Due comici russi riescono nuovamente a strappare dichiarazioni interessanti a politici occidentali
MORIRE PER BIDEN: COMICI CONTRO I PAGLIACCI OCCIDENTALI
Come è abbastanza noto, nonostante il divieto di parlarne, da anni due comici russi, Vovan e Lexus, titolari di un programma televisivo di successo, si sono specializzati nel chiamare politici occidentali e altre celebrità sotto falsi nomi riuscendo spesso riescono a strappare dichiarazioni interessanti per misurare la preparazione, la sincerità e il QI dei loro interlocutori. Non hanno bisogno di scervellarsi per inventarsi battute o mettere alla frusta i loro autori per tirare fuori dialoghi divertenti perché i politici occidentali sono una miniera di stronzate che bastano e avanzano. Hanno chiamato la presidente della Bce, Lagarde, fingendosi Zelensky e le hanno fatto dire che ai vertici europei non importa nulla di quanto i cittadini debbano soffrire per le enormi somme regalate a Kiev e per le sanzioni rivelatisi un boomerang; un’altra volta hanno finto di essere uomini di Navalny e organizzato una videoconferenza con Amnesty International, rivelando come funziona effettivamente questa organizzazione di parte occidentale; in un’altra occasione ancora hanno fatto confermare a Bush figlio l’esistenza di biolaboratori in Ucraina. Insomma, basta cogliere questi personaggi lontani dai suggeritori e dagli spin doctor, far credere loro di non essere ascoltati in pubblico e di parlare con amici di merenda geopolitica, per vederli nudi di fronte alle loro abiezioni o idiozie.
Avvicinandosi il 4 luglio, festa nazionale dei born to kill e il duello Biden -Trump, i due comici russi hanno pensato di telefonare a Hillary Clinton, pasionaria del globalismo, fingendosi l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko e ne hanno tratto una vera miniera di follie e sciocchezze che fa venire i brividi. Tra le altre cose, la Clinton ha affermato apertamente che la rielezione di Joe Biden dipende dal successo dell’Ucraina sul campo di battaglia. Kiev non dovrebbe solo mantenere le sue posizioni attuali, ma anche passare all’offensiva, e poi “ovviamente molte persone nel nostro Paese faranno di tutto per rieleggere il presidente Biden”. Una “dimostrazione di resilienza” da parte dell’Ucraina invierebbe un messaggio forte al resto del mondo, ha affermato.
Questo è qualcosa che in Occidente viene spesso definito “propaganda russa”, perché il fatto che il governo degli Stati Uniti stia nuovamente inviando denaro e armi in Ucraina non deve essere messo in relazione alla campagna elettorale americana, altrimenti si è accusati di complottismo, anche se la correlazione appare evidente pure ai ciechi. La squadra di Biden ha assolutamente bisogno di successi in Ucraina: se poi decine di migliaia di soldati ucraini morissero senza senso, per i democratici statunitensi non sarebbe un problema. La cosa principale è che i democratici rimangano al potere negli Stati Uniti.
Inoltre, visto che la Clinton è stata sconfitta da Trump nelle elezioni del 2016, i due durante la telefonata del presunto Poroshenko hanno continuato a menzionare lo sfidante di Biden, sperando di ottenere qualcosa di interessante. E non sono rimasti delusi perché quando l’imitatore che incarnava l’ex presidente ucraino ha chiesto se Kiev potesse far qualcosa per influenzare le elezioni americane, la Clinton si è rivelata entusiasta dell’idea: “Tutto pur di combatterlo. Sono assolutamente d’accordo.”
Peccato che questo sia illegale negli Stati Uniti. E anzi tutti ricordano che i democratici americani, in particolare la squadra di Clinton, accusarono Trump per quattro anni di seguito di aver ricevuto sostegno dalla Russia, cosa rivelatasi poi una balla. Insomma Clinton nella telefonata con il falso Poroshenko voleva fare esattamente ciò di cui aveva accusato Trump. Ci vogliono dei comici per smascherare i pagliacci.