Diciamolo come lo direbbero i miei [studenti] coatti.

MAMMA ROBOT


Diciamolo come lo direbbero i miei coatti. A questi il dottor Frankenstein je fa na p***… Questi sono gli scienziati (?) di non so quale università americana. Non lo ricordo e più ancora non lo voglio ricordare.
Comunque, questi geni, avrebbero inventato un utero artificiale. Che potrà permettere alla donna di scaricare lì il concepito. E condurre una vita totalmente normale, mentre il futuro pargolo cresce accudito nella pancia di questa specie di mamma robot.

Magnifico! Dirà subito qualcuna o qualcuno. Niente più nausee, fastidio… Niente più vedere la propria linea – conquistata a prezzo di diete e palestra – deturpata da quella oscena pancia.
E poi la donna potrà continuare a lavorare, a fare carriera. Ad uscire. A divertirsi.
E tu, mi diranno, parli così perché sei un maschio egoista e fascista. Insensibile. E poi non c’hai l’utero. Quindi stai zitto!

Beh, questo è vero. L’utero non ce l’ho. E quindi, per la (a)morale corrente e politicamente corretta, non ho diritto di parlare di nulla che riguardi i figli dal concepimento al parto.
Però, proprio perché non ho l’utero, cerco di ragionare con la testa.

Mi esprimo in modo volgare? Probabile. Tuttavia, sono stanco, anzi nauseato, da una certa retorica dominante. Che in Italia, più che altrove, diviene assurdo logico. E, scusatemi, anche obbrobrio estetico. Perché solo da noi questo femminismo residuo, relitto della peggiore sub-cultura degli anni ’70, si viene a coniugare con il più vieto mammismo. L’enfatizzazione della Mamma, il cordone ombelicale mai reciso. I bambinoni di trenta, quaranta, anche cinquanta anni che corrono frignando da mammina per ogni problema. Salvo poi scaricarla in una RSA appena diventa lei un problema…

Intendiamoci. Nessuna intenzione di entrare nelle polemiche su aborto e fecondazione assistita. La legge lo permette, ed io non mi metto a discutere. Perché sarebbe ozioso, e, soprattutto, inutile. In certe cose ci si deve regolare da soli. E rispondere alla propria coscienza o al proprio Dio.

Detto questo, però, non posso non notare come la maternità stia sempre più venendo concepita come una sorta di optional. Qualcosa da rivendicare, anzi pretendere quando viene l’ uzzolo. E se ne ha il tempo. Naturalmente dopo tante altre cose divenute sempre più importanti. La realizzazione personale, la carriera, gli svaghi… Nulla da eccepire. Sono scelte personali. Ma poi si pretende di avere la gioia della maternità fuori tempo massimo. E quindi fecondazione artificiale, omologa e eterologa, utero in affitto e altro…

Ora anche la Mamma Robot. Che sostituisce la madre biologica in tutto. Così questa può finalmente coniugare la libertà di condurre la vita che le pare, con la gioia di essere madre. Ovvero di potere, nel futuro, esibire pubblicamente un pargolo. Del quale, però, immagino che si continueranno ad occupare Tate Robot. In modo che la fortunata possa fregiarsi del prezioso titolo di Mamma, senza pagare dazio alcuno. Perché non vorrete mica che allatti rischiando di rovinarsi il seno? Che vegli la notte sull’insonne lattante? Che cambi maleodoranti pannolini?
No. Per questo ci saranno sempre i robot.

Certo, non è una rosea prospettiva che possano contemplare tutte le donne. Solo quelle appartenenti ad una presunta élite. Quella che, di fatto, determina le regole e la nuova morale del mondo. Le altre donne, le plebee, per non parlare di quelle del terzo mondo, continueranno a sudarsela la maternità. E a pagare scotti. Come le dipendenti di una importante Multinazionale che si vedono offrire incentivi per l’aborto. Mentre, se decidono di portare avanti la maternità, rischiano il posto di lavoro.

Eppure, di questo non si parla. Nessuno si indigna. Nessuna prefica femminista si straccia le vesti. Ciò che conta è il diritto solo di coloro che appartengano a determinate classi sociali. In sostanza a quei radical chic che hanno posto i diritti individuali al di sopra di quelli politici e sociali. Come ha osservato Marco Rizzo, provocando una mutazione genetica della sinistra… Oddio, non che la, un tempo, Destra sociale stia oggi molto meglio…

Diritti individuali. Ovvero avere ciò che ci piace, ciò che soddisfa le nostre esigenze e, anche, le nostre fantasie. Fregandosene di tutto e tutti. Del contesto sociale. Delle leggi di natura. Della stessa logica…

E, naturalmente, c’è sempre qualche apprendista stregone pronto ad assecondare questa deriva dell’essere umano. A promettere il paradiso in terra, sotto forma di soddisfacimento di tutte le sue velleità…

Mi domando, però, ancora una cosa. Queste orde di psicologi e simili che intervengono su tutto. Che vengono consultati su tutto. Che giudicano i genitori e gli insegnanti e spesso determinano il destino dei bambini… questi, dell’utero robot, che ne dicono? Non ho sentito nessuno parlare della importanza della cura materna prenatale per la psiche del nascituro.
Forse sarò stato disattento io… O, forse, la Mamma Robot sarà più attenta e affettuosa verso il feto di quella carnale. In fondo non ha esigenze di carriera. E non deve andare a ballare con le amiche…

Andrea Marcigliano

 

 

 

 

[btn btnlink=”https://electomagazine.it/mamma-robot/” btnsize=”small” bgcolor=”#59d600″ txtcolor=”#000000″ btnnewt=”1″ nofollow=”1″]Fonte: Electomagazine del 13 luglio 2022[/btn]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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