Un capolavoro di ipocrisia
L’OCCIDENTE COLLETTIVO HA PAURA DEI PROPRI DAZI
di Enrico Toselli
Un capolavoro di ipocrisia, quello pubblicato dal Corriere della sera a firma di Luca Angelini sulla crisi del WTO e del commercio mondiale. Certo, si tratta di una ripresa di un articolo del Foreign Affairs, però i commenti di Angelini non mancano. Ciò che, invece, è totalmente assente è la parola “sanzioni”. Che non è sinonimo di dazi, è proprio un concetto diverso. Ed è evidente che questa follia statunitense, imposta ai maggiordomi europei, ha contribuito in misura rilevante a mandare in crisi il sistema del commercio internazionale.
Washington, non solo Trump, ha deciso di dichiarare guerra al mondo per mantenere la propria supremazia. Ma il mondo ha reagito, ha risposto e si è sviluppato un circolo vizioso che non si sa più come contrastare. Eppure era evidente che la globalizzazione avrebbe provocato storture sempre più difficili da arginare. Le produzioni industriali che si spostavano dall’Europa occidentale a quella orientale, dall’Europa orientale alla Cina, dalla Cina al Vietnam, dal Vietnam al Bangladesh non seguivano il principio di portare il benessere in altri Paesi ma seguivano esclusivamente la logica del maggior profitto a scapito dei diritti dei lavoratori.
Anche senza aiuti di stato, salari pari a un decimo o a un ventesimo di quelli di Germania o Francia mettevano fuori gioco le produzioni europee di qualità mediobassa. E solo i consumatori europei felici di farsi ingannare acquistano, a mille euro, una borsa di un marchio europeo prestigioso pur sapendo che è prodotta in Cina per un prezzo che è pari a meno di un decimo di quello finale nel Vecchio Continente.
Adesso, però, scattano le difese attraverso i dazi. L’Europa, con l’immancabile sostegno italiano, punirà i produttori cinesi di auto, perché le loro vetture hanno prezzi troppo bassi, quasi alla portata dei consumatori europei. E poco importa, agli euro burocrati, che in questo modo si ridurrà ulteriormente il mercato dell’auto. Perché se cresce la povertà, non si possono acquistare vetture europee dal prezzo folle e neppure quelle cinesi penalizzate dai dazi.
Allo stesso modo, con i dazi annunciati da Trump, le famiglie statunitensi si ritroveranno a pagare tutto a prezzi maggiorati, per un esborso aggiuntivo di 1.700 dollari a famiglia. In Europa andrebbe anche peggio, per la mancanza di materie prime di cui dispongono, invece, gli Usa.
Senza dimenticare le conseguenze negative sulle esportazioni. Perché mentre il governo si vantava in TV dei fantastici risultati delle esportazioni italiane, la Sace comunicava i numeri ufficiali che riportavano un calo dell’1,1% nel primo semestre. È vero che la Germania ha fatto peggio, ma quando ci si impoverisce poco importa se qualcuno è più in crisi di noi. Soprattutto se quel qualcuno è il maggior cliente delle aziende italiane.