Credevamo che le Olimpiadi si fossero concluse…

J. K. Rowling e un libro della saga di Harry Potter

ODIATORI


E così ci risiamo… Credevamo che le Olimpiadi si fossero concluse, lasciando finalmente spazio a cose più serie…l’offensiva israeliana nei confronti dei paesi legati all’Iran…il tentativo di stornare l’attenzione sul fronte ucraino con un’azione di commandos che, però, al di là della divisa, parlavano fra loro (stranamente) in inglese…

Insomma, le polemiche e polemichette legate alla gestione di (ciò che resta, e in verità ben poco) Olympia, le davamo per cosa passata. Da due giorni, ormai. Che, talvolta, possono essere lunghi come secoli.

E invece…

 

 

 

 

 

 

E invece eccola che riciccia fuori. Improvvisa ed imprevista. Perché un atleta (termine neutro) o se vogliamo essere più precisi un pugile (altro termine neutro) che ha vinto l’oro olimpico, alza la voce. E protesta.

Protesta contro i post, le scritte, gli interventi, anche autorevoli, che l’hanno criticato. O criticata. Perché non si sa bene cosa esso (termine neutro o indefinito, fate un po’ voi) sia. Maschio, come sembrano dire i dati… oggettivi. O Femmina. Come dice lei/lui. E come aggrada ai giudici di Olimpia, pronti a dichiarare al mondo che non conoscono strumenti per delimitare l’appartenenza sessuale di un atleta. Che non vi sono parametri certi. E che, quindi, bisogna fidarsi della buona fede del soggetto in questione.

Ora, su questo vi sarebbe molto, davvero molto da ridire. E non solo perché l’atleta – badate bene: termine neutro – in questione è stato squalificato da precedenti incontri di box proprio perché considerato… non donna.

E quindi inadatto a competere per allori femminili. Ma, poi, ammesso alle Olimpiadi di Parigi perché le giurie non conoscono criteri per distinguere il maschile dal femminile… sic!

E quindi si basano esclusivamente su quanto da lei/lui dichiarato. Tenendo rigorosamente secretati tutti i dati… beh diciamo così oggettivi. Ci siamo capiti, no?

Questo, ormai, lo abbiano dato per scontato. Ovvero abbiamo capito da che parte tirava il vento di questi Giochi. E chi e che cosa governasse a Parigi e dintorni. E avesse trasformato queste Olimpiadi in una kermesse per celebrare il proprio… genere. Al di là di ogni, decente, e per altro ovvia, determinazione oggettiva del sesso degli atleti.

Ma il vincitore – altro neutro, mi raccomando – in questione non si è accontentato di portarsi a casa l’oro (tarocco) olimpico. Ha alzato alti lai contro quei malvagi che hanno osato metterlo in discussione. E si tratta, badate bene, non di gente comune, come me e voi, ma di figure di spicco della scena internazionale.

Una scrittrice come la Rowling.(1) Si, proprio lei, quella di Harry Potter, che da un po’ di tempo non riesce a tenere la bocca chiusa. E si lascia andare a giudizi sul mondo che la circonda. Giudizi, sia chiaro, assolutamente non consoni. Non in linea con la fola bulgara corrente.

Perché la nostra, purtroppo per lei, è ancora convinta che i generi siano due. Maschio e femmina. E che le convinzioni, il sentirsi, il vedersi… siano nella migliore delle ipotesi, stati d’animo. Rappresentazioni. Che nulla hanno a che fare con la realtà.

Nella peggiore, naturalmente, dovremmo parlare di furbate. Per aggirare l’ostacolo e vincere facile…ma questi sono pensieri malevoli, e li lasciamo a gente cattiva e reazionaria.

E poi, scorrendo i nomi importanti (molti, per fortuna) si trova quello di Trump. Che potrà piacere o meno, ma che ha il pregio di dire chiaro quello che pensa. E che ha detto, chiaro e tondo, che il vincitore di Olimpia nella box femminile è, appunto, un vincitore. E questo ha scatenato reazioni imbufalite…

La nostra, o il nostro che dir si voglia, si è messa/o a piagnucolare. A dimostrazione che la sua partecipazione non era solo una furbata. Ma una ben precisa strategia volta a cambiare la percezione del mondo. E a negare la realtà. Strategia di cui lei/lui è, naturalmente, solo una triste, e insignificante, pedina. Mentre la vera mente – se di mente è poi lecito parlare – sta altrove.

E da questo altrove ha trasformato la natura dei Giochi in una celebrazione della propria…diversità. Che con Olimpia ed il suo mito non ha nulla, proprio nulla a che spartire.

Spiace. Anche perché è l’ennesima riprova dell’effimero e dell’assurdo che governa questo nostro Occidente. O almeno parte, importante, di esso.

Intanto, forse non ve ne sarete accorti… ma la storia va avanti. In Ucraina si muore. In Medio Oriente si combattono guerre disperate. Forse un’unica guerra…

Eppure, noi continuiamo a discutere di quel… non meglio identificato, soggetto. Che avrebbe (condizionale d’obbligo) colto l’alloro olimpico.

Mah… temo che a ottobre il risveglio sarà davvero duro.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

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(1)

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