È davvero una maledizione

NUOVO DISASTRO PER L’EUROPA CAGNOLINO DEGLI USA


Ieri, sulla falsariga degli esperti militari, ho cercato di spiegare perché l’invincibile armata navale messa in piedi dagli Usa e dai suoi vassalli europei per evitare che lo Yemen blocchi le rotte marittime usate dalle navi che portano rifornimenti in Israele, possa incontrare molte e inaspettate difficoltà. L’idea che possa trattarsi di un gioco da ragazzi è solo un residuo di quella invincibilità mitologica i cui brandelli rimangono attaccati all’America e alla Nato: in realtà la missione è molto difficile e potrebbe facilmente portare a un’ulteriore figuraccia per l’occidente. Ma oggi invece mi occupo di un vero e proprio miracolo, ossia del fatto che non appena la pressione degli Huthi sui traffici marittimi diretti in Israele si è fatta più evidente, l’Europa sembra aver cambiato parere sulle stragi di Gaza e ora invece di appoggiarle senza se e senza ma, si spinge a chiedere – sia pure timidamente – un cessate il fuoco attraverso i ministri degli esteri francese, inglese e tedesco.

Con la lentezza che si confà ai livelli infimi di intelligenza in cui è sprofondato il continente, qualcuno ha cominciato a riflettere e si è accorto che lo Yemen controlla lo stretto di Bab el-Mandeb (che vuol dire Porta delle lacrime) da dove passano tutte le navi che vanno dall’Asia all’Europa ossia il 12 per cento del traffico marittimo planetario. Con la chiusura di questa strettoia, le navi mercantili non possono più imboccare il Mar Rosso ad arrivare al Mediterraneo attraverso Suez, ma devono circumnavigare il continente africano passando per il Capo di Buona Speranza, nell’estremo sud, cosa che molte compagnie stanno già facendo o hanno annunciato di voler fare. Questo percorso alternativo comporta ulteriori 6.000 chilometri di rotta marittima, il che significa costi di trasporto sensibilmente maggiori dovuti all’aumento del consumo di carburante, delle fermate portuali e della logistica di approvvigionamento. I costi aggiuntivi si concatenano per aumentare l’inflazione al consumo e per stressare le già fragili economie europee. Lo Yemen sarà anche il più povero tra i paesi arabi, ma sta giocando il suo asso nella manica minacciando gravi danni alle economie israeliana ed europea. Così un lampo di pensiero è passato per le mediocrissime teste di Bruxelles che si sono accorte di essersi date ancora una volta la zappa sui piedi seguendo pedissequamente la posizione di totale appoggio a Washington e all’ultra sionismo espresso dal governo israeliano, mentre gli Usa non solo non vengono danneggiati, ma si avvantaggeranno del probabile aumento dei prezzi dell’energia. Ciò spiegherebbe perché i principali stati europei stanno improvvisamente trovando una voce per chiedere un cessate il fuoco a Gaza.

È davvero una maledizione: anche la guerra per procura condotta dagli Stati Uniti in Ucraina contro la Russia ha fatto molti più danni all’Europa che agli americani per non parlare della Russia che anzi si è avvantaggiata. Gli europei hanno appoggiato con tutti i mezzi l’aggressione di Washington contro la Russia attuando una serie di sanzioni economiche e tagliando il vitale commercio energetico. L’economia tedesca, in particolare, è stata devastata dalla perdita del gas naturale russo come combustibile per le sue industrie, per non parlare dei profondi cambiamenti geopolitici che tutto ci ha innescato. E ora allo stesso modo, gli europei hanno seguito docilmente la politica statunitense assecondando Israele e fornendo a Tel Aviv una copertura politica e diplomatica per il suo genocidio a Gaza. Come nel caso della sconfitta disastrosa in ucraina ora gli sfortunati abitanti di questo continente, rischiano di subire ripercussioni economiche gravissime mentre gli yemeniti infliggono l’aumento dei prezzi a causa dell’aumento delle rotte, dell’aumento dei tempi di consegna fino a 18 giorni e probabilmente anche di noli e assicurazioni.

Bisogna dire che il vecchio criminale di guerra Henry Kissinger non scherzava affatto quando diceva che essere un nemico degli Stati Uniti è pericoloso, ma che essere un alleato è fatale.

Redazione

 

 

 

 

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