Brutte notizie per gli economisti atlantisti
MEGA INVESTIMENTI CINESI IN INDONESIA, SOFT POWER RUSSO IN AFRICA
IN ATTESA DEL PIANO MATTEI…
Brutte notizie per gli economisti atlantisti. Quelli impegnati a spiegare che l’Italia va benissimo con una crescita del PIL allo 0,7% e la Cina va malissimo con una crescita del 5%. Va così male che Pechino ha dovuto tagliare gli investimenti interni ed esteri. Poi, però, arrivano i dati reali e si scopre che lo scorso anno gli investimenti cinesi nell’area del Sud Pacifico sono ammontati a 20 miliardi di dollari, con un incremento del 37%. Cifre fornite non da Pechino, ma da ricercatori universitari australiani e di Shanghai.
Gli investimenti sono stati indirizzati verso i Paesi che aderiscono al programma della Via della Seta. D’altronde non si capisce perché la Cina dovrebbe favorire i propri avversari geopolitici. Ed una particolare attenzione è stata rivolta all’Indonesia mentre proprio le condizioni di politica internazionale hanno portato ad azzerare gli investimenti nelle Filippine che si sono schierate dalla parte degli ex colonizzatori statunitensi.
Tra l’altro gli investimenti cinesi hanno riguardato anche grandi progetti, in contrasto con le analisi secondo cui Pechino si sarebbe concentrata su iniziative di portata limitata.
E se la Cina ha puntato sul Pacifico asiatico, la Russia si sta invece rafforzando in Africa. Secondo Le Monde, ma anche secondo Washington, Mosca avrebbe finalmente imparato ad utilizzare il soft power, per ora solo in Africa, a fianco dell’attività militare. Così da un lato è stata rafforzata la struttura armata, affidata a Viktor Lukovenko, ex membro della Wagner. Ma, parallelamente, l’Africa Initiative guidata da Artem Kureev ha iniziato ad operare nell’ambito dell’informazione e della disinformazione. E, considerando le preoccupazioni francesi e statunitensi, l’iniziativa pare avere successo con un incremento dell’influenza russa nel continente africano. In attesa del Piano Mattei, ça va sans dire…