”L’umanità è sull’orlo di una crisi di nervi cosmica. Non bastava l’infinita quarantena senza precedenti con le restrizioni dei diritti più elementari e delle libertà primarie come mai era accaduto
Se Vittorio Colao(1) dice: “col 5G si potrà iniettare o rilasciare una sostanza medica in remoto, quasi istantaneamente” voi che reazione avete? Lo ritenete un pazzo, uno che si è espresso male, uno
che non capisce pur essendo stato ai vertici del settore; o uno che vi sta dicendo con orgoglio che sarà possibile in modi a noi sconosciuti “iniettare” un farmaco (o anche un veleno) a distanza? Non saprei come, non mi azzardo a fare congetture, dico solo che è inquietante, anche se i saputelli ironizzano: non hai capito tu, non si può trasmettere da remoto una sostanza, lo faranno i medici; e allora quale sarebbe la novità col 5G? Scusate ma continuo a non capire e resto turbato.
L’umanità è sull’orlo di una crisi di nervi cosmica. Non bastava l’infinita quarantena senza precedenti con le restrizioni dei diritti più elementari e delle libertà primarie come mai era accaduto. Non bastava l’incertezza della profilassi, le divisioni degli esperti, la paura del virus, l’inadeguatezza delle classi dirigenti, degli apparati amministrativi e sanitari e dei governi.
Ma è atroce la mancanza assoluta di verità e l’abbandono selvatico alle dicerie perché le versioni ufficiali paiono persino meno credibili delle fake news: è assoluto il mistero interno a quel che è accaduto, sta accadendo, accadrà. È terribile non sapere nulla, non essere sicuri di nulla e non avere più fiducia in nessuno: succede quando i verdetti della scienza divergono e sono smentiti dalla realtà, quando i decreti dei governi sono grotteschi e confusi, e quando interessi economici o politici si intravedono dietro le posizioni ufficiali. Quando non sai come, dove e quando veramente è nato il virus; quando non sai come affrontarlo, non sai quanto dura e se ritornerà o resterà nella pancia della nostra società, ti senti impazzire. Non hai scampo, non puoi evadere. Sei dentro questa cappa, questo sistema globalitario, che è il peggiore dei totalitarismi, un incubo da cui non è possibile svegliarsi, di cui l’unica libertà in fondo è morire.
C’è una tarma, anzi un nido di tarme che ci corrode quotidianamente il cervello. E insinua dubbi, angosce, dietrologie, che in questo momento attecchiscono, ah se attecchiscono. Come molti di voi sono assediato da una selva di notizie incontrollate e tremende che giungono dalle fonti più disparate, a volte insospettabili. Non solo haters e chiromanti, estremisti, leoni della tastiera, casalinghe, pensionati e ragazzi scoppiati, ma anche medici e magistrati seri, informatori scientifici e agenti segreti, preti e avvocati, studiosi. Ciascuno ha la sua verità o se ne fa portatore e magari la integra con la verità del vicino, purché differisca dalla verità ufficiale.
Facile dire che sono tutte sciocchezze o mezze notizie, intorbidate, ingigantite e costruite in una narrazione malefica. Non sembrano tutte sciocchezze ed è sciocco accontentarsi delle mezze bugie
somministrate dalle fonti ufficiali… Il meglio che si possa dire è che brancolano come noi nel buio, vanno per tentativi. E il peggio è che ci nascondono qualcosa, ma tanto e di serio…
Hanno trovato Il colpevole del covid: è Antony Fauci(2), consigliere sanitario di Trump in conflitto con lui. Sarebbe stato lui, secondo tale Rashid Buttar(3), il colpevole della modifica chimerica del coronavirus, lui ad aver promosso la ricerca a Wuhan con gli esperimenti che si sono poi rivelati letali. Resto basito, trovare un colpevole con nome e cognome, una faccia e perfino un certo prestigio, a questa catastrofe mondiale. La bufala rientra nel catalogo delle news abortite, ritrattate, ricicciate, poi sparite nel nulla. E allora ripensi a tutto quel che hai visto e sentito in questi giorni: il virus nato in laboratorio, le smentite e le conferme, dall’immunologo e Nobel Luc Montagnier,(T.P.I.) subito massacrato, al segretario di Stato Usa Pompeo; sugli interessi torvi della Cina a nascondere, veicolare e poi avvantaggiarsi della situazione, sui controlli che si annunciano, le app sanitarie che vegliano su di noi, le ombre del 5G, le restrizioni pazzesche che in altro modo dureranno, il racket dei vaccini e il loro obbligo universale… E il colonnello dei servizi segreti russi, Kvachkov, che vede nel contagio un’operazione terroristica per controllare la popolazione mondiale.
