Mi frulla in mente stamattina un romanzo…
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ITALIA
Un romanzo. Un romanzo, per lo più dimenticato, del non mai abbastanza compianto (e rimpianto) Roberto Pazzi.
“La città volante”. (1)Una città del nord-est – chiaramente, anche se mai nominata, la sua Ferrara – che improvvisamente si stacca dal suolo. E comincia a volare in cielo. Romanzo fantastico. È stralunato.
Mi frulla in mente stamattina. Come i frenetici battiti d’ali di un colibrì… non per la trama (complessa, simbolica…), ma per un’idea di fondo, che mi sembra di potervi intravvedere. La leggerezza dell’Italia. Il suo essere, con la meraviglia di città medievali, rinascimentali, barocche… un qualcosa di leggero. Effimero. Impalpabile come una nuvola.
Un essere effimero, volatile che dipende dal carattere, oserei dire dalla natura degli… italiani.
La leggerezza, intendiamoci, può essere un grande pregio. Una virtù. Però… non bisogna esagerare.
Ora, noi viviamo un’epoca decisamente… interessante. Come augura un vecchio detto cinese. Che, però, come “interessante” intende pericolosa. Epoca di mutamenti, anzi sconvolgimenti.
Il mondo sta precipitando, rapidamente, verso un conflitto di dimensioni difficili da immaginare. Probabilmente ben più vasto delle, famose, Guerre Mondiali.
Ucraina, Gaza, Libano, Siria, Iraq, Yemen… sono solo ciò che emerge di un, colossale, iceberg. L’Africa sta per esplodere. La tensione tra Cina e Taiwan, quella tra Iran e Pakistan…
E, intanto, una crisi economica senza precedenti. Che rischia di travolgere un’Europa torpida e priva di guida. Una crisi che va aggravandosi di giorno in giorno…
E non vi sono autentiche élite. Per lo meno in Occidente. Solo oligarchie, autoreferenziali e tracotanti, che inseguono folli utopie malthusiane. E disprezzano i popoli. Oligarchie finanziarie che odiano la vita.
Uno scenario che definire tragico sarebbe un eufemismo. Un orizzonte talmente cupo da fare apparire luminoso il crepuscolo di Spengler.
E, a fronte di tutto questo, di cosa si preoccupano gli italiani?
Dei vestiti dei cantanti al Festival di Sanremo. Del salutismo in cucina. Degli uomini vestiti con le gonne. Del… patriarcato. E si appassionano ai libri del padre e della nonna di Giulia Cecchettin. A John Travolta che fa il ballo del Qua Qua con due pisquani locali. Alla, gravissima, minaccia dell’orso nei boschi trentini.
Alla prostata di Carlo d’Inghilterra…
Senza dimenticare campionato di calcio, tennis ed altro.
Di questo si parla nelle televisioni. Sulle prime pagine dei Giornaloni… ma anche nel Parlamento. E nei bar. E dal parrucchiere…
Leggeri, leggeri… tanto leggeri da divenire evanescenti. C’è quasi da aspettarsi che, da un momento all’altro, questo Bel Paese cominci a sollevarsi dal suolo. E se ne voli via. Tra le nubi di tempesta. Sparisca, con tutti i suoi monumenti. E tutto un retaggio di storie dimenticate. E di intelligenze sprecate.
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