”Un nuovo studio fa a pezzi le balzane teorie climatiche
L’ONU CONTRO LA TERMODINAMICA
Un nuovo studio fa a pezzi le balzane teorie climatiche che l’Onu e l’IPCC propalano assieme ai governi burattinati del Washington consensus, a partire dai presupposti con cui vengono fabbricati i modelli che danno la Terra per spacciata se non si ferma la Co2: tali presupposti contraddicono sia la fisica di base che i dati raccolti e producono perciò simulazioni insensate e prive di qualsiasi credibilità. In particolare si sottolineano due affermazioni false, che tuttavia a forza di essere ripetute sembrano assurte a indiscutibili verità: la prima è che a causa dei gas serra la temperatura media sua aumentata di un grado nel periodo 1950-2020 e la seconda che che le emissioni di calore derivanti dalla combustione globale di combustibili sono trascurabili in confronto. Si tratta dei due pilastri del Net Zero e tuttavia entrambe le affermazioni sono incompatibili con le leggi della termodinamica classica, con i limiti dei modelli computerizzati multivariati per il bilancio energetico globale della Terra e con la ben nota spettroscopia di assorbimento ed emissione dell’anidride carbonica carbonio.
Per sintetizzare il discorso che è piuttosto complesso si possono estrapolare alcuni punti:
- La CO2 può assorbire solo il 10% della radiazione totale nelle bande IR (infrarosse) che sono poi quelle che intrappolano il calore e “non assorbe assolutamente nulla a tutte le altre lunghezze d’onda IR”. Insomma l’anidride carbonica non ha alcuna influenza sulla radiazione infrarossa (IR) nel 90% delle bande di assorbimento.
- La CO2 può assorbire infrarossi solo nei primi 300 metri della troposfera che è spessa 10 chilometri. Pertanto, la CO2 può influenzare solo il 10% delle emissioni infrarosse nel 3% della troposfera superficiale dove si verificano i cambiamenti climatici.
- A causa del suo impatto trascurabile, un raddoppio della concentrazione di CO2 potrebbe portare ad una variazione massima della temperatura superficiale di 0,015 °C. Un effetto che non è nemmeno misurabile con gli strumenti che abbiamo.
Non è possibile che questi elementi siano ignorati da persone che si definiscono scienziato e ricercatori e dunque il consenso di cui sembrano avvolte questa teorie derivano esclusivamente da un’agenda politica e da una struttura della ricerca che come ha detto una pasionaria del catastrofismo climatico pentita deriva dal vantaggio per i ricercatori nell’esprimere tesi inconsistenti, ma politicamente corrette. Insomma quelle che furono le Nazioni Unite hanno oggi la stessa funzione della Chiesa al tempo di Galileo e crea un consenso artificiale intorno a questioni che nulla hanno a che vedere con la conoscenza.