Sarebbe facile liquidare il tutto come fake news, fantasie popolari, superstizioni. Il Gran Complotto, le Forze del Male, e via dicendo. Si, puerili sciocchezze ma non le liquiderei tutte in modo sbrigativo come destituite di fondamento; alcune partono da indizi veri, altre toccano situazioni reali, magari la narrazione complessiva è fantasiosa, i collegamenti e le deduzioni sono psico-patologici, ma restano alla base fatti inquietanti, interessi torbidi, giustificate diffidenze, sfiducia non infondata… Giusto vagliare, confrontare, ma non tutto è fantasia; bisogna distinguere, documentarsi, mantenere lo spirito critico verso il potere come verso i suoi accusatori.
Viviamo in un mondo aperto e interdipendente, pieno d’insidie, a cui si aggiungono i misteri del potere, i segreti di stato, gli “arcana imperii” di sempre. Non è peggiorata l’umanità, si sono potenziati i mezzi, e ogni mezzo può diventare mezzo di distruzione. Distruggere è più facile che costruire, si fa in un attimo. Un mondo globale è più facile preda di un pazzo o di una setta di pazzi al potere, in laboratorio, nei luoghi di controllo e di comunicazione. Risale allora il controcanto, la nostalgia dei mondi separati, della provincia, dei paesi dimenticati dai tracciati globali, delle solitudini campestri, montane e marine. Che voglia di cogliere i frutti, che voglia di nuotare, che voglia di pensare e di non pensarci.
Marcello Veneziani
Note
- (1) Vittorio Colao (Brescia, 3 ottobre 1961) è un dirigente d’azienda italiano, amministratore delegato di Vodafone dal 2008 al 2018. Si è laureato alla Università Bocconi e ha ottenuto un Master in Business Administration alla Harvard University.[2] Ha iniziato la sua carriera lavorando a Londra presso la banca d’affari Morgan Stanley. Ha lavorato poi per dieci anni negli uffici di Milano della società McKinsey & Company.
- (2) Anthony Stephen Fauci (New York, 24 dicembre 1940) è un immunologo statunitense che ha fornito contributi fondamentali nel campo della ricerca sull’AIDS e altre immunodeficienze, sia come scienziato che come capo dell’istituto statunitense National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Nel 2020, durante la pandemia di Covid-19, Fauci è divenuto uno dei volti più importanti nella lotta al virus Sars CoV-2, tanto da essere stato chiamato, dal presidente Donald Trump, a far parte della task force dedicata ad affrontare l’emergenza. In tale veste, ha spesso contraddetto o rettificato delle affermazioni pronunciate dal presidente durante la gestione della crisi sanitaria, tra cui la fiducia da questi manifestata nei confronti dell’efficacia dell’idrossiclorochina nel combattere la Covid-19.
- (3) Rashid Buttar è un medico osteopatico americano di Charlotte, nella Carolina del Nord. È noto per il suo uso controverso della terapia di chelazione per numerose condizioni, tra cui autismo e cancro. È stato rimproverato dal Board of Medical Examiners della Carolina del Nord per il trattamento non etico dei pazienti.
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Lorenzo
13 Maggio 2020 a 13:10
“Che voglia di pensare e non pensarci”, affermazione che riassume esattamente il sentimento della società moderna, dove si è in grado di distinguere attentamente i suoi problemi, perchè ormai troppo evidenti, ma si vorrebbe non farlo, perchè questo porta inevitabilmente al volere una loro risoluzione, assolutamente possibile, ma che richiede un enorme sforzo, non in grado di essere compiuto dai rappresentanti dell’ordine, divisi tra coloro che sono la causa di tutto ció, e coloro che evidenziandolo, vengono accusatie confinati, e quindi a noi, persone “ comuni”, non rimane che andare avanti a testa bassa, cercando di non guadare di lato, perchè fa troppo male e questo dolore puó sfociare in giusta rabbia, che si ripercuoterebbe peró personalmente verso di noi, ed allora desistiamo dal dire o fare, per evitare guai, corrodendoci dentro ma rimanendo socialmente accettabili, la cosa più importante.
Che voglia di pensare e non pensarci.