Il terrorismo ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella Storia

Elena Basile: “Lo sterminio di Gaza e il silenzio del Presidente Mattarella”

L’OCCIDENTE BUONO VEDE SOLO IL TERRORISMO ALTRUI

di Elena Basile


Dopo aver seguito con sempre maggiore sgomento il recente dibattito pubblico, cercherei di ritornare alla razionalità.

Il terrorismo ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella Storia e ogni volta che è stato funzionale ai vincitori è stato celebrato come eroico. L’esempio forse più familiare per gli italiani è costituito dai sussidiari di scuola elementare, che insegnano ai bambini l’orgoglio per i martiri del Risorgimento,(1) in molti casi “terroristi” in grado di difendere la liberazione dell’Italia dal nemico occupante anche con attentati. La storia della nascita dello Stato di Israele include anche le attività terroristiche dei gruppi Irgun e Stern realizzate contro i britannici e gli arabi. L’Olp nasce come organizzazione terroristica, che poi viene tuttavia accettata da molti Stati europei, e in particolare dall’Italia, come interlocutore legittimo. Questa posizione facilita il percorso virtuoso dell’organizzazione. Arafat diventa in questo modo artefice insieme agli israeliani e agli americani del processo di pace di Oslo.

BYitzhak Rabin, Bill Clinton ed Yasser Arafat durante la firma degli accordi di Oslo del 13 settembre 1993

Le attività terroristiche nascono e si alimentano in situazioni in cui non è possibile, per un popolo e per le associazioni che lo rappresentano, fare politica. Sono tipiche della lotta di resistenza contro una potenza occupante, oppure di situazioni in cui c’è una asimmetria di forze militari e di sostegni politici.

Secondo il diritto dell’Onu, Hamas non è una organizzazione terroristica quando combatte la potenza occupante, Israele, e colpisce i militari israeliani. Le sue attività sono terroristiche quando ha come bersaglio i civili (la strage del 7 ottobre, per esempio [ancora da verificare se si considera la potenza che hanno dimostrato nell’elettronica capace di far saltare cerca persone , cellulari, e elettrodomestici. Come hanno fatto, ci si chiede, a farsi scappare un gran numero di attivisti senza essere individuati]f.d.b.).

L’Ucraina, nelle fasi più recenti e disperate del conflitto, ha condotto attività terroristiche contro civili russi. Esiste poi un terrorismo di Stato, di cui Israele è oggi un emblema, rappresentato dai bombardamenti su civili inermi come a Gaza e più recentemente in Libano, che non possono essere giustificati dall’esigenza di decapitare in Stati sovrani o in regioni occupate la leadership nemica, definita terrorista. È come se, per eliminare dei mafiosi, bombardassimo un intero stabile per ucciderli.(f.d.b.)

Hezbollah nasce nel 1982 grazie all’invasione del Libano da parte di Israele (definita da Wikipedia “scoppio del conflitto israelo-libanese”): è una organizzazione sciita e paramilitare che si distingue per atti di resistenza contro l’invasore. Nel 1997 viene definita terroristica da Israele e dagli Stati Uniti. L’Europa resiste e soltanto nel 2005, dietro innumerevoli pressioni americane, afferma che l’ala paramilitare di Hezbollah conduce attività terroristiche.

Le Nazioni Unite non la considerano un’organizzazione terroristica. Hezbollah è divenuta un partito di governo in Libano, nel 2018 ha conquistato alle elezioni 12 seggi ed è riconosciuta da molti libanesi cristiani come un interlocutore politico, con radici nella società civile libanese, dove finanzia scuole, ospedali e servizi ed è in grado di sostituirsi alle carenze statali nel Sud del Libano, nella periferia di Beirut e nella valle della Beqa.

