Un viaggio tra UFO, complotti e il fascino eterno dell’ignoto

OMINI VERDI E ALTRE FANTASIE AMERICANE

di Il Simplicissimus

Dagli avvistamenti di UFO agli enigmatici “omini verdi” che popolano l’immaginario collettivo, l’America ha sempre avuto un rapporto speciale con il mistero dello spazio. Ma cosa si cela davvero dietro questo fascino? È pura fantasia, propaganda culturale o il riflesso di un desiderio umano profondo di sentirsi parte di qualcosa di più grande? Un’analisi delle influenze storiche, culturali e mediatiche che hanno alimentato le fantasie extraterrestri, l’America continua a guardare il cielo in cerca di risposte.


Oggi mi voglio divertire un po’ e dunque mi dedicherò a una storia pazzesca che tuttavia mette a nudo mentalità e capacità “narrative” che poi vengono utilizzate dal potere, ma anche le illusioni da parte americana di poter arrivare a disporre di tecnologia aliena e dunque di superare tutti gli altri. Senza parlare di una ricerca di qualcosa “al di là” che si inneschi in un immaginario ormai sempre più laicizzato e tendente a vedere la fine della storia. Dopo la proliferazione di droni sconosciuti nei cieli americani, la Cia ha pensato bene di declassificare un esperimento condotto nel 1984 e sempre tenuto segreto. Si tratta del Progetto Stargate che vide l’arruolamento da parte della Cia di numerosi sensitivi nella speranza di ottenere l’accesso a luoghi inaccessibili. Una di queste sessioni ha portato a una sorprendente rivelazione: descrizioni della vita su Marte oltre un milione di anni fa, completa di esseri avanzati e strutture monumentali del tutto simili alle piramidi.

Marte, la Cia e il (bizzarro) progetto Stargate: «Un milione di anni fa i marziani vivevano nelle piramidi e viaggiavano nello spazio»

Non si trattava di un esperimento marginale condotto da hobbisti dei servizi segreti, ma di un’iniziativa finanziata dal governo che fondeva spionaggio e soprannaturale. Ai partecipanti, spesso etichettati come individui dotati di particolari capacità, venivano affidate missioni straordinarie: vedere all’interno di strutture sicure, localizzare oggetti nascosti e persino scoprire segreti di altri pianeti. Il progetto mirava a trasformare il pensiero in un’arma, sperando di superare l’Unione Sovietica in una battaglia per la mente. Nel 1984, uno di questi esperimenti prese una piega sorprendente. Un osservatore a cui erano state fornite coordinate senza alcun contesto precedente, descrisse visioni che sfidavano ogni spiegazione. Il focus? Marte. La cronologia? Oltre un milione di anni fa.

Ciò che seguì fu un vivido resoconto di un pianeta che sembrava vivo, pieno di strutture monumentali ed esseri intelligenti. Nella stanza scarsamente illuminata di una struttura classificata della Cia, un gruppo di sensitivi sedeva in silenzio, concentrato su una serie di coordinate fornite dagli sperimentatori. Non venivano fornite loro informazioni sulla posizione o sullo scopo della sessione. Uno di questi visualizzatori remoti che probabilmente aveva sgamato ciò che la Cia voleva, descrisse un Marte desolato, non come è oggi, ma come avrebbe potuto essere più di un milione di anni fa. Torreggianti tempeste di polvere infuriavano sulla superficie e il paesaggio era caratterizzato da enormi strutture piramidali, maestose, ma in rovina che parlavano di una civiltà un tempo grandiosa. Il visualizzatore parlava di esseri intelligenti, alti e magri, che lottavano per sopravvivere dopo un evento catastrofico che aveva devastato il loro pianeta.

Non si trattava di niente di speciale, bastava aver letto qualche articolo su Marte di cui erano pieni i giornali e magazine e aver visto “Guerra dei mondi” per ricostruire un’immagine letterariamente verosimile, ma senza alcun contenuto plausibile. Peraltro, Marte un milione di anni fa era assolutamente identico ad oggi: secondo quanto sappiamo il pianeta rosso può aver avuto, miliardi di anni fa, una breve finestra per la nascita della vita di cento milioni di anni, davvero poco se si pensa che sulla Terra ci sono voluti un miliardo e mezzo di anni perché comparissero i primi batteri e più o meno altri tre per arrivare alle prime forme organizzate. Certo esagerare un po’ nella divulgazione (vedi nota) e lasciare il dubbio che su Marte o altri corpi celesti, come ad esempio i satelliti di Giove, si possano trovare forme di vita, serve anche a favorire gli stratosferici costi delle varie missioni in giro per il sistema solare che peraltro hanno scopi scientifici che non c’entrano con questo obiettivo di facciata. Ma la faccenda dei sensitivi ingaggiati dalla Cia supera ogni immaginazione.

D’altra parte, ci troviamo di fronte ad un fenomeno sociologico tipico americano: il 98 per cento degli avvistamenti di ufo avviene in Usa e guarda caso il giorno in cui questi avvistamenti sono più numerosi è proprio il 4 luglio, la festa nazionale. Evidentemente ha qualcosa a che vedere con l’eccezionalità di cui gli Stati Uniti si sentono portatori: non hanno nulla da imparare da nessuno e solo gli alieni possono costituire un motivo di confronto. Adesso tutto questo potrebbe diventare un ultimo rifugio dalla realtà: il disastro in Ucraina e l’allarme lanciato proprio ieri sui caccia di sesta generazione che la Cina sta collaudando stanno sverniciando questa inconscia convinzione. Altro che omini verdi, questi sono sorci verdi.

Nota La ricerca di esopianeti con il moltiplicarsi delle scoperte ha in realtà messo in luce la difficoltà di trovare corpi celesti e sistemi solari adatti alla vita come noi la conosciamo. E man mano ci rendiamo conto che l’insieme di caratteristiche necessarie allo sviluppo della vita come noi la conosciamo e soprattutto alla sua evoluzione fino ad arrivare all’intelligenza, è estremamente raro. Se altre forme di vita esistono esse sono così lontane nello spazio e nel tempo da avere la stessa probabilità di entrare in contatto come un abitante della Papuasia che voglia istaurare un dialogo con un abitante del Mediterraneo tramite messaggi nella bottiglia.

Redazione

 

 

 

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