Da un lato ci sono le grandi strategie turistiche…
NUOVE PROFESSIONALITÀ NEGLI HOTEL ITALIANI? NEANCHE A PARLARNE…
Da un lato ci sono le grandi strategie turistiche, quelle basate su tendenze possibilmente internazionali. Dall’altro ci sono i dati di realtà che non sempre confermano le tendenze individuate dai sedicenti esperti. Dove, però, i due lati si incontrano è nel piagnisteo sulla difficoltà di trovare manodopera qualificata e disponibile ad essere formata adeguatamente. Con una differenza sostanziale, tuttavia: il dato di realtà smaschera la disonestà intellettuale di molti di coloro che si lamentano.
I dati di Unioncamere Piemonte, resi noti da Sarah Bovini, responsabile dell’ufficio studi, dimostrano innanzitutto che il settore è in salute. In ottima salute. A livello italiano il 70% delle imprese ricettive dichiara di aver chiuso il 2023 con un bilancio in utile (mentre il restante 30% comprende soprattutto chi ha chiuso in pareggio, con una quota minima di chi ha registrato perdite), con il 50% che ha aumentato i prezzi, con una media di camere vendute del 51% e con un modesto incremento della stagionalità. Un dato, quest’ultimo, che non è responsabilità solo degli albergatori ma che dipende strettamente dalla mancanza di iniziative delle amministrazioni locali e degli altri comparti legati al turismo: commercio, cultura, enogastronomia, sport, manifestazioni di ogni genere.
Dove, però, riemergono le responsabilità è sul fronte degli investimenti. Per il 30% degli operatori la parola “investimenti” è sconosciuta e tale deve restare. Non a caso in sostanziale allineamento con la scarsa propensione agli investimenti da parte delle industrie italiane. Percentuale che sale quasi al 50% per le strutture extralberghiere.
D’altronde la separazione tra bei discorsi e fatti meno brillanti emerge anche sul fronte della formazione degli addetti. Se ne parla ma si preferisce non farla. Tutt’al più per ciò che riguarda l’efficienza ed il risparmio energetico, in misura ridotta per i servizi, ma evitando accuratamente tutto ciò che riguarda organizzazione, gestione o relazioni con i clienti. E le nuove figure professionali legate alla digitalizzazione (chi si occupa di prenotazioni, di contenuti web, di strategie, di analisi dei potenziali business, di reputazione aziendale, di rapporti con i gruppi) non sono proprio prese in considerazione dal 90% degli operatori.
Bastano il sole, il mare, le montagne, l’arte e l’archeologia. E poi qualche bella guerra che convinca italiani, e soprattutto europei che hanno maggior capacità di spesa, a non andare altrove. Tanto al prossimo convegno si potrà sempre piangere sui giovani che pretendono di essere pagati per fare i bagnini…
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