Convinta di essere al volante, ma chi decide davvero la rotta?

MONACO: SUSSURRI E GRIDA TRA I PAGLIACCI

Il Simplicissimus

Si illudono di stare al volante, ma chi tiene davvero il volante? I leader europei si presentano alla Conferenza di Monaco convinti di poter gestire il delicato equilibrio tra guerra e diplomazia. Parlano di strategie, armi, sanzioni e sicurezza, come se fossero loro a decidere le sorti del conflitto. Ma sono davvero al comando o stanno solo seguendo una rotta già tracciata da altri?


Quando ero bambino ricordo che si vendevano dei volanti giocattolo che si attaccavano con una ventosa al cruscotto dell’auto dalla parte del passeggero e così si poteva far finta di guidare, mentre la macchina effettivamente viaggiava. Già allora mi pareva un po’ ridicolo perché in qualche modo amplificava il distacco tra l’imitazione e la realtà. Se però a farlo fosse un adulto, magari producendo suoni come “brumbrum”, beh allora si tratterebbe di un mentecatto o di un pagliaccio. Eppure, questa è proprio la figura che ha fatto l’Europa nella conferenza di Monaco: pensando di guidare la macchina della guerra e della pace, sia pure seduta sulle ginocchia dello Zio Sam, si è accorta di avere in mano solo un volante di plastica, di avere gridato “brum brum” per tre anni, senza avere il controllo di nulla. Una congrega di clown e dementi alla fine ha scoperto di non avere alcuna voce in capitolo, di essere stata usata e, per ricoprire questo ambito ruolo, ha persino messo in atto il suicidio economico del continente.

Il contesto della conferenza di Monaco (questa città porta davvero sfiga al continente) è stato risibile, con Zelensky che ha pensato bene di aprire i giochi con un’azione di falsa bandiera inviando un drone contro il sudario di cemento di Chernobyl, attribuendo ovviamente l’azione a Mosca tanto per creare l’atmosfera giusta a mescere dentro i bicchieri “la minaccia russa”. Non è servito a molto, anche perché il giorno dopo i russi hanno distrutto il più grande complesso ucraino di assemblaggio di droni, ma soprattutto perché ci si è resi conto di aver vissuto in una favola auto costruita e che gli Usa vogliono parlare direttamente con Putin senza la presenza dei nani europei, non solo inutili, ma che tenterebbero di prolungare il conflitto. Inoltre la Casa Bianca sa che Mosca non si fida assolutamente delle lingue biforcute degli europei e perciò non li vuole fra le scatole. Non solo, ma come ha chiarito più volte il vicepresidente Vance, gli Usa non intendono più essere coinvolti in prima persona in questa guerra: Come ho sempre detto: le truppe americane non dovrebbero essere in zone di conflitto a meno che i nostri interessi e la nostra sicurezza non lo richiedano. E questa guerra è solo tra Russia e Ucraina”.

Un gruppo di ministri degli esteri europei ha rilasciato una dichiarazione in cui insiste sul fatto che l’Ucraina e l’Ue devono essere al tavolo per qualsiasi colloquio di pace, ma come dire, sono stati spernacchiati senza pietà perché la portavoce della Casa Bianca, Caroline Levitt, ha detto in faccia a Scholz: “Cancelliere, dovrebbe scegliere attentamente le sue parole. L’unico posto che la Germania merita in queste negoziazioni è sul banco degli imputati”, Da tutto questo si può facilmente dedurre che la politica americana ha fatto una svolta di 180 gradi rispetto a quella del club Biden e che i poteri reali dietro le due amministrazioni sono molto diversi nelle intenzioni e nelle prospettive.

Naturalmente di fronte a questa situazione sono venute fuori per l’ennesima volta le fantasticherie su un contingente di truppe europee da mandare in Ucraina, come dimostrazione che gli europei sono in grado di accettare la sfida. Ma la verità, rivelata da vari quotidiani tedeschi, è che si potrebbero mettere assieme un massimo di 120 mila uomini, che già non sarebbero tantissimi. Però attenzione: contando le necessarie rotazioni al fronte in effetti i soldati in combattimento non potrebbero essere più di 25 mila, cifra non lontana dal numero di mercenari e di truppe Nato sotto false spoglie che già sono in Ucraina. Insomma, solo qualcosa più del nulla. Non ci vuole un genio per capirlo e infatti l’unica cosa che il continente produce sono chiacchiere, giusto per riaversi dal colpo di un abbandono degli Usa che mai e poi mai avrebbe immaginato. Il tutto in realtà si conclude in bellezza con la dichiarazione sorprendente di un generale tedesco fatto alla Die Welt: “Gli europei non possono contare su possibili truppe della coalizione allargata, ad esempio del Bangladesh, dell’India o dell’Etiopia, che scappano quando le cose si fanno serie”.

Di quali coalizione parli non è dato sapere, sono mere immaginazioni, ma nel complesso la dichiarazione è un capolavoro di sintesi nello svelare cosa sia davvero la Ue, un misto di ideologismi da quattro soldi, inoculati sottopelle dai poteri finanziari che detengono l’informazione, ma che agiscono solo come discorso retorico e politicamente corretto in maniera così superficiale che non intaccano i vecchi pregiudizi coloniali. E del resto la guerra non per l’Ucraina, ma contro la Russia ne è una efficace dimostrazione. La dichiarazione del generale fa il paio e completa, in un certo senso, quella di Mattarella che ha paragonato la Russia al Terzo Reich, tra l’assenso del milieu politico tutto e quello degli onanisti forzosi della sinistra Usaid. Ora Mosca dice che la frase del presidente italiano non rimarrà senza conseguenze. È la giusta punizione per un Paese che rassomiglia sempre di più al Circo Togni. E qualcuno per coerenza dovrebbe mettersi il naso rosso.

Pagliacci europei
Redazione

 

 

 

 

 

  • «IL PAPA COL PONCHO»

    Un cattolico smarrito di fronte a una Chiesa che cambia volto: dal poncho del Papa ai nuov…
  • «LA TERRA DEI FIGLI»

    Eredità, silenzio e incomprensioni tra padri e figli. La frattura di una civiltà che non s…
  • «AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ»

    Non una visita di cortesia, ma un intervento politico travestito da diplomazia: il re d’In…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controllate anche

«I DANNI DELLA TELEVISIONE NEI BAMBINI SOTTO I 2 ANNI»

Troppa TV troppo presto: quando lo schermo frena la crescita. …