La feroce e vittoriosa avanzata dell’Armata Rossa fu una sorta di vendetta per la catastrofe militare del 1941

Battaglia di Borodino 7 settembre 1812 Louis-François Lejeune. La massiccia operazione offensiva fu chiamata “Operazione Bagratiòn” in onore di un generale russo di origini georgiane (proprio come Stalin) morto nella guerra del 1812 contro Napoleone, il principe Pjotr Bagration, ferito mortalmente nella Battaglia di Borodino.

OPERAZIONE BAGRATION


Un generale russo cita, in un discorso pubblico, l’Operazione Bagration. (1)E invita europei e occidentali a ricordarsela.

Richiamo ad un momento fondamentale della Seconda Guerra Mondiale. Quando, mentre gli Alleati arrancavano a fatica sulle spiagge della Normandia, pur contrastati da ben poche forze tedesche di riserva, Stalin, nella primavera del ’44 scatenò l’Operazione Bagration. La più grande offensiva sovietica di tutto il conflitto. E, per inciso, la peggiore sconfitta subita dalla Wehrmacht.

Carri armati sovietici T-34/85 al centro il Minsk il 3 luglio 1944

 

 

 

 

 

 

L’esercito tedesco, che contava circa 400.000 uomini, reparti scelti e ben addestrati, non poté reggere alla massa di uomini, oltre un milione e duecentomila, e mezzi, soprattutto carri armati, che scatenarono l’inferno. Penetrando in profondità nella Bielorussia. Fu quella la vera svolta della guerra. Non lo Sbarco in Normandia. E se volete farvi un’idea di quello che vissero i tedeschi, leggete “Il soldato dimenticato”(2)di Guy Sajer.

La domanda da porsi, oggi, è perché mai un generale russo abbia voluto ricordare tale episodio bellico.

Certo, vi si potrebbe leggere l’intento, piccato, di mettere i puntini sulle i. Di dire: cari occidentali, celebrate pure il D-day con tanta enfasi retorica, ed escludeteci dando invece ancora spazio a quella triste macchietta di Zelensky. Ma ricordatevi che, se non c’eravamo noi a tenere a bada e sconfiggere il grosso del suo esercito, Adolfo vi avrebbe ributtati a mare. E la storia avrebbe preso tutt’altra piega.

Carta con le direttrici strategiche dell’operazione Bagration.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovvio. Ma anche un po’ troppo facile.

E poi i generali, specialmente quelli russi, sono poco adusi a parlare in pubblico. E questo ricordare l’Operazione Bagration suona…gravido di minaccia. Un avvertimento ben preciso.

Timofej Melnik:Sputnik

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella che il Cremlino persiste a chiamare Operazione Militare Speciale, ovvero l’offensiva nel Donbass, è stata condotta sin dall’inizio con un impegno estremamente misurato di uomini e mezzi. E questo ha creato l’illusione nei media occidentali di una debolezza di forze. Con contorno di fanfaluche sulle truppe di Mosca a corto di riserve, di armi, ridotte a combattere con le pale…

In realtà la “moderazione” nell’impegno offensivo, era ed è sempre stata conseguenza di una precisa scelta politica. L’obiettivo di Putin è quello ribadito ancora nelle sue ultime dichiarazioni: costringere l’Occidente collettivo ad una trattativa. Che consegnasse definitivamente a Mosca le province russofone del Donbass. E garantisse l’Ucraina neutrale, fuori della NATO. Stato cuscinetto fra i due blocchi.

Aleksandr Ditlov:Sputnik

 

 

 

 

 

 

 

Da un punto di vista strettamente militare questi obiettivi sono stati sostanzialmente colti. Il Donbass è, ormai, in gran parte occupato dalle forze russe. E l’esercito ucraino sempre più ridotto ad una ritirata che prende i caratteri della disfatta.

Tuttavia per trattare la pace bisogna essere in due. I due nemici. I due contendenti. E la NATO non vuole. Anzi con Rutte alza ulteriormente il livello dello scontro con Mosca. Per non parlare della prospettiva di una nuova Commissione Europea, con l’estone Kalkas Alto Commissario per gli Esteri. Un delirio di russofobia. Un odio cieco, cui ben poco importa di portare l’intero popolo ucraino al massacro.

Uomini della 49ª Armata sovietica entrano a Mahilëŭ durante l’offensiva

 

 

 

 

 

 

 

 

E allora Putin lascia chiaramente intendere che, per trattare in modo “ragionevole”, aspetta le Presidenziali americane. E il, probabile, ritorno di Trump.

Altrimenti…

Altrimenti, ci dice il generale russo, prevarrà sul ragionamento politico del Cremlino, quello dei comandi militari.

E allora…

E allora sarà una nuova Operazione Bagration.

Redazione Electo
Andrea Marcigliano

 

 

Approfondimenti del Blog

«L’OPERAZIONE BAGRATION COSTÒ AI TEDESCHI LA PIÙ GRAVE SCONFITTA DELLA LORO STORIA»

(1)

 

 

 

 

 

 

 

(2)

 

Seconda Guerra Mondiale. Il Soldato Dimenticato

Guj Sajer

Descrizione

Giovane alsaziano metà francese e metà tedesco si arruola nei servizi logistici della Wermacht, viene spedito in Russia e nei tre anni successivi sarà testimone della guerra più cruenta e drammatica della storia umana. Guy Sayer, che in un secondo tempo viene inquadrato nella Divisione “Grossdeutschland”, racconta le traversie, la fame, il disagio psicologico, lo spirito di corpo e altre molte sfaccettature degli avvenimenti di cui è testimone. Cronaca asciutta, tragica, essenziale di un ragazzo che si trova coinvolto in una guerra spietata contro un nemico molto più forte e numeroso. Il crescere di uno stato di agitazione e di pericolo, con la certezza dell’esito finale, a cui l’efficienza e la burocrazia teutonica non consentono di opporsi. Libro estremamente interessante che peraltro ha un originale punto di vista, quello del soldato tedesco, che si discosta da quello storiografico classico.

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