Qualcosa è cambiato…

Gustave Courbet – Le Désespéré (Autoritratto) 1843-45 – Quos Deus Vult Perdere, Prius Dementat

OCCIDENTE, DELITTO E CASTIGO


Qualcosa è cambiato, senza che il mondo occidentale riuscisse a comprenderlo in tempo: mentre fino a quasi un decennio fa poteva essere sicuro che i propri delitti non avrebbero avuto castigo, ora sono terrorizzati dal fatto che la punizione invece arrivi. Tuttavia questo giro di boa della storia, in gran parte inaspettato, impedisce alle sue classi di comando sempre più ristrette, di prenderne atto e di agire di conseguenza, smorzando le tensioni. Anzi il timore di essere scacciate dal trono planetario da cui dipende gran parte delle loro economie, almeno per quanto riguarda gli Usa, le sta portando a un livello di follia e di degrado etico – politico che accelera il declino anziché fermarlo.

L’appoggio totale al sionismo che non è altro se non una forma particolare dell’imperialismo occidentale, rimane anche quando è chiaro che esso è ormai del tutto fuori controllo e compie ogni giorno stragi di civili, senza tuttavia riuscire ad avere ragione degli avversari. Così quando l’Iran ha scatenato la sua rappresaglia con 180 missili, di cui alcuni ipersonici, che non sono state fermati dalle difese antiaeree combinate di Israele e dei suoi sponsor, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si sono affrettati a condannare l’Iran per “aggressione barbarica” ​​e hanno dichiarato perversamente il loro sostegno al diritto di Israele all’autodifesa. Una tale parodia di bugie e distorsioni nasconde il fatto che l’Iran stava finalmente agendo per legittima autodifesa e che la sua salva di missili ha evitato il più possibile vittime civili e aveva come obiettivo le basi militari.

Stretto di Hormuz Il braccio di mare lungo circa 60 km e largo 30

Ma non solo, perché la decerebrata amministrazione Usa delira in merito a una “risposta” che sarebbe nel migliore dei casi catastrofica per l’economia occidentale, visto che l’Iran controlla lo stretto di Hormuz da dove passa un terzo dell’approvvigionamento petrolifero mondiale. Certo Washington si rende conto che la potenza iraniana rende molto incerto l’esito di uno scontro che potrebbe facilmente allargarsi oltre il Medio Oriente e probabilmente dietro le parole bellicose sta pensando a come tirare il culo indietro con Teheran. Eppure, basterebbe smettere di mandare armi a Israele per far finire il massacro in pochi giorni se non in poche ore.

Tutto questo ha un preciso riscontro nell’Ucraina dove qualche giorno fa è stata conquistata dai russi la città fortificata di Ugledar, uno degli ultimi bastioni del regime di Kiev e della Nato, dichiarata inespugnabile. Si tratta di una posizione strategica importante, ma è ancora più interessante il modo in cui è avvenuta la caduta, ovvero con il ritiro delle truppe ucraine non solo a seguito delle pesantissime perdite subite, ma anche a causa degli ammutinamenti che si sono verificati. Un comandante della 123ª brigata si è suicidato dopo che centinaia di suoi soldati si erano ammutinati. Si sta insomma verificando un collasso mentre la Nato pretende sempre più vittime per non doversi dichiarare sconfitta: vive del sangue degli altri come un vampiro.  Anche il caos alimentato in Medio Oriente serve a nascondere il disastro cui sta andando incontro il regime nazista di Kiev, un’altra delle manifestazioni dell’imperialismo. L’accerchiamento e lo smembramento della Russia è miseramente fallito e di fatto ha costituito la base per lo smembramento della Ue che seguirà dopo quest’ultima avventura. Un disastro per gli oligarchi, una vittoria per i ceti popolari dei vari Paesi.

La ritirata di Napoleone da Mosca, Adolph Northen XIX secolo.

Tale esito non era stato previsto dalle élite occidentali, tuttavia esso era già chiaro dopo il totale disastro della mitica controffensiva ucraina di oltre un anno fa e avendo un minimo di cervello si sarebbe dovuto comprendere che prima si metteva in piedi un tavolo della pace e minori sarebbero stati i danni. Ma non è stato possibile seguire la ragione perché fare un passo indietro avrebbe significato riconoscere la perdita di uno status. Così adesso la sconfitta è diventata irrimediabile a meno di una guerra nucleare.  “Quos Deus perdere vult, dementat prius”, Dio confonde chi vuole rovinare, l’antica massima latin usata da Tolstoj in Guerra e pace riguardo all’avanzata di Napoleone sul territorio russo. E il castigo sarà più severo.

Redazione

 

 

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