Magari è solo un fuoco di paglia ma…
L’INDUSTRIA CINESE RIPARTE E LA FRANCIA SI FIONDA PER ANTICIPARE
LA GERMANIA (ITALIA NON PERVENUTA)
Magari è solo un fuoco di paglia ma, dopo 5 mesi, l’indice Pmi – che evidenzia espansione e contrazione dell’attività manifatturiera – è tornato a superare quota 50 in Cina, attestandosi a marzo a 50,8. Dunque, l’industria di Pechino ha, almeno per il momento, superato le difficoltà che tanto avevano entusiasmato i sedicenti esperti di geopolitica dell’Occidente collettivo e che tanto avevano allarmato coloro che, in Occidente, producono e lavorano.
Ancora più significativo il viaggio compiuto a Pechino dal ministro degli esteri francese, Séjourné, per incontrare l’omologo cinese Wang Yi. Il transalpino, scordando per un momento i toni guerrafondai di Napotopo Macron al servizio di RimbanBiden, ha subito chiarito che la Francia considera una scemenza totale il “disaccoppiamento” dall’economia cinese che Washington vuole imporre anche ai servitori europei.
In pratica la Francia vuole sostituire la Germania del sonnolente Scholz nei rapporti economici privilegiati con Pechino. Perché, senza la Cina, l’industria europea è destinata ad una crisi irreversibile. Lo aveva capito anche l’Italia, ai tempi del sottosegretario Geraci. Ma poi sono arrivati i famigli neomeloniani a cancellare gli accordi con la Cina per compiacere i padroni di Washington.
D’altronde Napotopo, cacciato dall’Africa, alle prese con i primi morti tra i soldati francesi mandati di nascosto in Ucraina, con una popolarità interna in caduta libera, non può pensare di risollevarsi giocando soltanto a fare Napoleone. Non bastano le minacce contro Putin ed ora la richiesta di sanzionare le aziende russe che osano fare propaganda per la Russia. In piena sintonia con Israele che mette il bavaglio ad Al Jazeera. Perché gli atlantisti democratici, i governi pluralisti dell’Occidente collettivo, non tollerano deviazioni rispetto al pensiero unico obbligatorio. La disinformazione atlantista deve essere unica per tutto l’Occidente collettivo, fornita da Washington e Tel Aviv e diffusa dai servitori europei. Le notizie sono pericolose, è il nuovo giornalismo democratico, e non ci si può fare nulla.