C’è un argomento che più o meno fa pensare tutti: la morte

Cinquanta sfumature di Franz

Vermeer e la Musica “Giovane donna seduta al Virginale” 1674-1675

MORTI IDIOTE DI COMPOSITORI PIÙ O MENO FAMOSI

II

František Kočvara


Se, mentre passeggiate per le vie della vostra città, un giorno vi venisse l’uzzolo di domandare all’uomo della strada cosa sappia di František Kočvara , le risposte oscillerebbero tra «Eh?», «Giuro che ero ubriaco, quella volta lì» e «Parli

František Kočvara

con la mia segretaria». Ma via, non sdegnatevi con l’uomo della strada, perché anche ai tempi di Kočvara (o almeno, mentre lui era in vita) la stessa domanda avrebbe forse incontrato le stesse risposte.

Ignota la sua data di nascita (probabilmente intorno al 1750), ignoto l’esatto luogo (forse Praga o qualche paese nei dintorni), ignoto ogni dettaglio sulla sua formazione musicale, František Kočvara compare improvvisamente a Londra verso il 1775, quando comincia a dare alle stampe alcuni suoi lavori. La sua musica ha successo: è piacevole, può essere comodamente eseguita in un salotto per via del suo organico ridotto (consiste principalmente in trii e quartetti) e non richiede particolare virtuosismo da parte degli esecutori. Mentre le sue opere vengono pubblicate, Kočvara non resta con le mani in mano e offre qua e là i suoi servigi come contrabbassista (ma la testimonianza di un compositore che lo conobbe ci dice che sapeva suonare altri cinque o sei strumenti. Non contemporaneamente, comunque. Via, non siate troppo delusi, che l’articolo non è ancora finito).

Il vero colpaccio musicale della sua vita, Kočvara lo mette a segno a Dublino allorché fa pubblicare, nel 1788, la sua Battle of Prague. Il brano, un divertissement per pianoforte con la descrizione in musica di una vecchia battaglia, conosce un successo incredibile e si diffonde ovunque. A Boston, ogni concerto che non lo metta in programma è roba da sfigati. Una sezione del brano in particolare, un Turkish Quickstep lungo due righe e consistente in una melodia semplice, fischiettabile da un decenne sdentato e quasi stupida, manda in delirio ogni salotto e fino agli anni 20 dell’‘800 non c’è raccolta di musica per danza che non ne riporti la melodia.

E, a proposito di Boston, un numero della Gazzetta Musicale della città, anno 1838, riporta per inciso: «Le straordinarie bizzarrie di Kočvara (sic), compositore della Battaglia di Praga, sono fin troppo note, e lo condussero alla sua triste, ma non compianta, fine». Quando l’articolo esce, Kočvara è morto da 47 anni, ma ancora ci si ricorda della sua stramba morte. A questo punto, direi che è il caso di parlarne.

La sera del 2 Settembre 1791 una rispettabile mignotta londinese, Susannah Hill, riceve una visita che non dimenticherà mai più. A bussare alla sua porta è Kočvara. Kočvara con in mano un paio di forbici. E cosa ci fa Kočvara con in mano un paio di forbici a casa della signorina Hill? Prima di tutto, ci mangia. I due cenano insieme, forse si conoscono già da un po’ di tempo. Poi, noncurante, il furbo Franz fa scivolare in mano alla padrona di casa due scellini, le mette in mano le forbici e le chiede di tagliargli le pudenda. Forse in modo un po’ più volgare, visto il luogo, ma il concetto è quello.

L’evirazione di Attis (da una miniatura medievale)

La Hill, convinta che al pover’uomo abbia dato di volta il cervello, si rifiuta seccamente. Kočvara allora sembra ripensarci, mette giù le forbici e opta per una consueta prestazione. O forse non proprio consueta, visto che prima di attaccare con le battaglie di Venere si lega al collo una corda la cui altra estremità è assicurata alla maniglia di una porta. Al termine dell’amplesso Kočvara è morto soffocato. La Hill, in preda al panico, chiama la polizia che all’istante la arresta. In fondo non si sa mai, nella vita. Al termine del processo che seguirà, il 16 Settembre, verrà assolta e rilasciata.

Così morì František Kočvara, compositore freelance, virtuoso del contrabbasso, artista in vetta alle classifiche delle sale da ballo americane, masochista prima dell’invenzione del termine, tipo strambo. Trovatevi un biglietto da visita migliore, se ci riuscite.

Federico Franchin

 

 

 

Federico Franchin

Sono nato a Monza nel 1991 e vivo a Milano. Ho una spiccata tendenza a occuparmi di scrittori e musicisti giudicati minori o semisconosciuti, perché seriamente convinto che anche a loro faccia piacere sentir pronunciare il proprio nome, ogni tanto.

 

 

L’articolo ti è piaciuto? Leggi la prima e la terza parte di Morti idiote di compositori più o meno famosi!

 

 

 

 

 

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