Proteste in diverse città contro l’attacco a Zelensky
MANIFESTARE PER IL DISASTRO
Il Simplicissimus
Oltre 10 mila in piazza per difendere Zelensky dalla sua “demolizione” politica
Secondo le cronache, ieri sarebbero scese in piazza circa 10 mila persone, sparse in diverse città per protestare contro la demolizione di Zelensky avvenuta in mondovisione nella Sala Ovale e dunque per protestare contro la fine della guerra. Alla manifestazione, organizzata da Azione, il partito di Carlo Calenda, montiano di ferro, ex manager vicino a Montezemolo, fanatico di Draghi e alleato di Renzi (tanto per capire di chi si tratta), ha partecipato anche il Pd, cosa che rende anche più magro il bottino di presenze, mentre restituisce la certezza che i numeri siano stati gonfiati. Insomma, quattro gatti insensati che prendono spunto dal totale disastro della Ue per chiedere bizzarramente ancora più Europa, il che partecipa della natura della follia o della stupidità che consiste nel cercare soluzioni riproponendo ciò che ha causato il problema. Hanno però avuto spazio in Tv e giornali che al tempo stesso tacciono sulle manifestazioni in Romania, ben più massicce, diciamo almeno 30 a uno, per tenersi bassi, contro il tentativo attuato dalla stessa Unione di evitare l’elezione di Georgescu, mettendolo ai domiciliari.

Queste minikermesse italiane, pagate a piè di lista e che nel caso in questione oscillavano tra la scampagnata e il gay pride, dimostrano che a volte le manifestazioni sostituiscono le argomentazioni: nel caso specifico sono la palese incarnazione di un globalismo che non vuole arrendersi alla sua sconfitta e che vede nella continuazione della guerra e dei massacri la sua ultima speranza di schiacciare chi si oppone alla sua delirante visione del mondo. Ma in generale l’élite europea, ben lontana da esprimere nuove idee, sta raccontando alla gente l’esatto contrario della realtà, ovvero che fare la pace con la Russia significherebbe indurre la stessa ad occupare i Paesi baltici e chissà cos’altro, mentre incoraggerebbe la Cina ad invadere Taiwan, cosa che in ogni caso avverrà nel prossimo decennio, perché fondamentalmente l’isola è parte della Cina, come persino la dottrina occidentale riconosce. Si tratta di fantasie, costruite arrampicandosi sugli specchi, mere suggestioni da dare in pasto alla gente come se fosse uno spot pubblicitario: “compra la guerra, stringi la cinghia e vivrai felice” con tanto di mulino bianco diroccato sullo sfondo. In realtà proprio la prosecuzione del conflitto non farà che rafforzare l’alleanza tra Mosca e Pechino, troppo forti insieme per l’Occidente oltre che far prosperare i Brics. Ma la continuazione della guerra serve anche a nascondere i veri problemi, ovvero la subordinazione totale agli Usa che dura dalla fine del secondo conflitto mondiale e che si è fatta ancor più asfissiante dopo la caduta del muro di Berlino, oltre all’obbedienza totale della Ue alla cabala globalista nordamericana e ai suoi affari che in qualche modo si saldano in una doppia servitù che adesso è diventata inaspettatamente strabica. La pace con la Russia direttamente contrattata da Washington che non può più proseguirla a causa del suo enorme debito, significa semplicemente e brutalmente scaricare le colonie e svelare il gioco di un’Europa che non è stata altro che l’altra faccia della Nato, uno strumento di guerra che si è nascosto tra la retorica della pace. Speranze e sogni buttati nel cestino.
Poiché una trattativa non può andare a buon fine con Zelensky, presidente scaduto e dunque inabile a firmare qualsiasi trattato credibile, è evidente che inneggiare al duce di Kiev, significa inneggiare alla guerra. Del resto è evidente che non può sedersi al tavolo della pace chi invece tutti i giorni inneggia alla prosecuzione del conflitto e dunque l’Europa non è stata messa da parte solo da Trump, ma anche da sé stessa o meglio dalle sue élite che dopo aver sbagliato qualsiasi mossa, ora temono di dover abbandonare il trono del potere, il che è un problema per i burattinai che tirano i fili. Perciò proporrei che tutti quelli che vogliono la guerra e che in nome di essa vogliono spostare enormi quantità di soldi dal welfare all’industria bellica, invece di andare a manifestare, si arruolino come volontari nel famoso esercito europeo e si tolgano dalle scatole.
