Ipocriti. Ma ipocriti mediocri

MEDIOCRI IPOCRITI


Ipocriti. Ma ipocriti mediocri. Ovvero attori e attorucoli da quattro soldi. Ché questo ipocrités significa: attore.

Sto parlando della, indegna ed incredibile, farsa che si sta consumando in queste ore intorno all’attentato a Trump. E si sta recitando sui grandi media e dai principali pulpiti politici. In Italia e all’estero.

La sagra delle menzogne e delle finzioni.

Esecrazione generale del “folle”gesto.

Ritratti, più o meno fantasiosi, del nerd, bravissimo in matematica ma complessato, impallinato con le armi, forse repubblicano forse democratico, sicuramente antifascista, che avrebbe – e il condizionale è d’obbligo – sparato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Digressioni sul pericolo che rappresentano le armi da fuoco in America. Di libera vendita. Il problema è tutto là…mica nell’odio riversato su Trump da Biden e associati, mica nel fatto che Nonno Joe (ma che nonno poi? Quello della famiglia Adams?) aveva detto, non più tardi di due giorni fa, che “bisogna mettere Trump nel mirino” perché un criminale pericoloso per la democrazia…si legga: per i nostri interessi. Quando l’Alzheimer fa dire la verità…

Generato dall’intelligenza artificiale. Famiglia Adams

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fallimento, clamoroso del Secret Service? Nessun dolo…può accadere.

L’attentatore era stato segnalato ben prima? Ma ai comizi di Trump i suoi supporter vanno armati, pontifica la solita Botteri…

E, poi, la direttrice del Secret Service viene dalla Sicurezza della Pepsi Cola – per altro proprietà di Vanguard e Black rock, schierati con Biden – bisogna capirla…

E ora ci siamo beccati i discorsi ecumenici di Sleepy Joe, che ha dato la sua solidarietà al nemico…anche se, probabilmente, credeva di parlare con Kennedy. John o Bob non si sa…tanto, negli States li ammazzano prima o poi tutti…

E l’esecrazione di Zelensky, che si vedeva lontano un miglio deluso dalla scarsa mira del killer. Della Von Der Leyen, di Borrell, di Macron…e naturalmente, quella particolarmente tronfia e saccente di Mattarella.

Tutti, nessuno escluso, con una faccia da funerale… mancato. Per pochi millimetri.

Gustave Courbet – Le Désespéré (Autoritratto) 1843-45 –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E, poi, per restare a casa nostra, la Schlein, che sembrava un mulo che ha inghiottito una carruba guasta. Tajani, con l’usuale espressione vacua e compunta. Conte, Renzi, Calenda…che fingevano che la loro opinione contasse qualcosa.

E, naturalmente, la Meloni. Nello sguardo si intuiva un rovello.

“E mo’ che faccio?”

Giorgia Meloni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché è ormai chiaro a tutti, persino a Chicco Mentana, che Trump ha già vinto le Elezioni. E che tornerà nello Studio Ovale… a meno che, di qui al tre novembre, non trovino un altro studentello alienato con una mira migliore.

Ma se torna, presenterà il conto. A tutti. Ed aver fatto la nipotina devota e zelante di nonno Joe non è, sinceramente, un bel biglietto da visita. Come non lo sono bacetti e coccole con Zelensky (avesse ascoltato Berlusconi…) anche perché, in certi ambienti statunitensi, corre voce che nell’attentato ci sia lo zampino di Boudanov. Il capo dei Servizi di Kiev.

Come è dato per certo che, a sparare, fossero almeno in due. Il nerd, prontamente abbattuto, solo un paravento.

Silenzioso Putin. Solo uno scarno comunicato del Ministero degli Esteri russo.

Noi lo avevamo predetto che ci avrebbero provato.

Poi, ci sono quelli che non recitano. Perché non ne hanno bisogno. Fico, Orbàn…in Italia il buon Salvini.

Che, forse, per una volta ha puntato sul cavallo giusto.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

 

 

 

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