di ricoprire le persone di insulti.
Ma perché insultare le persone senza consapevolezza?
Missione Scienza è qui per aiutarvi! Con una serie di articoli, affronteremo l’etimologia e l’origine storica di parole considerate “brutte e cattive”.
Piccolo (ma necessario) disclaimer: alcune di queste parole necessiteranno di censura quando usate sulle nostre piattaforme social. Si sa, Instagram e Facebook sono pudici e timorati di Dio.
Qui sul sito no.
Qui sul sito vale la legge della giungla e scriviamo quello che ci pare (nei limiti del legale e di quello che crediamo sia giusto).
Ci dispiace se troverete queste parole offensive, se siete persone sensibili sentitevi pure nella libertà di non leggere
Tuttavia, spero possiate apprezzare il distacco didascalico e l’interessante storia etimologica di queste parole. Inoltre, conoscere le radici degli insulti è un ottimo modo di capire come la nostra lingua sia influenzata dalla cultura (e viceversa).
Cominciamo da una parola ben poco lusinghiera.
La merda
La parola “merda” è utilizzata in maniera molto comune in italiano per definire, in maniera negativa, azioni, persone o cose.
Uomo di x, vita di x, giornata di x, lui/lei gioca di x…
Una “merdata” è spesso un termine che si usa per definire una azione stupida, o addirittura l’azione di una persona che tradisce.
Un “merdone”, in alcune versioni dell’italiano, è una figuraccia.
Insomma, è una parola molto usata nel vernacolo di molte zone d’Italia.
Ovviamente questa parola deriva dal latino. La parola merda (prima declinazione, come rosa, rosae, rosae) significa, per l’appunto, escrementi.
La parola latina deriva dalla forma ricostruita in proto-italico (1)(s)merdā, che probabilmente conservava lo stesso significato. Questa forma ricostruita, a sua volta, deriva dalla radice proto-indo-europea (1)smerd-h₂-, una radice connessa al significato di “puzza”. Che la radice proto-indo-europea significasse proprio “puzza” lo si pensa perché si collega la parola italiana a parole in lingue slave e baltoslave come smards (lettone, “odore”, “puzza”) e smród (polacco, “puzza”).
Ma allora abbiamo scoperto insulti in latino?
Non proprio. Dato che non abbiamo la possibilità di parlare con un madrelingua vivente di latino, ci è difficile sapere per certo che parole usassero per insultarsi.
Ma non siamo totalmente all’oscuro della faccenda.
Un paio di cose le sappiamo di sicuro.
1) Per riferirsi alle persone, gli antichi romani preferivano parolacce e insulti legati al sesso, sessualità e organi sessuali (ce lo ricorda proprio un indignato Cicerone in una sua lettera del 10.045 EU, 45 d.C.).
2) Nonostante ciò, per la gioia di Cicerone, sappiamo di più di una parola per riferirsi agli escrementi.
La parola stercus era altrettanto utilizzata. Per la cronaca, stercus deriva dalla radice proto-indo-europea (1)(s)terǵ- (“escrementi”, “terreno fertile”), radice dalla quale deriva la parola tedesca Dreck (terreno, sporcizia).
Va specificato che entrambi i termini, in tutti i testi che abbiamo, non sono mai usati nella maniera moderna, per riferirsi in maniera negativa a persone o cose.
Sono semplicemente parole tipiche del registro satirico di alcuni scrittori.
Come lo sappiamo? Beh, lo sappiamo grazie a scrittori latini come Marco Valerio Marziale e Decimo Giunio Giovenale (circa 101° secolo EU, I secolo d.C.).
Gli scritti di questi poeti sono ben lontani dall’essere politically correct, e sono farciti di “parolacce”, fra cui le due menzionate relative agli escrementi.
Ok, magari questi scrittori le usavano, ma che ne sappiamo che “merda” fosse di cattivo gusto?
Grazie a filologi come Charles du Fresne, generalmente.
Nei suoi Glossarium, Charles du Fresne studia il latino nei suoi vari livelli di evoluzione dall’antica Roma al tardo medioevo.
Lavori come quello di du Fresne ci assicurano che il latino avesse decine di parole meno “volgari” per riferirsi agli escrementi, che erano preferite nei rapporti ufficiali del governo e nei testi non satirici di altri poeti e scrittori.
Parole come ŏlētum, ad esempio, che letteralmente vuol dire “cosa che emana un cattivo odore”.
Ok, i grandi poeti e letterati usavano questi “insulti”, ma la gente comune?
Oltre a Marziale e alla sua bella compagnia (che include nomi illustri come Orazio e Fedro), abbiamo a disposizione moltissimi graffiti di antichi romani, come dire, meno illustri.
Roba scritta sui muri, per capirci, che ci fa tuffare a bomba nella mente delle persone di 2000 e passa anni fa.
Alexander Nikolaev riporta un graffito ritrovato a Pompei (classificato come graffito CIL IV.1700) che recita ut merdas edatis, qui scripseras sopionis – letteralmente “chi ha disegnato dei peni (qui), che mangi della merda”.
Insomma, la parola era ben nota anche alle masse.
Dalle lingue romanze all’Italiano
La parola latina è stata ereditata da tutte le lingue romanze, compreso l’italiano, senza esclusione di colpi. Si sospetta che la conversione da “parola per riferirsi agli escrementi, un po’ volgare, ma generalmente accettata” a “insulto al 100%” sia avvenuta nel periodo medievale.
Lo Stronzo
Sebbene questo insulto sia diffuso molto omogeneamente sulla penisola, l’etimologia di questa parola è meno legata alla storia neolatina della lingua italiana.
(1)La parola deriva dal longobardo.
La parola longobarda (o lombarda) è strunz e, letteralmente, vuol dire “pezzo di escremento”.
Questa parola deriva sicuramente dal proto-germanico (1)strunt (“terriccio”, ma anche “sterco”), ma è difficile andare più indietro nel tempo (se vi interessano gli anacronismi del proto-germanico, leggetevi questo articolo ;D )
A differenza della parola merda, questo insulto è abbastanza poco utilizzato in letteratura medievale. Il riferimento più antico che sono riuscito a trovare è di Luigi Capuana (prima metà dell’Ottocento), che comunque usa la versione diminutiva strònzolo.
Insomma, per quanto questa parola sia incredibilmente diffusa in italiano e in tutti i suoi dialetti, sembra non essere riuscita a penetrare nella letteratura come gli escrementi precedenti, almeno fino alla letteratura moderna e contemporanea.
Eppure, ha mantenuto la stessa identica struttura fonetica e lo stesso significato dal proto-germanico, una lingua parlata durante l’età del bronzo.
(1) Alessandro Barbero intensifies*
Le parole italiane che derivano dai Longobardi
Fonti:
- Tutte le etimologie sono state operate tramite l’uso di wiktionary.org [eng]
- Nikolaev, A. (2015). The origin of Latin prōsāpia. Glotta, 91, 226–249. http://www.jstor.org/stable/24368218
- Epigrammi di Marziale – Wikisource [lat]
- Glossario di du Fresne – Elec [fra]
- Stronzo – Treccani
Chimico fisico dei sistemi biologici, laureato a Roma sia in triennale che in magistrale all’università “La Sapienza”. Attualmente in Olanda nella ridente cittadina di Enschede per conseguire un PhD, cofinanziato da Royal Dutch Shell, riguardo la produzione di biocarburanti a partire da materiale di scarto agricolo.
LUCA RICCIARDI