Diplomatici abbandonano per protesta il discorso di Netanyahu alle Nazioni Unite

Terroristici sono i suoi attacchi ai civili israeliani in Galilea. Se usciamo dal formalismo giuridico, non credo sia difficile comprendere che in mancanza di un’organizzazione sovranazionale imparziale e neutrale, estranea ai torbidi interessi e conflitti umani, le definizioni di “terrorismo” sono determinate dal potere e dalle sue alleanze. I due pesi e due misure occidentali vengono ridicolizzati dal resto del mondo. Basti pensare che Netanyahu ha parlato in un Congresso americano gremito e plaudente, mentre è rimasto quasi solo nel suo monologo delirante all’Onu. La Cia e la politica statunitense, con tutta l’Europa al seguito, hanno utilizzato il terrorismo della Jihad e dell’Isis a fini politici. Queste affermazioni sono ampiamente documentabili. E sono oggetto di dichiarazioni pubbliche della stessa Hillary Clinton, mito democratico intramontabile dei progressisti statunitensi ed europei.

Lo spazio politico-mediatico europeo, con rarissime eccezioni, si è unito a Israele, con lo sterminio ancora in corso a Gaza, per celebrare l’assassinio di Nasrallah e degli altri leader Hezbollah. È terribile osservare le classi dirigenti disumanizzare il nemico, deridere la morte che dovrebbe conservare una sua sacralità, dimenticare cultura e storia e ritornare ai miti di una nostra civiltà superiore rispetto alle altre, cari ai crociati, agli schiavisti, ai colonizzatori, ai nazisti.

I capi di Hezbollah avrebbero potuto salvare la pelle: bastava non difendere i martiri di Gaza, non reagire. Nasrallah non ha fatto come Kamala Harris. Non ha sparso come lei qualche lacrima ipocrita per i morti a Gaza, senza nulla fare in concreto per difenderli. Mi piacerebbe che le coscienze imperturbabili dei democristiani, dei falsi liberali e dei falsi socialisti si scuotessero. C’è più moralità nella posizione di un partito considerato terrorista che in quella del democratico Occidente.

Elena Basile

 

 

 

 

Approfondimenti del Blog

(1) 

«I MORTI DEL “RISORGIMENTO”»

Cinque giornate di Milano.

Le vittime patite dal cosiddetto Risorgimento, assommano a 6.262, considerate tutte le battaglie combattute dai piemontesi e garibaldini nelle tre guerre del 1848-49, del 1859-60  1866, che furono in realtà guerre civili fra italiani, promosse da chi voleva distruggere l’Italia tradizionale e cattolica, per imporle una camicia di forza centralista e di taglio liberal-massonico, come poi avvenne. Operazione spregiudicata, condotta per liquidare la presenza “straniera” in Italia, con l’appoggio determinante però di altre Potenze straniere, liberali e/o protestanti, come la Francia di Napoleone III e l’Inghilterra, contro l’Impero d’Austria cattolico.

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrizione

Sono passati due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, che continua a seminare lutti e disperazione. Un nuovo conflitto è sorto in Medio Oriente, come conseguenza della mancata soluzione alla questione palestinese che si trascina da più di un secolo. Le due crisi presentano il rischio di trasformarsi in guerre globali e nucleari, e i loro resoconti mediatici si basano sulla stessa narrativa dominante, sebbene gli scacchieri internazionali siano molto diversi: prevale un approccio di stampo etico e religioso, lo scontro tra il bene e il male, rispetto a un’analisi razionale e storica. Come mai? Non è una coincidenza. L’autrice illustra come i giochi strategici globali siano frutto di una visione patologica del mondo dell’Occidente che, braccato dal declino che esso stesso ha creato, porta avanti disegni imperialistici ed espansionistici, focalizzandosi sulla supremazia militare e relegando in un angolo diplomazia e mediazione: si allontana così l’idea di un Occidente sano, possibile protagonista del nuovo riformismo, e si alimenta il bisogno di un nemico permanente, che è ormai dato per scontato dai governanti occidentali. Prefazione di Luciano Canfora. Postfazione di Alberto Bradanini.

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