”Questa destra un progetto non ce l’ha
MISTERI DEI MINISTERI
Dunque… un Ministro dell’Istruzione, di destra, o, per lo meno, di un Governo che si dice di destra, anzi, il più a destra di tutta la storia repubblicana…
Bene, questo Ministro decide di introdurre come materia obbligatoria, anzi determinante, nelle scuole, “l’educazione alla affettività”. Una materia, se così si può chiamarla, di cui nessuno sa nulla. Dai contorni quanto mai nebulosi.
E lo fa sotto la spinta della… piazza. O meglio di una piazza di agitatrici (si dice così?) vetero-femministe, di fautori della nuova cultura woke (che, sinceramente, non ho ancora capito cosa diamine sia), di movimenti LGBT ed altre cose consimili…
L’occasione? Un delitto privato, non diverso, purtroppo, da tanti altri… ma enfatizzato, gonfiato dai Media oltre ogni limite. Della realtà e del buon senso.
E trasformato in una sorta di bandiera politica, che con l’accaduto, vittima e carnefice, non ha più nulla a che fare. Sfruttato, insomma, come occasione per una battaglia culturale… chiamiamola così.
Lecito? Può darsi… decente di sicuro no.
Comunque, al di là di come la si possa pensare nel merito, una cosa è certa. Questa roba, questa battaglia culturale, con la destra, con qualsiasi destra – liberale, reazionaria, tradizionalista, monarchica… – ci azzecca (come avrebbe detto il Tonino da Montebisaccia) come i cavoli a merenda. Anzi, ancora meno.
Perché una qualsivoglia destra che giunga, finalmente, maggioritaria al governo, ed abbia, tra gli altri, il Ministero dell’Istruzione, certo dovrebbe avere un progetto per la scuola. Dovrebbe, soprattutto dopo che per decenni – dal fatidico ’68 in poi – il nostro sistema di istruzione è stato svilito, smontato, deteriorato progressivamente. Subendo il sistematico attacco da ideologie che, con la destra, con ogni destra, nulla dovrebbero avere a che spartire.
Ma questa destra, evidentemente, un progetto non ce l’ha. E neppure una vaga idea della direzione in cui muoversi. Per altro, troppo presa da altri affari (di famiglia e non) si è guardata bene dal cercare di pescare qualche idea nello, sparuto, mondo di intellettuali e insegnanti che, per decenni, hanno cercato di difendere la ridotta della cultura (e della scuola) italiana. Intellettuali di destra, li si potrebbe definire. Ma questo genererebbe confusione, ché con questa destra di governo, evidentemente, hanno poco o nulla a che spartire. E lo si vede ogni giorno di più.
Comunque, un governo, e un Ministro, di “destra” non si dovrebbe fare imporre svolte e riforme strategiche della scuola da “piazze” agitate dai suoi avversari. E, per altro, decisamente lontane dalla sensibilità di quell’elettorato che li ha votati. E che, ogni giorno di più, resta… perplesso.
Per usare un eufemismo. Anche perché so che, a leggere queste righe, ci sono alcune Signore. E quindi…
Ma andiamo avanti…
Visto che proprio vuole introdurre questa nuova “educazione all’affettività”, o come cavolo si vorrà chiamarla, detto Ministro ha un problema. Definirne i contorni. E i programmi.
E avendo, evidentemente, la più totale sfiducia nella classe insegnante, e nella sua capacità di parlare di affettività, ha deciso di chiamare esperti ed agenzie di livello superiore. Ovviamente pagandoli. E, immaginiamo, sontuosamente. Alla faccia degli stipendi degli insegnanti che sono tra i più bassi in Europa… ma questa è storia vecchia. E non intendo tediarvi…
E subito chi ti chiama, detto ministro di detta destra?
Una ex parlamentare di sinistra, nota attivista LGBT, che, essendo donna sposata (all’estero) con un’altra donna, è, certamente, la più competente a parlare di relazioni affettive tra uomo e donna (scusate il contorto gioco di parole…)
Perfetto. Tutto bello, giusto, moderno. E abbasso il patriarcato… evviva la nuova famiglia arcobaleno eccetera…. E poco importa se il ministro, di fronte alle proteste, si spaventa e fa marcia indietro.
Solo una domanda. A questa destra. Perché alle prossime elezioni chi è, davvero, di destra dovrebbe votare per voi? Per avere al governo una brutta copia della sinistra della Signora Schlein?
Male per male, forse sarebbe da preferire l’originale…
Se ne rende conto questo Ministro? Se ne rende conto questo Governo di “destra”?
Mah… misteri dei Ministeri…