Net Zero, questo castello di carte ogni giorno perde qualche mattone

NET ZERO, LA BUGIA CHE GALLEGGIA SUL PETROLIO


Ogni giorno che passa l’agenda Net Zero perde qualche pezzo nonostante lo sciocco organetto dell’informazioni continui a suonare la stessa musica stonata della catastrofe climatica e sparuti gruppi di gente pagata a piè di lista manifestino per tenere viva la fiammella di questa favola. Persino le banche si sono accorte che l’Agenda 2050 (1)messa insieme dall’ Agenzia internazionale per l’energia e presentata nel 2021 è una solenne tessitura di irrealizzabili incubi per la gente e dorati sogni per i miliardari, ma soprattutto un intrico di progetti del tutto irrealizzabili e cominciano a disinvestire. In particolare mentre si preconizzava la fine degli investimenti in nuovi progetti di fornitura di combustibili fossili e l’assenza di ulteriori decisioni finali sugli investimenti per nuove centrali elettriche a carbone” è accaduto tutto il contrario perché anzi gli investimenti in energia cosiddetta fossile sono aumentati in maniera notevole ed è ormai diffusa l’idea che non si possa rimanere nella visione del mondo del 2021 ” (come fosse un secolo fa), parole dei dirigenti della banca Hsbc.

 

 

 

 

 

 

 

 

In questo scenario casca però un masso di cui si parla pochissimo e cioè il fatto che negli ultimi anni ci sono stati moltissimi casi di giacimenti di petrolio e gas che non si sono esauriti nel tempo previsto, ma si sono “ricaricati” presentando livelli di idrocarburi addirittura più alti di quelli iniziali. Ciò è stato osservato in Medio Oriente, nei pozzi di gas profondi dell’Oklahoma, in quelli della costa del Golfo del Messico e in altri luoghi. Questa ricostituzione durante la produzione contraddice completamente una serie di grossolane sottostime delle riserve che sono state pubblicate più e più volte, sempre annunciando la fine delle risorse: quella più clamorosa risale ai primi anni ’70 e prevedeva la fine del petrolio e del gas a livello mondiale nel 1987. Esistono tecniche per sfruttare al massimo i pozzi soprattutto aumentando la pressione con l’iniezione di gas in pressione, anche se in ogni caso la maggior parte del petrolio rimane sottoterra in attesa che vi siano tecnologie per la sua estrazione, ma in questo caso siano di fronte a un fenomeno diverso ovvero alla risalita di idrocarburi da camere più profonde sotto la crosta terrestre e interconnesse tra di loro. Questo può avvenire sia per idrocarburi di origine biogenica, ovvero formati dagli organismi biologici sottoposti a calore e pressione, sia nel caso si tratti di idrocarburi di origine non biogenica, ossia presenti da milioni o forse miliardi di anni sotto la crosta terrestre.

L’ex professore di astrofisica alla Cornell University, Thomas Gold ha recentemente rispolverato la teoria abiogenica (2)che del resto si adatta perfettamente a quanto vediamo nel sistema solare dove gli idrocarburi abbondano anche in assenza di vita. Tale teoria è stata sempre avversata anche perché la presenza di gas e petrolio non biologico aumenterebbe in maniera esponenziale le riserve possibili, ancorché non si abbiano ancora tecnologie per l’estrazione più profonda, mentre l’industria degli idrocarburi ha una concreta convenienza nel sostenere la scarsità di queste risorse per tenere alti i prezzi. Non ho la competenza per poter entrare in questo dibattito, ma esistono diversi metodi per distinguere gli idrocarburi di origine biologica da quelli invece formatisi attraverso processi non biologici: di conseguenza è davvero incomprensibile che non si sia ancora andati a fondo nella questione e ci si limiti a una battaglia di ipotesi. In ogni caso però il fenomeno del ricaricamento dei pozzi, a prescindere dalla natura del giacimento, lascia immaginare che le riserve siano assai più alte di quanto ufficialmente calcolato.

Tutto questo in un certo senso fa guadagnare molto tempo rispetto a un presunto esaurimento delle risorse nel giro di pochi decenni, incubo nel quale la mia generazione e le altre successive sono vissute: ciò priva il Net Zero di un argomento assai più consistente rispetto alle sciocchezze sulla CO2 ed emotivamente più solido. L’impressione è che sia pure con lentezza questo castello di carte, questo ologramma, sarà destinato a scomparire permettendo dio fare qualcosa di concreto per l’ambiente.

Redazione

 

 

Approfondimenti del Blog

«IL CLIMATISMO – IDEOLOGIA DI SOTTOMISSIONE E POVERTÀ»

(1)

 

 

Robin Monotti: “La teoria dell’origine abiogenica profonda degli idrocarburi” ed altro

 

 

 

(2)

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