”La Russia è pronta ad un grande Rinascimento culturale
MOSCA ALLE PRESE CON GLI SCONTRI TRA CAPITANI DI VENTURA
IN ATTESA DEL RINASCIMENTO
La Russia è pronta ad un grande Rinascimento culturale. E ne avrebbe bisogno, poiché l’era degli oligarchi ha portato cafonaggine ma non fermento artistico. Champagne, caviale e mega yacht, ma non mecenatismo. Ora, però, ci sono tutte le avvisaglie di un cambiamento epocale. I capitani di ventura si moltiplicano e, visto che la storia tende a ripetersi, l’arrivo dei capitani di ventura è accompagnato dal Rinascimento culturale.
Donatello e Brunelleschi sono contemporanei di Colleoni e Francesco Sforza e, sulla loro scia, arrivarono Leonardo, Michelangelo, Tiziano, Raffaello, Tintoretto, Caravaggio. E Machiavelli, Guicciardini, Ariosto.
La Russia di oggi ha già i suoi capitani di ventura. E si stanno moltiplicando. Anche se i media italiani si concentrano quasi esclusivamente su Prigozhin, indubbiamente il più loquace, ci sono altri eserciti privati sulla scena della guerra in Ucraina. Quello di Dmitry Rogozin, ad esempio, Tsarskie Wolves. Ma due gruppi di combattenti li ha creati anche Gazprom. E, in fondo, è un esercito privato anche quello del ceceno Kadyrov. Senza dimenticare i mercenari anti Putin finanziati dagli atlantisti.
In teoria, a parte questi ultimi, tutti gli altri starebbero dal medesimo lato dello schieramento. Lo stesso dell’esercito ufficiale russo. Però le liti, i contrasti, le polemiche si moltiplicano giorno dopo giorno. È evidente il profondo scollamento tra il ministero della Difesa ed i capitani di ventura, tra i vertici delle forze armate ed i mercenari. Le truppe regolari sono addestrate peggio, mangiano peggio, sono pagate meno. Ma i capitani di ventura ricevono meno armi dai vertici militari che non vogliono vedere i mercenari vittoriosi negli scontri con gli ucraini mentre i soldati regolari incontrano crescenti difficoltà.
Non solo umane gelosie, ma anche ruoli politici diversi, ambizioni diverse e contrastanti. In questa fase non è chiaro se Putin favorisca questi contrasti per conservare il potere in base alla logica del “divide et impera” o se sia in tale difficoltà da non riuscire a gestire le rivalità. Perché è evidente che, comunque finisca il conflitto, tutti questi personaggi pretenderanno di avere un ruolo nuovo. Pretenderanno più potere. E non sarà per nulla facile gestire una situazione esplosiva. Non basteranno denari ed incarichi di facciata.
Quanto al Rinascimento, le iniziative ancora non si vedono. Però gli investimenti di Gazprom in due eserciti privati possono rappresentare un segnale di un cambiamento. Non più denaro sprecato per finanziare le coppe di calcio o per far divertire gli oligarchi, ma speso per la Russia. Per ora destinandolo alla guerra. Altri potrebbero seguire l’esempio dedicandosi alla cultura. E sarebbe anche ora.