Ostinatamente contrari all’ennesima disinformazione storica e di costume

 

Capri anni ’30, spaghettata in mare

PALUMBO E LA MISTIFICAZIONE DELLA MODA ANNI 30

Dopo le ridicole descrizioni della moda femminile negli Anni Trenta, scritte da Valeria Palumbo e pubblicate sul Corriere della sera, ospitiamo un intervento dell’architetto Paolo Camaiora che prova a ristabilire un briciolo di verità con le immagini dell’epoca


Il primo due pezzi è del 1946 e in Italia era vietato. E comunque ben oltre l’arrivo dei costumi da bagno, negli anni Trenta, le poche donne che si avventuravano in acqua lo facevano quasi sempre vestite o lontano da sguardi indiscreti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo ha scritto la giornalista Valeria Palumbo sul Corriere della sera. Nonostante siamo nel 2024 e rischiamo un conflitto nucleare che ci può polverizzare, a quanto pare vi sono persone che continuano a vivere nella limitata e limitante schiavitù delle proprie convinzioni, generate dalle radiose giornate e dalla vulgata in servizio permanente effettivo, che deve sistematicamente veicolare disinformazione e odio indiretto nei confronti della verità storica.

Personalmente questo modo di vivere lo trovo autolimitante della propria cultura personale, perché non vi è cosa più bella e democratica di andare negli archivi, leggere, studiare, ricercare, apprendere, verificare, e talvolta confutare. Sì, confutare, e con il termine confutare intendo ribattere un’affermazione, adducendo prove e argomenti diretti a dimostrarla erronea, smentendo quanto asserito da terzi, in questo caso la frase della Dottoressa Palumbo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo faccio per immagini, e come lo faccio nell’ambito della moda e dei costumi da bagno indossati dalle donne negli anni Trenta, posso farlo un domani mostrando ad esempio come i primi oggetti di disegno industriale (industrial design) realizzati in marmo nacquero negli anni Trenta e non nel dopoguerra.

Altrettanto dicasi per elementi di arredo in materiale plastico, e altro ancora. Osservi queste immagini gentile Dottoressa Palumbo, sono immagini degli anni Trenta scattate a cavallo di quel periodo del male assoluto il quale, come lei ritiene, le donne vivevano male, facevano il bagno vestite… ha mai visto queste immagini? le sembrano donne tristi? timorose?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcune sono state scattate in Versilia, a Viareggio e a Forte dei Marmi, quest’ultimo luogo dove personaggi come Uberto Bonetti, Lorenzo Viani, Curzio Malaparte, Sergio Vatteroni, Aldo Buttini, Vittorio Morelli, Tommaso Marinetti, Thayaht (acronimo palindromo) alias Ernesto Michaelles insieme al fratello Ruggero Alfredo (acronimo RAM) e tanti artisti e geniali architetti (che ci hanno lasciato in eredità edifici in stile razionalista che il mondo ci invidia per la ricchezza dei materiali lapidei con i quali sono stati realizzati e per le opere d’arte che custodiscono al loro interno) soggiornavano negli alberghi e sulle spiagge sorseggiando all’interno de “La Capannina” il celebre cocktail “Negroni”, storico locale costruito sulla spiaggia, quella spiaggia da dove provengono molte di queste immagini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spiace  leggere che una donna abbia scritto un articolo così capzioso nei confronti della moda e dei costumi di vita femminili (intesi come abbigliamento balneare e come quotidianità) del vivere del periodo, perché non oso immaginare cosa potrebbe scrivere sui sandali femminili di Ferragamo realizzati con il sughero e le carte delle caramelle proprio negli anni Trenta e che sono esposti nel museo della celebre casa di moda: calzature iconiche e di culto, tali da influenzare ancora oggi i più grandi stilisti di moda femminile. Ma tant’è. Mi aspetto a questo punto di leggere un prossimo articolo dove si asserisca che la lana di vetro venga prodotta dalle pecore di Murano…

Nelle immagini d’epoca, la vita balneare e l’abbigliamento delle donne a Viareggio, Forte dei Marmi, Rimini negli anni Trenta.

Architetto Paolo Camaiora 

Andrea Marcigliano
Redazione Electo

 

 

 

Una prima polemica sulla Palumbo

«IL CORRIERE CANCELLA LE VACANZE AL MARE DEGLI ANNI 30 IN NOME DELLA NONCULTURA WOKE»

 

 

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