Excusatio non petita, accusatio manifesta 

L’ULTIMA CENA DELL’OCCIDENTE


Adesso sappiamo che gli organizzatori della mascherata olimpica di Parigi hanno fatto pressione sui social perché eliminassero i brani di video che circolavano e che ribadivano ad ogni momento la natura di manifesto della nuova modernità dello spettacolo olimpico: la scusa per questa richiesta era la violazione del copyright per uno “spettacolo” che invece era destinato a tutto il mondo. Ma quando hanno compreso che non sarebbero riusciti comunque a metterci una toppa, il comitato olimpico non ha avuto altra strada che cercare qualche scusa, grottesca come lo spettacolo stesso. Non so chi ha detto che quella rappresentata e schernita, non era l’Ultima cena, ma una riunione degli dèi dell’Olimpo, come fossimo tutti imbecilli, però alla fine il portavoce del Cio ha detto: Non c’è mai stata l’intenzione di mancare di rispetto a un gruppo religioso. Se qualcuno si è sentito offeso in qualche modo, ovviamente ci dispiace molto”. E ancora peggio ha fatto il direttore artistico, Thomas Jolly: Volevamo parlare di diversità. Diversità significa stare insieme. Volevamo includere tutti, semplice così”. Già tutti tranne la grande maggioranza delle persone.

Quindi adesso sappiamo che si tratta quantomeno di un’accolita di cretini che per anni e grazie a molti milioni di euro ha messo in piedi questa orgetta preolimpica senza nemmeno rendersi conto di ciò che faceva. Perciò parlano di un malinteso, insultando l’intelligenza delle persone, quando invece basta prendere l’elenco delle multinazionali e mega corporazioni che hanno sponsorizzato i giochi e dettato le regole, per capire bene il contesto in cui tutto questo è nato: il tentativo di sdoganare con la scusa dello sport una sorta di vacuo credo simil religioso, che ha soltanto un catechismo mediatico, ma nessuna idea di fondo se non quella di nascondere i fini che si prefigge.

No davvero, io non sono cristiano e tanto meno cattolico, non mi sogno nemmeno di essere ostile verso altre forme di sessualità, eppure sono infastidito da questi spettacoli incongrui e gratuiti che alla fine tolgono dignità proprio alle persone che vorrebbero includere. E credo che chi pensa di acquisire rispetto e considerazione attraverso le pagliacciate condivide la natura di pagliaccio. Forse mi ripeto, ma nel sempre più piccolo universo occidentale mortalmente ostile all’idea che il mondo esprima delle differenze, offeso dalla presenza di chi non vuole più farsi dettare regole che rispondono solo agli interessi di Washington, dove per tentare di sedare la multilateralità si ricorre a stragi immense come quella di Gaza, il voler parlare di diversità attraverso le mutande, rende tutta la consistenza dei nuovi credo alla Netflix o alla Disney.

Rashida Tlaib protesta: “Colpevole di genocidio”

La cerimonia di Parigi mostra oltre ogni dubbio l’inconsistenza dei nuovi ideologismi da discount e testimonia del fatto che il crollo dell’impero diventa inevitabile una volta che i suoi governanti perdono ogni senso di quanto siano diventati assurdi e abominevoli. Basta vedere l’entusiasmo con cui il congresso americano ha accolto lo stragista Netanyahu, mentre solo Rashida Tlaib, unica legislatrice statunitense di origine palestinese, sedeva in silenzio stringendo un piccolo cartello nero. Da un lato c’era scritto: “Criminale di guerra” e dall’altro: “Colpevole di genocidio”. È stato un promemoria del fatto che questa non è una “guerra” tra Israele e Hamas, né tantomeno, come Netanyahu vorrebbe farci credere, una battaglia per la civiltà tra il mondo giudaico-cristiano e il mondo islamico. Questa è una guerra imperialista degli Stati Uniti e dei suoi piccoli degenerati accoliti, fa parte della loro campagna militare per il “dominio globale a tutto campo”. Non l’otterranno: il fatto stesso che la Cina sia riuscita a mettere insieme il campo palestinese con una capillare, intensa e intelligente operazione diplomatica esprime un cambiamento significativo nelle dinamiche di potere globali. Si ha davvero l’impressione che l’occidente sia arrivato all’Ultima cena. E da Parigi sappiamo di cosa si tratta e come andrà a finire il dopocena.

 

Redazione

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controllate anche

«RITROVARSI DOPO VENT’ANNI: IL DIALOGO TRA PENELOPE E ODISSEO»

Una storia di ricongiungimento, ma anche un inno all’amore eterno …