Magdeburgo: lotta al terrorismo o farsa politica?

La strage a Magdeburgo

MAGDEBURGO È SOLO L’INIZIO: LA FARSA DELLA LOTTA AL TERRORISMO

di Il Simplicissimus

Magdeburgo: il primo atto di un copione già scritto. Tra operazioni mediatiche e retorica politica, la presunta lotta al terrorismo si rivela una farsa orchestrata per consolidare il controllo e soffocare il dissenso.


Potrà suscitare paura e sdegno l’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo e aizzare ancora di più, nelle menti più semplici, l’idea di uno scontro di civiltà che nel contesto attuale va a tutto vantaggio di Israele. Potrebbe magari suscitare qualche dubbio il fatto che a compierlo sia stato un medico saudita cinquantenne subito catturato, comme d’abitude. Forse sarà un terrorista moderato o forse come dice il Manifesto di Hogwarts, in uno dei suoi incantesimi auto illusori che lo mette sullo stesso piano del mainstream, sarebbe di destra, anti Islam e favorevole all’Afd.  Guarda un po’ che sono andati a trovare l’unico jihadista anti mussulmano esistente sul pianeta, un ossimoro vivente. Ma dai, proprio vogliono prenderci per scemi? Narrate, narrate, ma il problema vero è che le vittime innocenti non sono affatto addebitabili alla supposta malvagità che vien dal mare, bensì all’operato di governi che magari le persone e le famiglie direttamente colpite hanno votato e a cui si sono affidate: il terrorismo è interamente un prodotto occidentale e se fosse un vino potrebbe vantarsi della denominazione di origine controllata, anche se alcune bottiglie provengono da altre cantine.

Basta vedere la farsa ignobile che si sta svolgendo in Siria dove il nuovo burattino degli Stati Uniti, Jolani (usiamo questa traslitterazione che è la più semplice e diretta) è stato omaggiato dal Segretario di Stato aggiunto per gli affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, la quale ha promesso che gli Usa revocheranno la ricompensa di 10 milioni di dollari per la sua cattura a patto che egli “non consenta alle organizzazioni terroristiche di operare nel territorio siriano o di rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti o i Paesi vicini “. Evidentemente ci prendono per scemi perché proprio Jolani è il tipico terrorista: per più di 10 anni è stato un leader nelle organizzazioni di Al Qaeda / Isis. Quelle che Washington ha finto di voler combattere, mentre in realtà le appoggiava. La sua carriera non lascia dubbi in merito: nel 2014 era il capo del Fronte Al Nusra, filiazione di Al Qaeda, un gruppo creato nel 2011 con la missione di formare cellule terroristiche in Siria con il denaro promesso e fornito da McCain; nel 2017, il fronte si è unito a quattro fazioni più piccole e ha creato Hay’at Tahrir al-Sham (Hts) come mezzo per rafforzare la propria posizione all’interno della Siria e promuovere i propri obiettivi come affiliato di Al Qaeda; tra il 2017 e il 2019 il gruppo di Jolani ha effettuato diversi attentati suicidi a Damasco, ha ucciso parecchi soldati siriani e ha preso il controllo di porzioni significative di Idlib.

Gli Stati Uniti ritirano la ricompensa da 10 milioni di dollari per il nuovo leader siriano al-Jolani. Anche lui legge Kant come quelli del battaglione Azov 

Ma non basta: secondo il rapporto nazionale sul terrorismo 2023 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblicato nell’aprile di quest’anno Al Qaeda e le sue numerose filiazioni rappresentano la maggior parte del terrorismo nel mondo e il gruppo di Jolani si è classificato come terzo in questa lista di sangue. Nel complesso sono stati organizzati attentati tra Africa e Medio Oriente facendo 2678 vittime di cui 384 solo in Siria e 288 direttamente da Hts. Egli in prima persona ha assassinato avversari e ha anche assistito al rogo di un pilota siriano catturato. E ora, magicamente, Jolani non è più il terrorista numero uno. No, è diventato il migliore amico dell’Occidente in Siria, vezzeggiato e onorato purché non lasci spazio alla creazione di terrorismo. Un tragico Feydeau che vuol dire: sei il nostro terrorista, non permettere che nascano gruppi che non siano sotto il nostro controllo.

Accidenti un terrorista con le ali

Chiunque capisce che dentro questo calderone può accadere qualsiasi cosa, che cellule dormienti possono essere risvegliate da non si sa bene chi, che singoli pazzi di scatenino o vengano scatenati e che alla fine la lotta al terrorismo non è che una commedia, utilizzata però con grande efficacia per istituire un controllo sulle persone, poi perfezionato con la pandemia. In ogni caso ci troviamo di fronte al caos scatenato in Medio Oriente non tanto per cacciare Assad quanto per infliggere una sorta di sconfitta alla Russia. Putin ha saputo leggere bene la situazione e adesso osserva da bordo campo il fallimento dell’astuto piano occidentale che porterà caos nel suo campo. La tattica di sconfiggere il terrorismo dichiarando che i terroristi non sono tali funziona solo nell’immediato.

Redazione

 

 

 

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