La ricetta di Mario Draghi per il rilancio dell’Europa entusiasma i famigli di Giorgia
L’ITALIA AFFOSSA L’INDUSTRIA MA SI ESALTA PER LA RICETTA DI DRAGHI
SU ARMI E INNOVAZIONE
La ricetta di Mario Draghi per il rilancio dell’Europa entusiasma i famigli di Giorgia che, tra un successo e l’altro delle proprie politiche economiche, riescono ad ignorare il crollo della produzione industriale italiana. Certo, un calo del 3,3% rispetto allo scorso anno non rappresenta un vero crollo, ma dal momento che per la destra fluida di governo un incremento del Pil dello 0,9% è quasi un trionfo, allora la flessione del 3,3% è un disastro epocale.
In realtà il problema è davvero grave. Ed anche l’Istat si accorge – i miracoli accadono – che il ridotto potere d’acquisto delle famiglie italiane incide notevolmente sul calo della produzione industriale. Se nessuno acquista, perché e per chi produrre? Poi non sempre i miracoli riescono alla perfezione e così c’è ancora qualche imbecille che si esalta perché la produzione industriale tedesca va persino peggio di quella italiana. Dimenticando, l’imbecille, che la Germania è il primo mercato per molte industrie italiane che vivono di forniture e subforniture.
Il governo di Roma è però concentrato esclusivamente sul turismo. Che attira gli stranieri e traina il Pil. Ma non fa crescere il Paese poiché crea quasi esclusivamente lavoro povero e poco qualificato. Cioè l’esatto contrario di quanto predicato da Draghi che invoca investimenti in innovazione e tecnologia avanzata. Dunque, inevitabilmente, anche in formazione e lavoro qualificato e adeguatamente retribuito.
Poi, per far contenti i suoi donatori di lauti compensi, Draghi insiste molto sull’armamento. Per sostenere le guerre dei padroni di Washington. Complessivamente, secondo il banchiere ed ex presidente del consiglio, servono investimenti pari ad oltre il 4% del Pil complessivo europeo. Una cifra enorme. Però non bisogna dimenticare che le follie dei guerrafondai maggiordomi di Biden hanno fatto schizzare le spese per le armi a quasi il 2% del Pil.
“Affidare il 2% di questa somma alle spese militari, significa passare dai circa 28 miliardi di euro l’anno attuali (76 milioni al giorno) a 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno). Una cifra di 28 milioni al giorno e 10 miliardi l’anno in più per le casse dello Stato.
Basterebbe tornare alla capacità di trattare con i vicini di casa, invece di minacciarli, insultarli e sanzionarli, per recuperare almeno metà della spesa destinandola a progetti meno stupidi. Evitando di utilizzare il denaro per accontentare i balneari e Santanchè.